28 febbraio 2011

Marotta + Delneri = fallimento.

Il trio delle meraviglie..
Dopo la vergognosa e inqualificabile prestazione di Lecce, il giovane rampollo della famiglia Agnelli aveva indicato come responsabili principali del tracollo i calciatori, accusati di non aver dato l'anima in campo e di non aver avuto nemmeno bisogno di fare la doccia dopo la partita. Fuori dall'occhio del ciclone, almeno apparentemente, era rimasto Delneri.

La chiave sta tutta in questo avverbio: apparentemente. Perchè non voglio pensare che il giovane presidente bianconero non si sia reso conto di quanto fallimentare sia stata la gestione del tecnico friulano fino, appunto, alla gara coi salentini. Gestione alla quale poi va aggiunto lo scempio della serata di ieri, in cui un Bologna privo di Ramirez squalificato e costretto da un infortunio a giocare buona parte della gara con Casarini terzino destro, ha espugnato il Delle Alpi tra gli applausi (dopo 31 anni) con una doppietta dell'ex Di Vaio, uno che per inciso vale da solo più dei vari Iaquinta e Toni bianconeri messi assieme.

Delneri è ormai un uomo nel marasma più totale. Mai una formazione uguale per due partite di fila, nessuna traccia di un gioco, un'impronta, un'idea, uno spartito da seguire. Il nulla cosmico, condito da una gestione quasi comica delle risorse (va detto, scarse) a sua disposizione. Oggi Chiellini (sì, quel sopravvalutato lì spacciato come grande difensore) "è un centrale", poi "sarà terzino fino a fine campionato", poi è di nuovo un centrale, e Matri esterno sinistro, e Iaquinta titolare che non sta in piedi, e Marchisio gli serve esterno, poi di nuovo in mezzo: potrei continuare per altre tre-quattro righe, ma credo sia un buon riassunto della confusione che regna sovrana nella mente del tecnico bianconero. Che ormai, non sembra più avere la squadra in mano, nè le capacità di portarla fuori da una crisi che la gara con l'Inter sembrava aver allontanato almeno per un pò. Sembrava, appunto: con Lecce e Bologna 0 gol fatti, 4 subiti, e due prestazioni orripilanti che da sole giustificherebbero un ribaltone. Delneri chiaramente non si dimette, e rivela una cosa che effettivamente non aveva ancora capito nessuno: "Se va avanti così, sarà un'annata di grande sofferenza". Grazie mister per la precisazione, ma andiamo avanti.

26 febbraio 2011

Game, set and match: sorpasso Germania, addio quarta squadra in Champions..

Per annunciare l'avvenuto disastro mancava solo la conferma dell'aritmetica, un pò come accade a quelle squadre già virtualmente retrocesse ma tenute in vita solo da un fattore puramente teorico.

Ho scritto tanto in passato, accompagnando questa lenta agonia che ha visto il nostro Paese scivolare sempre più in un baratro dal quale adesso, direi quasi finalmente, possiamo solo risalire cercando di capire come è stato possibile arrivare ad un punto simile, senza mai riuscire a dare segni di risveglio.

Non basterà un triplo exploit di Inter, Milan e Roma nel ritorno degli ottavi di Champions: con l'eliminazione del Napoli (peraltro immeritata) in Europa League, il sorpasso della Germania nel ranking Uefa è adesso ufficiale e assolutamente inattaccabile. Neanche una finale tutta italiana stile Manchester 2003, magari con la terza squadra  in semifinale come in quella irripetibile stagione, servirebbe a salvare una situazione che già un anno fa fu ripresa in extremis solo dalla vittoria dell'Inter a Madrid sul Bayern.

Scorrendo il ranking anno per anno, e andando a ritroso di una ventina d'anni, ci rendiamo conto di come il nostro Paese sia letteralmente crollato in modo verticale, passando da quello che era un dominio incontrastato ad una condizione di precarietà prima, e di oggettiva inferiorità adesso che la Germania ci ha tolto una squadra in Champions (a partire dalla stagione 2012-2013) e la Francia da dietro ci incalza meditando l'umiliante sorpasso.

24 febbraio 2011

Il triplete sbagliato..


Triplete. Parola che si sente da un paio d'anni ormai, dopo che il Barcellona di Guardiola prima e l'Inter di Mourinho poi sconfessarono quel teorema secondo il quale vincere tutte le competizioni a cui si prende parte è assolutamente (e anche statisticamente) impossibile.

