26 aprile 2011

Breaking news - 26/04/2011

  • Pier Silvio Berlusconi: "Al Milan Barbara farà bene". Pato, incazzato come un'ape, sembra abbia chiesto la cessione.
  • Scoperto il motivo dell'iscrizione dei figli di Mourinho in una scuola di Lugano: Josè ha già un accordo per allenare il Como.
  • Marotta: "Le voci sull'esonero di Delneri? False, abbiamo già pronto per lui un nuovo contratto. Da magazziniere."
  • Problemi a Milanello per Didac Vilà: il terzino spagnolo ci ha messo più di un'ora a convincere il guardiano che anche lui è un giocatore del Milan.
  • Moratti conferma Leonardo anche per la prossima stagione: "Ho già provveduto a fargli la You&Me con Mourinho."

25 aprile 2011

Da zero a dieci: super Del Piero, Bari mestamente in B

Penso di non essere mai stato così in difficoltà come nell'ultimo periodo nell'aggiornare il blog. Del resto, 7 post in un mese sono pochissimi, ma davvero più di così non sono riuscito a fare. Comunque sia, ecco le mie pagelle settimanali, assieme alle quali porgo a tutti i lettori di questo piccolo angolo di web i miei migliori auguri di buona Pasqua.


VOTO 10 - ALESSANDRO DEL PIERO Per la serie "la classe non è acqua", Pinturicchio dimostra ancora una volta che anche se l'età avanza, rimane comunque un giocatore importante per questa Juve così carente di classe ed inventiva. Segna la doppietta che sembrava aver affondato il Catania, poi se Delneri lo toglie per mettere quello scandalo di Pepe non è certo colpa sua. Campione senza tempo.

VOTO 9 - AMAURI Il paracarro bianconero sembra essere sparito definitivamente, lasciando il posto ad un giocatore che sembra sulla buona strada per tornare quello di Palermo. La doppietta di Udine pesa tantissimo nell'economia della lotta salvezza, che se dovesse essere centrata avrebbe certamente in lui uno dei protagonisti principali. On fire.

VOTO 8 - FEDERICO BALZARETTI Ara la fascia di competenza, travolgendo Maggio e segnando un gol bello e importante. Prestazione che corona un campionato di altissimo livello, e che lo lancia tra i possibili uomini-mercato per la prossima estate. Stantuffo.

VOTO 7 - FRANCESCO LODI Non so in quanti calcino le punizioni come lui, in Italia. Di sicuro sono pochi, molto pochi. Quando si presenta dalla media distanza, il portiere deve necessariamente fare il segno della croce, perchè 1 su 3 la mette dentro: dopo la doppietta col Lecce, la perla che trafigge Buffon a tempo quasi scaduto regala un punto d'oro al Catania, ora sempre più vicino all'obiettivo. Arma letale.

20 aprile 2011

Juve, e se arrivasse Mancini?


Sono solo rumors, per dirla all'inglese. Fantasiosi, forse poco attendibili, ma costanti. La Juventus, inutile girarci attorno, è in cerca di un nuovo allenatore: Delneri ha fallito su tutta la linea (ben accompagnato, c'è da dirlo), e se questo primo step della nuova gestione consisteva "solo" nel riportare la squadra in Champions (finendo poi a due galassie e mezzo dall'obiettivo), il prossimo sarà ben più ambizioso. Va da sè che consegnare le chiavi del nuovo progetto ad un tecnico su cui ormai nessuno ripone più fiducia sarebbe roba da autolesionisti, e in questi anni credo che di harakiri la squadra bianconera ne abbia compiuti già troppi.

Serve dunque un timoniere, e il ventaglio di nomi si è recentemente allargato ad un elemento che fino a qualche anno fa stava al bianconero come il diavolo all'acqua santa: Roberto Mancini. Simbolo dell'Inter post-Calciopoli, il tecnico di Jesi non si può certo dire che sia mai stato tenero verso la Juventus durante il suo passato in nerazzurro. Un pò come Capello, colui che "non avrebbe mai allenato la Juventus", insomma: la differenza è che il friulano poi la Juve la allenò davvero, mentre Mancini ancora è solo, per l'appunto, uno dei tanti rumors.

15 aprile 2011

Inter, un'eliminazione inevitabile. E chi si rivede? Le vedove di Benitez..


Nessuno si aspettava davvero l'impresa impossibile, ma era giusto dirlo quantomeno per non gettare la spugna riducendo la gara di Gelsenkirchen a poco più di una gitarella sulla Ruhr. Il problema è che una cosa è il dire, un'altra il fare, e personalmente alle reali possibilità di questa Inter di segnare quattro reti in Germania senza subirne neanche una non ci ho mai creduto.

