Al di là del digiuno di vittorie, in casa Juve preoccupa soprattutto l'involuzione di gioco. Non è la Juve di inizio stagione, che spaventava la concorrenza e sembrava aver trovato con Diego e Felipe Melo la chiave per scardinare la supremazia dell'Inter nel massimo campionato. Melo è ancora troppo discontinuo e alterna giocate sontuose a errori da dilettante che spesso costano carissimi (vedi Palermo), mentre Diego tra un acciacco e l'altro non è più riuscito a riproporre prestazioni da trascinatore assoluto come a Roma.
La Fiorentina ha fatto dal canto suo una buona partita, trovando il vantaggio dopo pochi minuti con Vargas, ben servito in area da Jovetic, e tenendo bene il campo anche dopo il pareggio di Amauri, che trasforma in assist una conclusione sbagliata di Iaquinta, correggendo in rete a porta vuota. All'intervallo è 1-1. La Fiorentina recrimina per una rete di Vargas su punizione vanificata (il fischio arriva prima che la palla varchi la linea di porta) da un presunto fallo di Dainelli a centroarea, la Juve si lamenta per un fuorigioco fischiato a Iaquinta.
La ripresa non riserva grandi emozioni, fatta eccezione per i primi minuti. Un'occasione per Sissoko, una per Jovetic, poi il ritmo cala. A nulla servono i cambi, che portano in campo Mutu per Jovetic e Camoranesi per Sissoko. Nel finale Ferrara inserisce De Ceglie per Iaquinta, rinunciando di fatto all'assalto finale. Al fischio finale, fischi per i bianconeri, che proseguono nel trend negativo che li ha visti raccogliere 3 punti nelle ultime 4 gare di campionato. Ferrara, da condottiero senza macchia, sale prepotentemente sul banco degli imputati. Le prossime gare diranno se la sua Juve è solo convalescente, o se si può ufficialmente aprire lo stato di crisi.
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