Le nostre formazioni impegnate in Champions League stanno per completare quello che è un triplete molto meno nobile di quelli già citati, gettando le basi per quella che sarebbe una Caporetto per tutta la sfera pallonara italiana: tre eliminazioni su tre già agli ottavi di finale, contro avversari che sono arrivati nei nostri stadi, hanno sbancato e se ne sono tornati nei rispettivi Paesi con tre quarti di qualificazione in saccoccia.

Tempo fa scrissi dell'importanza di arrivare primi nel girone di qualificazione, per garantirsi un sorteggio più morbido ed evitare le corazzate già a febbraio: gli exploit di Shaktar e Tottenham tuttavia regalarono un sorteggio certamente benevolo a Roma e Milan, mentre l'Inter trovò un Bayern che sicuramente è squadra tosta, ma non certamente al livello delle spagnole e delle inglesi. Nonostante un'urna tutto sommato favorevole, siamo comunque qui a parlare di tre sconfitte interne pesantissime, che rendono le gare di ritorno durissime, forse proibitive.

L'ottimismo diffuso per le gare di ritorno è qualcosa che francamente non condivido appieno, perchè se da un lato è lecito sperare nelle rimonte, dall'altro credo sia doveroso confrontarsi col fatto che i miracoli nel calcio accadono, ma pur sempre di miracoli si tratta. Inter, Milan e Roma, sono "dead men walking", per diverse ragioni che vanno oltre il discorso puramente numerico.

22 febbraio 2011

Da zero a dieci: Paloschi sugli scudi, pollice verso alla curva del Cesena


VOTO 10 - ALBERTO PALOSCHI The Sun tempo fa lo indicò come uno dei più promettenti calciatori europei, ma la sfortuna che ha tartassato il rapace attaccante rossoblù è stata di quelle clamorose. Entra a 25' dalla fine, con il Genoa sotto 3-1, e firma una rimonta leggendaria con una doppietta da vero bomber di razza. Se gli infortuni lo lasciano in pace, il futuro è suo. Hombre del partido.

VOTO 9 - RODRIGO PALACIO Due gol e l'assist del 4-3: un pericolo costante, al Genoa è mancato come il pane. Spina nel fianco.

VOTO 8 - HERNANES Il gol è un gioiello, la prestazione è tornata in linea con quelle di inizio stagione: un affare incredibile, almeno questo i laziali a Lotito lo riconosceranno. Ago della bilancia.

VOTO 7 - WALTER MAZZARRI Fa turnover, vince e resta in scia. Per adesso, tutte le ciambelle gli riescono col buco. Harry Potter.

VOTO 6 - BORTOLO MUTTI "Abbiamo giocato troppo dimessi, la classifica è pesante". Lo era anche due settimane fa, eppure sembrava decisamente più ottimista. Pro-tempore.

15 febbraio 2011

Buona fortuna, Fenomeno.


"Ho dedicato tutta la mia vita al calcio, facendo sacrifici inimmaginabili, ma oggi sono qui per annunciare quello che già tutti sapete. Ho deciso di ritirarmi, perché i numerosi infortuni patiti durante la carriera, e soprattutto negli ultimi due anni, mi impediscono di continuare.

Quattro anni fa, quando ero al Milan, ho scoperto di soffrire di ipotiroidismo, un disturbo che rallenta il metabolismo e che avrei potuto combattere solo assumendo farmaci che sono proibiti dalle norme antidoping. Ma questo la gente non lo sapeva, e molti hanno parlato a sproposito mettendo in dubbio la mia professionalità."


Stavolta il sipario è calato davvero. Tante volte ha rischiato di calare negli ultimi anni, per via di una sfortuna quasi scientifica e di una muscolatura troppo fragile per reggere tutta la dirompente forza di uno dei più grandi centravanti della storia. Lui però, ce l'aveva sempre fatta a ripartire, ma adesso ha detto basta.

Da ieri, Luis Nazario da Lima detto Ronaldo, è ufficialmente un ex-calciatore. Una conferenza stampa triste, come quella in cui Marco Van Basten anni prima annunciò la prematura fine della sua carriera, e terminata con quelle lacrime che hanno contraddistinto i momenti più difficili di un campione destinato ad entrare nella Hall of Fame dei più grandi di sempre.

