27 maggio 2009

A Cairo il tapiro della settimana!

Il personaggio mi è simpatico, ma stavolta un simbolico tapiro d'oro in pieno stile Striscia la Notizia non glielo leva proprio nessuno. A Urbano Cairo, presidente del Torino, non sono andate giù diverse cose dell'ultima giornata di campionato, ma anzichè puntare il dito contro la condotta della sua squadra fatta a pezzi da un Genoa sprecone, o contro la schifosa rissa a fine partita, ha preferito scagliarsi contro quanto successo in Chievo-Bologna e sugli spalti del Bentegodi subito dopo il fischio finale.

Caro Cairo, mi dispiace, ma i tuoi discorsi non stanno davvero in piedi. Ma andiamo per ordine, partendo dalle dichiarazioni del patron granata:

“Non mi è piaciuto sentire alcuni commenti della Menarini o di Di Vaio, mi riferisco a quando il presidente del Bologna dice che non si sono pestati i piedi col Chievo, e quando Di Vaio ha detto che i suoi ex amici del Genoa gli avrebbero dato una mano. Non ho visto una parata di un portiere, nemmeno un tiro in porta. Se questa è una partita vera...Abbiamo ancora la piccola speranza che domenica siano tutte partite vere, non solo le nostre. Il campionato non è ancora chiuso. Speriamo che il Catania giochi contro il Bologna come il Genoa ha fatto con noi".

Chievo-Bologna non è stata una partita vera? Bè, forse il presidente granata ignora un piccolo particolare: se lo 0-0 salvava aritmeticamente il Chievo, una concomitante vittoria del Torino avrebbe praticamente retrocesso il Bologna, visto che ai piemontesi sarebbe bastato solo un punto domenica contro una Roma ormai qualificata per l'Europa League. E il gol di Milito che ha chiuso la partita del Delle Alpi è arrivato solo allo scadere, quando teoricamente ancora sul 2-2 tutto sarebbe potuto succedere. Come si fa allora a dire che a Verona si fossero messi d'accordo per il pareggio? In quel caso sarebbero stati troppo furbi i veronesi, o troppo stupidi gli emiliani, ed escluderei entrambe le possibilità.

L'esultanza dei Menarini e dei giocatori tutti? Non vedo cosa ci sia di strano. Il Bologna era nel baratro, dopo aver perso punti pesantissimi in casa con Cagliari, Siena e soprattutto Reggina, e dopo la vittoria del Toro a Napoli (di quella ne vogliamo parlare, Cairo?) le speranze di salvezza erano ridotte al lumicino. Ora invece gli eventi hanno messo i rossoblù nella condizione di potersi giocare la salvezza davanti al proprio pubblico e senza pensare ai risultati di nessun'altro campo, ospitando tra l'altro una squadra che ha già chiuso il suo straordinario campionato e quindi sarà quantomeno "tranquilla". Certo è uno scenario diametralmente opposto a quello che si presentava a tifosi e giocatori domenica scorsa, un attimo prima del gol di Volpi a tempo scaduto: la serie B era dietro l'angolo, 7 giorni dopo sei con un piede e mezzo in A. Vale la pena esultare, anche se mancano 90 minuti.

Cairo, rosicare è lecito, ma stavolta hai proprio esagerato, sempre per quel maledetto costume italiano di guardare sempre oltre le proprie colpe e i propri errori, andando a pensare a quale pazzesco complotto o gioco di potere abbia portato al fallimento sportivo della propria squadra.

2 commenti:

  1. Concordo col tuo tapiro. Anchese bisogna ammettere che ogni stagione nelle ultime giornate si assistono a delle partite "strane".
    Anche questo è un pessimo costume italiano...

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  2. E' sempre stato così Entius, e il Torino per due stagioni si è salvato vincendo a Roma contro i giallorossi ormai tranquilli..la verità è che le motivazioni contano tutto o quasi a fine stagione, e i punti vanno fatti prima, se è possibile.

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