Sognare nel calcio è giusto, quasi sempre. Il Deportivo che schiantò il Milan più forte degli ultimi 15 anni al Riazor con un 4-0 storico è un esempio di come tutto sia possibile, a patto di giocare 90' ben oltre la perfezione, nei quali deve riuscire tutto e non c'è il minimo margine di errore. Il problema però è che la squadra nerazzurra, al di là dei propositi battaglieri della vigilia, ha sfoderato una prestazione perfettamente in linea con quelle recenti, e la sconfitta per 2-1 consegna agli archivi un umiliante 7-3 complessivo in favore di quella che doveva essere una vittima sacrificale al pari di Tottenham e Shakthar.

Il discorso è molto semplice: la squadra è arrivata a questa fase della stagione cotta e stracotta. I nerazzurri praticamente non stanno in piedi, stremati a livello psicofisico da una rimonta in campionato che è partita da lontano e si è andata dissolvendo, di colpo, nel derby. Le problematiche di natura tecnica poi sono sempre quelle trite e ritrite, già discusse la settimana scorsa ma che non possono da sole giustificare un crollo così netto di una squadra che è scoppiata proprio nel momento in cui avrebbe potuto dare un'indirizzo importante alla stagione.

Il Deportivo schiantò il Milan giocando a ritmi forsennati per novanta minuti, sostenuto da una condizione fisica straripante, l'Inter ha letteralmente passeggiato sul verde prato della Veltins-Arena: ecco perchè la rimonta nerazzurra era assolutamente impossibile, mancando il requisito base che doveva sostenere uno sforzo così importante dopo il disastro dell'andata. Serviva l'intensità, la reazione isterica, serviva schiacciare un avversario inferiore nella sua metà campo e soprattutto serviva creare palle gol: nulla di questo però è stato, e quindi è giusto che cali il sipario su una formazione regredita al livello di mediocrità in cui annaspava nel novembre-dicembre scorso.

Voglio chiudere parlando di coloro che hanno addirittura tirato fuori dal cilindro niente meno che Benitez, che poi sono gli stessi che lo volevano impalato a novembre e che saltarono sul carro quando Leonardo iniziò a vincere partite in serie. Benitez aveva uno spogliatoio intero contro, e pur essendo un ottimo tecnico non c'era davvero nulla di diverso da fare se non allontanarlo, scelta peraltro pienamente supportata dai risultati successivi: però quando le cose sono precipitate, chiaramente è tornato comodo anche lui.

Dico solo che un pò le invidio queste persone, stupide come capre ma che stanno sempre dalla parte giusta al momento giusto: io purtroppo non ci riesco, ma è un limite di cui vado molto fiero.

12 aprile 2011

Da zero a dieci: Totti dà spettacolo, Sampdoria ormai nel baratro


VOTO 10 - FRANCESCO TOTTI Non si ferma più, e la sua Roma (ritornata al vecchio modulo con lui unica punta) firma una vittoria fondamentale grazie a due zampate da campione vero. Lo giudicavo in parabola discendente, ma evidentemente serviva solo una collocazione più consona a quelle che sono le sue reali possibilità attuali. Iradiddio.

VOTO 9 - SILVIO BERLUSCONI Quando diede la guida della squadra a Leonardo, non c'era un euro da spendere ed erano tanti i buchi da colmare. Adesso, dopo aver preso Ibrahimovic (di cui si è già stufato), Robinho e compagnia bella, promette in caso di scudetto almeno due campioni, magari Cristiano Ronaldo. Chissà, magari ha vinto al superenalotto.. Indecifrabile.

VOTO 8 - ALEXANDRE PATO Nel momento clou della stagione, ecco il Papero. Quello che "non è mai decisivo" e "nelle gare che contano scompare", dopo aver matato l'Inter nel derby firma anche la stoccata che mette ko la Fiorentina, regalando così una bella fetta di scudetto al Milan. L'aggancio in classifica marcatori ad Ibra è significativo, e dimostra che la media gol di Pato, considerando i minuti giocati, è assolutamente stratosferica. E Barbara, dagli spalti, applaude.. Arma letale.

VOTO 7 - ALESSANDRO MATRI Preso in fretta e furia dopo il crac di Quagliarella, l'attaccante venuto dalla Sardegna è stato probabilmente il miglior acquisto della Juventus 2010-11 assieme a Krasic. La butta dentro con regolarità impressionante (con quella di ieri al Genoa sono 18) e soprattutto è già diventato un punto di riferimento inamovibile là davanti. Della serie: altro che Amauri. Rivelazione.