Infortuni, maledetti infortuni. Dopo le stagioni da marziano al PSV ed al Barcellona e la sua prima esperienza italiana all'Inter, non gli hanno più dato tregua, come a voler punire tanta perfezione.

Al mondiale francese del '98, poche ore prima della finalissima con i padroni di casa, ha un malore che fa temere per la sua vita, episodio sul quale non è mai stata fatta luce fino in fondo: stress, fibrillazione atriale, attacco epilettico, reazione alle infiltrazioni, ma la realtà è che ancora oggi non si sa cosa sia successo in quel maledetto pomeriggio (qui un bellissimo articolo). Va in campo ugualmente, forse per obblighi "contrattuali" (si parlò di Edmundo inserito inizialmente in distinta tra i titolari e poi tolto a favore del Fenomeno), ma chiaramente la sua presenza è impalpabile e tutta la Seleçao risente della cosa, venendo letteralmente massacrata da Zidane e compagni. Si instaura in quello strano pomeriggio il rapporto indissolubile di Ronie con la cattiva sorte.

Il 21 gennaio 1999 si lesiona il tendine rotuleo contro il Lecce, e resta fuori per 6 mesi subendo anche un intervento chirurgico. Al rientro, il 12 aprile 2000 viene buttato nella mischia in coppa Italia contro la Lazio per fargli riprendere confidenza con il campo, ma 6 minuti dopo il suo ingresso avviene il patatrac: un movimento innaturale, e il tendine stavolta di rompe completamente. All'Olimpico cala il gelo: la carriera del Fenomeno potrebbe essere finita lì, su quel prato che avrebbe dovuto invece segnarne il rilancio.

E invece no. La voglia di tornare è più forte della sfortuna, e così a fine 2001 torna in campo, centellinato da Cuper, con l'Inter in piena corsa per quello scudetto che le mancava da 12 anni. Sembra il finale già scritto di una storia a lieto fine, con Ronaldo che torna Fenomeno e conduce l'Inter al tricolore: il 5 maggio 2002 però il cerchio non si chiude come sperato, si consuma lo psicodramma nerazzurro e Ronaldo chiude in lacrime, sempre in quello stadio in cui stava per infrangersi la sua carriera due anni prima.

Dissidi con Cuper, un mondiale vinto nella rassegna nippocoreana con il Brasile, e la voglia di vincere qualcosa di importante, lo portano a fuggire a Madrid, dove rimane per quattro anni e mezzo vincendo anche il suo secondo pallone d'oro. Il tradimento alla sua Inter si consuma con il passaggio al Milan nel gennaio 2007, e lì arriva l'ennesimo, grosso stop: stavolta salta il tendine rotuleo della gamba sinistra, ed ancora una volta sembra finita. Niente da fare, Ronaldo torna a giocare in Brasile con il Corinthians, fino a quando ieri ha deciso di scrivere davvero la parola fine.

Non ho mai visto un centravanti così completo, sinceramente: una macchina da gol dotata di tecnica sopraffina, velocità fuori dal comune ed un dribbling irresistibile, che lo ha portato a firmare diverse reti leggendarie. Forse uno con queste caratteristiche non era mai esistito, e non è detto che mai esisterà. Semplicemente, ineguagliabile. Buona vita, Fenomeno.


11 febbraio 2011

Amarcord: ricordavate? Rivaldo, l'extraterrestre..

Ogni tanto rispolvero questa rubrica, ultimamente molto trascurata, e scorrendo le puntate precedenti mi rendo conto che è sempre piacevole rivedere vecchi video di gare e campioni del passato.

Questa volta la scelta è ricaduta su uno dei calciatori più forti che ho avuto il piacere di veder danzare su un campo da calcio, la cui grandezza è stata forse in minima parte sporcata dalla non brillante parentesi italiana. Sto parlando di Rivaldo Vítor Borba Ferreira, in arte solo Rivaldo, fuoriclasse brasiliano ormai 39enne che adesso milita nel San Paolo, ma che ha raggiunto l'apice della sua carriera nel Barcellona, dove vinse due per volte consecutive il campionato spagnolo, una Coppa del Re e una Supercoppa europea. Al Milan, dove non brillò e fu poi accantonato a favore di Kakà, vinse comunque una Champions League ed una coppa Italia, prima di congedarsi consensualmente con la società e dare il via alla parabola discendente della sua carriera (qui la scheda completa del campione di Recife).

