31 maggio 2009

Aston Villa-Newcastle, ennesima lezione al calcio italiano


Un'altra lezione, l'ennesima. E a questo punto (anche molto prima in realtà) dico: impariamo da loro. Ancora una volta, cerchiamo di imparare da loro, di elevare una cultura sportiva che non abbiamo e forse non abbiamo mai avuto. Speranza che rischia di restare tale: il DNA è quasi impossibile da modificare, e lo è ancor di più in questo caso.

A tutti gli Urbano Cairo della situazione si consiglia di riflettere su quanto è successo domenica scorsa nell'ultima di campionato a Birmingham, dove si è giocato Aston Villa-Newcastle. Il Newcastle di Shearer retrocede perchè battuto da un Aston Villa senza alcuna motivazione di classifica. Dopo 16 anni, i Magpies abbandonano la Premiership, nonostante una rosa che avrebbe certamente potuto ambire a ben altre posizioni. Pensiamo a ex campioni d'Europa come Butt, a calciatori che hanno calcato palcoscenici importanti come Duff, Martins, Coloccini, e ad un ex pallone d'oro come Owen. Retrocessi, perchè quando l'annata è storta, è storta, e nessuno è riuscito a salvare la barca che affondava.

In Italia, se una squadra così retrocedesse, partirebbe la contestazione più efferata. Al Villa Park, non si è andati oltre la faccia scura di Alan Shearer e le lacrime dei tifosi: nè isterismi, nè tentativi di giustizia fai da te. Il campo ha parlato, e ha detto che il Newcastle meritava la retrocessione. Agli inglesi, tanto basta per accettare il verdetto, senza accusare altre squadre di essersi impegnate troppo o troppo poco.

E così, al fischio finale, i giocatori rimangono a lungo in mezzo al campo, disperati ma confortati da un tifo straordinario. Uno striscione recitava, tradotto letteralmente: "Orgogliosi di essere Magpies..vi seguiremo ovunque". Roba da far venire i brividi, e di una bellezza assoluta.

E noi, un anno luce indietro, stiamo qui a guardare ammirati quella che in altri Paesi è semplicemente la quotidianità. Stiamo qui a pensare che il Genoa forse si è sbattuto troppo in una partita che contava poco, mentre Bologna e Chievo mettevano in forno quello che sarebbe stato il biscotto più stupido della storia del calcio (come ho spiegato altrove). E lungi da noi l'idea di guardare in casa nostra: sarebbe un peccato mortale che ci costringerebbe a fare i conti coi nostri errori, e a queste cose non siamo abituati.

Impariamo da loro. Non solo a vincere una Champions, ma anche ad accettare che nello sport la vittoria e la sconfitta sono due facce della stessa medaglia, ed entrambe vanno accettate con stile.

4 commenti:

  1. L'arte di saper perdere è forse la più difficile da imparare, perchè richiede il coraggio di riconoscere i propri errori.
    In Italia conta solo vincere, diversamente si tratta di tragedia, oltre a considerare che non si è ancora capito che si deve tifare per e non contro!! non impareremo mai! ciao
    Sergio
    C'èSolol'Inter!!!|ilBlog

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  2. Oggi nel nostro calcio l'evento clamoroso è giocare lealmente fino alla fine. La Lazio ha battuto la Reggina condannandola alla serie B così come il Genoa domenica scorsa ma il Torino ha scatenato la rissa..vegogna!

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  3. Ciao Antonio,

    oltre ad essere d'accordissimo con te in merito al tuo ultimo post, volevo proporti uno scambio link. Ho da poco aperto un blog sulla prossima confederations cup e mi piacerebbe scambiare con te i nostri indirizzi. Che ne pensi?
    Il mio link è: http://videoconfederationscup2009.blogspot.com/

    Fammi sapere!
    Ciao

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  4. Sono d'accordo con te, l'impegno da parte di tutte le squadre non dovrebbe mai mancare e pretendere che un avversario giochi in maniera molle è un'assurdità! Però non facciamo passare la storia del "biscottone" per una questione solo italica, ricordiamo di Danimarca-Svezia a Euro 2004:-)...ciao!

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