Una campagna acquisti faraonica, con gli arrivi di Quagliarella, Cigarini, Zuniga, Campagnaro, ma una squadra molle, senza gioco nè anima, costantemente alla ricerca di un'identità che coi ripetuti cambi di modulo del tecnico non ha mai trovato: bocciato il 4-3-3, niente da fare col 4-4-2, non è andata meglio col 3-5-2. E in una situazione così deficitaria, non poteva che essere Donadoni a pagare il conto. La sua creatura, non è mai stata veramente sua, e allora cambiare può essere la giusta cura ad una grande malata di questo campionato. Arriva Mazzarri (non Mancini, che a quanto pare tutti vogliono, e nessuno prende), ed è lecito aspettarsi un risveglio importante da parte di una squadra che non sarà da Champions o da Uefa piena come vuole il suo presidente, ma può sicuramente aspirare a traguardi superiori ad una tranquilla salvezza.
Dinho salva Leo? Questo è il messaggio che è passato sui quotidiani sportivi lunedì; il mio parere è che anche in caso di sconfitta, difficilmente sarebbe cambiato qualcosa. Il Milan visto domenica a Bergamo, non è poi tanto diverso da quello visto contro Bari e Zurigo. Sotto di un gol, contro il fanalino di coda ridotto in dieci uomini per l'espulsione quantomeno discutibile di Radovanovic, è sembrato ancora un Milan che va avanti con la forza della disperazione, più che con la forza del gioco. Rimediare allo scadere un punticino, non può aver cambiato sensibilmente lo scenario attorno a Leonardo, che a mio parere è e rimane solo uno dei tanti responsabili di una gestione scellerata. E proprio per questo, Leo ha ancora tempo. Galliani sa benissimo che difficilmente cambiando il tecnico potrà cambiare una situazione figlia delle tante mancanze estive. Van Basten aveva la bacchetta magica in campo, la panchina è un'altra cosa..
Chi invece è uscito dal tunnel, è Walter Zenga. Criticato, inserito nel tourbillon dei tecnici in aria di esonero dopo lo stentato inizio del suo Palermo, l'uomo ragno si è messo il vestito buono e domenica sera ha annichilito la Juventus a caccia del primato solitario con un 2-0 che poteva essere ben più corposo. Walter ormai è tecnico navigato, la gavetta fatta in giro per l'Europa lo ha portato a saper gestire momenti di pressione e situazioni difficili (possono dire lo stesso Ferrara e Leonardo?): risultato, il Palermo incanta, Pastore e Miccoli fanno ammattire Melo e compagnia bella, Cavani e Simplicio sigillano una serata magica. Mourinho, zitto zitto, gongola e si riprende la testa della classifica grazie al gol di Sneijder a tempo scaduto, con ringraziamenti sentiti anche al Parma.
Quotazioni che salgono, quotazioni che scendono: adesso di mira c'è il fino a poco tempo fa idolatrato Ferrara, per il filotto Bordeaux-Bologna-Bayern-Palermo. La Juve recente non convince, Diego si è spento, Felipe Melo non è continuo (cosa che per il suo ruolo è grave come l'astinenza da gol per un centravanti), Buffon deve fare il super lavoro. La ruota gira, la stampa tenera non lo è mai stata. In bocca al lupo, Ciro.
Credo ke il problema non fosse in particolare l'allenatore ma sì sa ke la prima testa ke saltà è quella!! ciao
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RispondiEliminaChe delusione il Napoli!
Ero convintissimo che la squadra partenopea potesse recitare un ruolo da protagonista in questa stagione, mi sa che avevo sopravvalutato anche Donadoni. Comunque De Laurentiis è troppo impulsivo,se non riuscirà un pò a frenarsi il "ciuccio" combinerà poco...ciao!
Concordo !! De LAURENTIIS, NON 1 PRESIDENTE DI CALCIO !!!
RispondiEliminaPensavo potesse far emglio anche io.
Ciao
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