Non ho molto altro da aggiungere alle immagini di questo video: cose del genere poteva farle solo un extraterrestre. Buona visione.

09 febbraio 2011

Da zero a dieci: Eto'o marziano, redivivo Amauri


VOTO 10 - SAMUEL ETO'O Nello spettacolo di Inter-Roma, il camerunese si guadagna certamente la palma di hombre del partido. Incredibile il moto perpetuo dell'attaccante nerazzurro, sia che si tratti di far male davanti, sia che si tratti di sgobbare dietro per aiutare la squadra in fase di non possesso. Un piccolo gioiello il primo gol (seppur con la complicità di J. Sergio), poi è freddo sul rigore, serve l'assist a Motta ed entra prepotentemente nell'azione del definitivo 5-3. Può bastare? Gazzella.

VOTO 9 - FABRIZIO MICCOLI Segna nella sua Lecce con una punizione meravigliosa, non esulta e poco dopo non riesce a contenere le lacrime. Evento più unico che raro, segno che ancora nel calcio qualcuno dà un peso a sentimenti del genere. Romantico.

VOTO 8 - AMAURI Evidentemente l'aria di Torino gli faceva male, perchè altrimenti non si spiega una prestazione del genere alla seconda gara con il Parma. Prima segna la fine del suo digiuno dal gol dopo un anno, con una rovesciata da antologia, poi ci riprova e viene fermato dall'estremo difensore avversario, infine coglie una traversa con uno stacco imperioso di quelli a cui ci aveva abituato a Palermo. Nel mezzo, tanto movimento e la sensazione di aver visto finalmente un altro giocatore. Rigenerato.

VOTO 7 - ALESSANDRO MATRI Appena arrivato, si era già preso diversi rimbrotti per i troppi gol falliti nell'unica uscita in bianconero. Contro il suo Cagliari, l'attaccante dimostra che i gol li sa fare, eccome: due gol di pregevole fattura, ed anche lui decide di non esultare per rispetto verso la squadra che ne detiene ancora il cartellino. Con lui forse la Juventus ha trovato la soluzione giusta per risolvere i suoi problemi offensivi, anche se il riscatto a fine anno sarà tutt'altro che a prezzo di saldo. Manna dal cielo.

VOTO 6 - DELIO ROSSI Continua a battere sullo stesso tasto anche dopo il rocambolesco 4-2 di Lecce: "La mia è una squadra che gioca a calcio". Giusta precisazione, il suo presidente questo non lo ha ancora capito. Orgoglioso.

VOTO 5 - ENRICO VARRIALE Prova in tutti i modi a comunicare a Mihajlovic che sarebbe meglio se arrivasse prima all'appuntamento coi microfoni nel post partita, ma il tecnico viola non se lo caga di striscio. Poi passa la parola a Bruno Gentili per pochi secondi, e quest'ultimo si lascia andare ad una disquisizione tecnica nonostante l'avvertimento iniziale. Si gioca anche il jolly tirando in ballo il funzionario RAI, ma niente da fare. Fa quasi tenerezza. Ignorato.

VOTO 4 - LA CURVA DELL'INTER La panolada, per quanto coreografica, deve anche avere un senso. E francamente, un fallo da dietro di Kharja che fallo non era, ma che l'arbitro ravvisa come tale ammonendo il marocchino non è materiale sufficiente a far partire i fazzoletti bianchi. Esagitata.

VOTO 3 - SAMPDORIA Sono dolente, ma non posso che riconfermare questo votaccio per la squadra blucerchiata. La caduta libera sembra non avere fine, e adesso il terz'ultimo posto è solo a 5 punti. Se non inverte la rotta molto presto, la formazione genovese rischia di passare un rovente finale di stagione. Spenta.

VOTO 2 - MAROTTA E I VERTICI JUVE Rinnovo a Del Piero? Bah. Confusi.

VOTO 1 - GIUSEPPE CRUCIANI Ci fosse ancora il buon Maurizio Mosca, direbbe: chiiiiiiiiiii? In effetti, da dove sia sbucato questo qui l'ho scoperto da poco anche io grazie a Wikipedia e a JUVE90. Comunque sia, sta ad un opinionista di calcio come Martufello sta a Stephen Hawking, ed anche per sapere chi sia quest'ultimo vi rimando a Wikipedia. Al suo confronto anche Zazzeroni sembra capirne di calcio, e non credevo sinceramente fosse possibile. Intruso.