11 aprile 2011

Juve, eri spacciata: contro Ruiu non c'è storia..

L'oracolo aveva parlato, e forse solo in pochi lo sapevano. Certo, se qualche juventino in più avesse preso coscienza della gravità della situazione già a luglio, non avrebbe passato intere domeniche a rodersi il fegato, rassegnandosi con grande anticipo all'ineluttabilità della sorte.

Solo qualche giorno fa ho preso visione del contributo video in cui è chiaro come fosse impossibile per la nuova Juventus puntare al benchè minimo piazzamento che non fosse, se va bene, un quarto posto. Credo sia doveroso condividere coi lettori di questo blog la prova che un'entità paranormale esiste, tifa Milan e a quanto pare ogni tanto si fa anche i cavoli delle altre squadre..

06 aprile 2011

Disfatta Inter: parte l'effetto domino?


L'Inter non c'è più. Svanita, come il sale nell'acqua, proprio nei tre giorni che avrebbero potuto dare corpo a nuovi sogni e nuove speranze di un finale di stagione da protagonisti.

A distanza di tre giorni dalla batosta nel derby, i nerazzurri inscenano contro lo Schalke 90 minuti che neanche il più pessimista dei tifosi avrebbe potuto immaginare se non con un eccesso di fantasia e catastrofismo, proiettando i film "Armageddon" e "The day after tomorrow" su un campo da calcio.

Quello che si è visto nella notte di San Siro è anche difficile da commentare, tale è la portata di un disastro destinato ad entrare nel libro nero delle peggiori disfatte dell'intera storia nerazzurra.

Il crollo della squadra campione di tutto è stato inesorabile, repentino, totale: la squadra che prima della sosta sembrava scoppiare di salute, si è ritrovata a pezzi fisicamente, mentalmente, mentre tatticamente i già precari equilibri portati dal calcio-allegria di Leonardo si sono definitavamente sfaldati riducendo la squadra ad un colabrodo capace di concedere a qualsiasi avversario la media di 5-6 palle gol pulite a partita.

Troppe vittorie, non sempre figlie del gioco espresso, avevano mascherato il grande bluff. In questo senso l'impresa di Monaco è stata sopravvalutata: al termine di un primo tempo da incubo i nerazzurri avrebbero potuto subire un passivo pesantissimo, ma un pò il fato, un pò Julio Cesar e un pò l'imprecisione sotto porta di Robben e compagni tennero a galla una squadra che sbandava paurosamente ad ogni affondo avversario. Poi è arrivata la pazza rimonta, il gol di Pandev, ed in archivio è andata una vittoria storica. I problemi però sono rimasti tutti lì, pronti a tornare a galla.

04 aprile 2011

Il derby di Leo e Allegri: storia di un confronto durato 45''..

Dopo diversi giorni di "silenzio" forzato per via di impegni incombenti, oggi mi vorrei soffermare sul derby che ha visto di fatto l'Inter soccombere nel gioco e nel risultato al cospetto di un Milan a cui in troppi avevano già fatto il funerale dopo il flop di Palermo.

Partirei intanto da questo video che risale al giorno dopo la sconfitta in Sicilia, in cui Federico Buffa analizza in modo a mio parere molto interessante le prestazioni dei rossoneri dell'ultimo periodo (derby escluso, ovviamente) e più in generale le problematiche di natura tattica legate al tipo di gioco del Milan di Allegri.


Il particolare chiave su cui è girato il derby è rinchiuso nella frase di Buffa, semplice ma quanto mai azzeccata: "Una cosa è dare a Pato 3 metri, un'altra è dargliene 10-15", sottolineando come le difese delle recenti avversarie del Milan abbiano fatto un figurone, seppur di fronte ad attaccanti di livello mondiale, proprio soffocando gli spazi di cui si nutrono elementi come il brasiliano. Sembra quasi una banalità, ma a quanto pare non lo è nemmeno tanto, visto che Leonardo ha impostato una gara suicida volta ad esaltare proprio le caratteristiche di velocista non solo del Papero, ma anche di Robinho. I due verdeoro (uno in veste di cecchino, l'altro di sciagurato divoratore di palle gol) hanno beneficiato sin dal 1' di autentiche praterie, nelle quali poi sono stati affondati i colpi mortali che hanno deciso la stracittadina.