28 ottobre 2013

Conte e Galliani, è solo cieca rabbia?


E' una serie A che va di corsa, per fortuna. Domani sera sarà ancora campionato con l'anticipo serale Atalanta-Inter, e tutte le polemiche deflagrate nelle ultime 24 ore dovranno necessariamente lasciare il posto al calcio giocato, e con tutta probabilità a delle altre, nuove di zecca.

Si lamenta Conte, che ha vinto rilanciandosi in classifica, si lamenta Galliani, che ha perso all'ultimo giro di lancette. Ragioni diverse, rabbie diverse, con un comune denominatore: la mancanza di rispetto, vera o solamente presunta. E nel giro di poche ore dal fischio finale delle gare del pomeriggio, l'eco delle invettive ha iniziato a rimbalzare ovunque. Ne avremmo fatto volentieri a meno, davvero.

E' Sky Italia l'obiettivo sul quale il tecnico bianconero fa fuoco senza esitazioni, al termine di una settimana complicatissima nel quale si è detto di tutto e le due sconfitte contro Fiorentina e Real Madrid hanno complicato il cammino della sua squadra sui due principali fronti stagionali. La grande prestazione dei bianconeri contro il Genoa, pur macchiata dall'episodio del rigore che ha sbloccato una gara mai in discussione, non ha minimamente placato un Conte che già aveva ben chiaro in mente quando e come colpire, e ha vissuto il post-partita in trincea vuotando un sacco colmo di un rancore covato per giorni.

25 ottobre 2013

Discriminazione territoriale e curve chiuse con 'sospensiva': un compromesso all'italiana


Che l'Italia fosse un Paese nel quale il termine "tolleranza zero" non significa assolutamente nulla era già ampiamente noto, ma è bello vedere che non si perde mai l'occasione per sottolineare ulteriormente questa condizione patologica. Se il nostro sistema calcio è lo specchio di una nazione alla deriva ormai da anni, non dobbiamo farci sorprendere dall'ennesima manovra cervellotica della Figc atta ad accomodare una situazione che, se affrontata col metro prestabilito, avrebbe portato alla chiusura delle curve di Inter, Milan, Roma e Torino per la recidività dei cori razzisti delle ultime settimane.

Juventus, la rabbia va oltre Grafe e Ronaldo


E' una Juventus che schiuma rabbia, quella uscita sconfitta dal Real Madrid di Carlo Ancelotti al termine di una gara interpretata nel modo giusto, ma nella quale gli episodi e qualche decisione arbitrale dubbia hanno contribuito a far sì che al fischio finale ad esultare fossero solo i blancos.

Una rabbia comprensibile, perché i bianconeri hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per mettere i bastoni tra le ruote ad un avversario tecnicamente di tutt'altro spessore, capace in estate di lanciarsi in una maratona estenuante per portare in Spagna Bale con una pioggia indecente di milioni di euro. Hanno fatto il possibile ed anche qualcosa in più, perché la squadra è sempre rimasta in partita anche dopo la mazzata dell'espulsione di Chiellini, evitando un'imbarcata a quel punto prevedibile e sfiorando un pari che avrebbe avuto del clamoroso.

19 ottobre 2013

Succede anche questo: il gol fantasma di Stefan Kiessling [VIDEO]

Stefan Kiessling ha dimostrato in questi anni di essere uno dei migliori centravanti della Bundesliga, capace di segnare in tutti i modi. Ieri però l'ha davvero combinata grossa, suo malgrado, perché il gol segnato all'Hoffenheim è un chiaro abbaglio del direttore di gara e dei suoi collaboratori: sul colpo di testa dell'attaccante, infatti, il pallone muore chiaramente sull'esterno della rete ma a causa di un buco nella stessa dà l'illusione (solo) ottica del gol, che viene convalidato nello stupore generale.



Gol pesantissimo, che permette alla squadra di Hyppia di salire in testa alla classifica in attesa del Bayern impegnato oggi. Finita qui? Pare di no, perché l'Hoffenheim ha ufficialmente richiesto di disputare nuovamente l'incontro invocando l'errore tecnico, decisivo, dell'arbitro.

Nel frattempo, una domanda mi passa per la testa da qualche ora: cosa sarebbe successo in Italia, se si fosse verificata esattamente la stessa, bizzarra situazione?

Antonio Capone
(twitter @tonycap83)

14 ottobre 2013

Liverani come Strama, nel girone degli ignavi (con riserva)


Avrei voluto scrivere questo post diversi giorni fa, quando l'esonero di Liverani da parte del presidente Preziosi era ormai cosa fatta e aprire una discussione del genere avrebbe avuto forse molto più senso di quanto non ne abbia invece adesso. Ad ogni modo, il tempo è quello che è ultimamente, e confido nel fatto che il concetto principale che voglio esprimere in questo articolo sia ancora interessante e non abbia superato la fatidica data di scadenza.

Vorrei partire da una nozione basilare tratta dal kit di sopravvivenza per tecnici del nostro campionato: nella serie A attuale, e con certi presidenti capaci di mangiarsi allenatori come fossero noccioline, il risultato per chi guida una prima squadra è l'unica via percorribile per garantirsi un futuro saldo, duraturo e per quanto possibile al riparo da fantasmi sempre pronti a uscire dall'oscurità dopo i primi scivoloni. Concetto abbastanza ineccepibile essendo le società di calcio delle vere e proprie aziende, ingrediente letale se d'estate si parla di progetto e costruzione salvo poi far rotolare teste alla terza o quarta giornata di campionato per un pareggio o una sconfitta di troppo.