VOTO 0 - TUTTOSPORT La prima pagina di oggi parla di un possibile colpo-Pastore a giugno. Dopo aver annunciato Dzeko, Pazzini, Gilardino, Forlan, con i risultati che tutti sappiamo, almeno una volta tanto potrebbero avere la decenza di risparmiare l'inchiostro delle rotative. Cantastorie.

08 febbraio 2011

Lo strano caso di Milos Krasic..


Che Milos Krasic non sia più quello di inizio stagione è evidente, e del resto non sarebbe potuto essere altrimenti visto che l'ala serba della Juventus viene da circa dieci mesi di calcio no-stop. Tuttavia, quello che si sta verificando nelle ultime settimane è quasi paradossale, e mi è venuto naturale chiedermi come fosse possibile che si andasse a creare una situazione del genere.

Di cosa parlo? Parlo dell'assoluta incapacità dei tre quotidiani sportivi di riferimento di attribuire alla prestazione del serbo un giudizio che possa in qualche modo essere univoco, sbavatura più, sbavatura meno, a seconda del giornalista incaricato di compilarne la "pagella". Sembra insomma che Krasic da un paio di mesi a questa parte giochi tre partite differenti, fornendo prestazioni che si discostano, e spesso di parecchio, l'una dall'altra.

Per chiarire al meglio la cosa, prendo in prestito da pianetafantacalcio qualche voto.


Napoli - Juventus 3-0: Gazzetta 4, Corriere dello Sport 6, Tuttosport 5
Juventus - Bari 2-1: Gazzetta 5.5, Corriere dello Sport 6, Tuttosport 5.5
Sampdoria - Juventus 0-0: Gazzetta 5.5, Corriere dello Sport 5, Tuttosport 5
Juventus - Udinese 1-2: Gazzetta 6, Corriere dello Sport 5, Tuttosport 5
Palermo - Juventus 2-1: Gazzetta 4.5, Corriere dello Sport 6.5, Tuttosport 5.5
Cagliari - Juventus 1-3: Gazzetta 5, Corriere dello Sport 6, Tuttosport 6

In particolare balza agli occhi come soprattutto Gazzetta nell'ultimo periodo abbia cominciato un'opera di accanimento nei confronti del serbo che sembra essere figlia più dei suoi continui, immotivati e peraltro malamente eseguiti tuffi, piuttosto che delle sue reali, scarse prestazioni.

Chiaramente dopo quell'inizio di stagione sfavillante i primi fenomeni già iniziavano a intravedere un nuovo Nedved, anzi addirittura una versione migliorata del ceco, per quell'abitudine sbagliatissima che porta ad identificare i buoni giocatori di oggi con i campioni di ieri. Peccato che Krasic, che è e rimane un ottimo giocatore entrato in riserva dopo troppo calcio giocato, con il Pavel italiano non sembra entrarci proprio nulla, fatta eccezione per quel "vizietto" di stramazzare al suolo non appena l'avversario gli alita addosso.

Anche qui però, ci sono delle differenze: Nedved capitava che accentuasse la caduta, esasperando il contatto (e comunque il polmone quasi perforatogli da Materazzi era autentico), Krasic invece a quanto pare deve prendere qualche corso di tempistica se vuole continuare a svenire sui verdi campi della Serie A, perchè scene come quella vista a Cagliari fanno sinceramente tristezza. E gli arbitri ormai, come la Gazza, lo hanno preso di mira e non gliene fischiano più neanche mezzo, di fallo.

Comunque sia, il mistero rimane. Ed intanto, chi come me ha puntato su di lui per la sua squadra del fantacalcio, si lecca le ferite per le continue angherie praticate dal quotidiano rosa al biondo centrocampista..

04 febbraio 2011

Sampdoria, è caos: lettera dei tifosi doriani a Garrone..


 La Sampdoria è caduta in un tunnel, tra l'altro quasi senza rendersene conto. Ad inizio campionato, pensare ad una coppia Pazzini-Cassano lontana da Genova sarebbe stata follia pura, adesso i due ex gemelli del gol sono andati a rinforzare le due milanesi con due operazioni che non sono fruttate altro che la miseria di 12 milioni più il cartellino di Biabiany.

Un sogno Champions tramontato già in agosto per mano del tutt'altro che irresistibile Werder Brema, la lite Cassano-Garrone finita in collegio arbitrale, la cessione in quattro e quattr'otto di un Pazzini che a Genova sembrava non vedere la porta quest'anno e con la nuova maglia nerazzurra ha già segnato 3 gol in 2 gare, diventando già decisivo: il giocattolo si è smontato troppo velocemente, restituendo al tifoso esaltato dalla stagione passata una squadra molle, senza nè arte nè parte, che vivacchia nell'anonimato ed ha adesso solo un margine di 6 punti sul terz'ultimo posto.

E adesso proprio la curva blucerchiata ha deciso di dire basta, di far sentire la sua voce in maniera netta e senza lasciare nulla da parte: ieri sera si è tenuta a Genova l'assemblea dei Gruppi della Sud, alla quale era stato invitato anche Garrone, che ha declinato l'invito chiedendo comunque ai supporters di sostenere la squadra in questo momento difficile. Per comunicare al presidente ciò che avrebbero voluto dirgli personalmente, i tifosi della Doria hanno deciso di scrivere una lettera articolata per punti, il cui testo (fonte fantagazzetta.it) è il seguente:

"Signor Presidente, le cose che leggerà di seguito avremmo voluto dirgliele di persona . Tuttavia, come noto, Lei ha ritenuto di declinare il nostro invito, fatto che ci ha profondamente deluso, anzi, lo riteniamo ingiustificabile. Crediamo che come presidente dell'U.C. Sampdoria avesse il dovere di confrontarsi apertamente con la sua tifoseria che mai è venuta meno al rispetto verso di Lei e al sostegno verso la squadra. Così non è stato e per iscritto Le facciamo presenti i nostri malumori, dubbi e domande riguardo al difficile momento che coinvolge tutti:
• Pretendiamo rispetto, quel rispetto che spesso è venuto a mancare nei nostri confronti. La ringraziamo per l'impegno e i successi alla guida della nostra Sampdoria, abbiamo imparato a memoria la storia della ballerina malata, ma non sopportiamo più di sentircela rinfacciare ad ogni sentore di difficoltà. Le circostanze che l'hanno portata alla presidenza dell'U.C. Sampdoria non vengano mai più usate come risposta alle nostre legittime perplessità.
• Riscontriamo la presenza, in ruoli chiave della società, di individui di dichiarata fede genoana. Converrà con noi che questa situazione, se mai lo è stata, non è più accettabile.
• Le chiediamo di analizzare seriamente e con serenità le sue intenzioni riguardo la permanenza alla guida della società. Se, come i fatti lasciano presagire, perverrà alla conclusione di voler passare la mano, si adoperi per individuare un acquirente degno della Sampdoria e dei Sampdoriani.
• Chiediamo apertamente l'esonero dell'allenatore Di Carlo. Mai siamo entrati in questioni tecniche, ma alla luce dei fatti questa è l'unica scossa che si possa dare ad una squadra palesemente priva di motivazioni"


Credo che sia una forma di protesta più che civile, e che come base non ha i risultati negativi della squadra bensì un clima attorno ad essa che non è più tollerato da chi ama la propria squadra e la vede implodere giorno dopo giorno. Esonerare Di Carlo credo sia un'eventualità che Garrone stia prendendo in considerazione a prescindere dalla spinta dei tifosi blucerchiati, più che altro perchè la Sampdoria vista sin qui è squadra senza nè arte nè parte, priva di gioco e di idee. Anche se chiaramente, ritrovarsi dall'oggi al domani senza Cassano prima, e senza Pazzini poi, non sarebbe semplice per nessuno.

Rimane il fatto che la Sampdoria non segna da 4 partite 4, e se non fosse stato per il ciclone Juan abbattutosi sulla Roma probabilmente saremmo di fronte ad una serie negativa clamorosa. Dopo il 3-0 al Bari risalente alla quindicesima giornata, questo il ruolino di marcia della formazione genovese:

Brescia-Sampdoria 1-0
Sampdoria - Genoa rinviata
Palermo - Sampdoria 3-0
Sampdoria - Roma 2-1
Lazio - Sampdoria 1-0
Sampdoria - Juventus 0-0
Napoli - Sampdoria 4-0
Sampdoria - Cagliari 0-1

In totale, fanno 7 partite giocate, con cinque sconfitte, un pari e una sola vittoria, 11 gol subiti e solamente 2 fatti (peraltro tutti in una sola gara). Crisi nerissima, e una scossa a questo punto sembra necessaria. Se non dovesse arrivare nemmeno quella, la prognosi per la malata sarà infausta..

01 febbraio 2011

Da zero a dieci: Pazzini salva l'Inter, Cavani oro di Napoli


VOTO 10 - GIAMPAOLO PAZZINI Entra nel secondo tempo, e trasforma una giornata fin lì da incubo in una rimonta da urlo. Due reti da attaccante di razza purissima, un rigore procurato con esperienza e un pò di faccia tosta. Milito farebbe bene a darsi una mossa, il Pazzo adesso è arrivato e lasciarlo fuori per Leonardo sarà davvero durissima. Risolutore.

VOTO 9 - EDINSON CAVANI Un punto meno di Pazzini per due ragioni: la prima è che ormai non è una novità, vederlo segnare a raffica, la seconda è che la derelitta Sampdoria ancora shockata dal doppio addio dei gemelli del gol non era un test ostico come quello affrontato dal neo-attaccante dell'Inter. L'uruguagio è l'oro di Napoli: attaccante totale, fisicamente devastante e tatticamente impressionante. Prenderlo in estate a 17 milioni è stato l'affare del secolo. Re Mida.

VOTO 8 - ROBINHO Moto perpetuo, e poi la gente ancora si chiede perchè fallisca così tante palle gol. Senza il peso morto Ronaldinho, il Milan ha finalmente un attaccante che, nel vero senso del termine, non si ferma mai e permette così al centrocampo di sostenere il peso delle tre punte. Dopo l'espulsione di Van Bommel segna il gol che spiana la strada all'impresa, e poi serve l'assist del 2-0 a Ibra. L'ho criticato aspramente in passato, ma se il nuovo Robinho è questo tanto di cappello. Instancabile.

VOTO 7 - LIBOR KOZAK Il centravanti ceco, dato per partente verso Bologna, viene lanciato da Reja e con due gol affonda la Fiorentina mandandola in ritiro. Possente, ancora un pò grezzo, ma l'età è dalla sua e chissà, magari la Lazio ha trovato il suo centravanti del futuro in casa. Promessa.

VOTO 6 - DELIO ROSSI Sopporta Zamparini, e pertanto merita la sufficienza piena. Martire.

VOTO 5 - JAVIER PASTORE Vederlo scorazzare palla al piede è una gioia per gli occhi, ma il giovane argentino non ha ancora la cattiveria giusta per decidere davvero le gare da solo. Fallisce, seppur in fuorigioco, la palla del 3-0 cogliendo un palo clamoroso da posizione ottimale, poi nel secondo tempo spreca il primo rigore della stagione facendosi stregare da Julio Cesar. Se il Palermo non porta punti a casa dopo la gara di San Siro, grosse responsabilità sono sue. Ipnotizzato.

VOTO 4 - SAMPDORIA Se ne prendi quattro a Napoli, e il meno peggio è il portiere, evidentemente la squadra al momento non esiste. Perdere Pazzini e Cassano ha letteralmente scombussolato l'ambiente doriano, che dovrà rialzarsi in fretta per non incorrere in brutte sorprese. Malinconica.

VOTO 3 - MARIO BERETTA Peggiora quella che era già una situazione delicata con Iachini, riuscendo a rendere la squadra assolutamente nulla davanti, oltre che molle dietro. Pellissier e Mandelli affondano una barca che ormai era già prossima all'andare a picco, e lui paga, come sempre, per tutti. Tornerà Iachini, forse la squadra in fondo voleva quello fin dal principio. Naufrago.

VOTO 2 - GABRIEL PALETTA Come Zebina nelle migliori serate, come Juan a Genova, l'argentino fa più danni della peste là dietro, spargendo regali manco fosse Babbo Natale. Serata no, l'augurio è che non diventi un'abitudine. Harakiri.

VOTO 1 - BARI  Ormai ha mollato, l'annata è quella che è. Però poteva fare decisamente meglio, questa squadra. Delusione.

VOTO 0 - MAURIZIO ZAMPARINI Invoca Andrejlkovic, critica l'esclusione di Miccoli, tartassa il suo tecnico dicendo che con questa squadra chiunque farebbe bene. Poi si scaglia nuovamente contro gli arbitri, nonostante i suoi abbiano avuto il penalty del 3-1 che avrebbe chiuso la partita. A sentir lui, il suo Palermo è il Barcellona e Delio Rossi è un povero idiota. Intollerabile.