20 marzo 2010

Juve, e adesso cosa rimane?


Una disfatta. L'eliminazione della Juventus dall'Europa League rappresenta per la storia del club torinese una delle più grosse debacle nella sua centennale storia farcita di successi, imprese, soddisfazioni anche non necessariamente seguite dalla vittoria di un trofeo.

Questo sia per le dimensioni dell'avversario, il modesto Fulham di Roy Hogdson, sia per il cospicuo vantaggio maturato nella gara d'andata e che una squadra lontanamente somigliante alla vera Juve non avrebbe avuto difficoltà a gestire.

E invece si è ripetuto l'esatto copione di quella sera di dicembre, nella quale la squadra allora guidata da Ferrara aveva due risultati su tre a disposizione a Torino contro il Bayern, e dopo il vantaggio iniziale di Trezeguet che sembrava spalancare le porte ad una importante qualificazione agli ottavi si è inspiegabilmente liquefatta, facendosi travolgere dal ritorno dei tedeschi. Ieri a Craven Cottage non c'era il Bayern, ma la decima formazione della Premier League, e dopo il gol di David in apertura bastava semplicemente non perdere 4-1, ma è esattamente quello che è accaduto in una serata incredibile.

Di fronte ad una sconfitta del genere, non c'è alibi che regga. L'inferiorità numerica per la forse esagerata espulsione di Cannavaro, gli infortuni a ripetizione che hanno costellato la sciagurata annata bianconera, le scelte continuamente sbagliate di una società da reparto psichiatrico sono tutte cose ben note, ma questa Juventus incerottata e senza identità sarebbe potuta comunque uscire indenne da Londra, portando magari a casa una sconfitta, ma senza lasciare la qualificazione in Inghilterra.

Le colpe, per una volta, sono tutte dei giocatori, di quegli interpreti che hanno affrontato una gara così abbordabile senza il carattere che più dei campioni ha fatto di questa squadra uno dei team più vincenti del continente. Si sta parlando di Europa League, di un obiettivo che fino a pochi giorni prima era considerato da più parti come l'obiettivo principale della stagione, preferito anche ad un quarto posto che nell'anno dei mondiali equivale ad una seria ipoteca per un fallimento programmato l'anno dopo.

Zaccheroni, anche lui sul banco degli imputati ma forse il meno colpevole di questa situazione, al bivio decisivo ha perso forse le già poche chances di riconferma, toppando due appuntamenti cruciali ma al tempo stesso facilmente superabili. Si è passati dal 3-0 al 3-3 casalingo col Siena ultimo in classifica, e dal vantaggio di 4-1 acquisito con il Fulham ad un imbarazzante 4-5: roba da squadra di periferia, non certo da Juventus.

In aggiunta alla prestazione orripilante, da segnalare situazioni altrettanto orripilanti sugli spalti, con la solita frangia di ebeti messi lì ad insultare Zebina e Melo, anche con gesti pesanti e frasi di stampo razzista. Nello psicodramma bianconero, c'è posto anche per questo. La Juventus, quella che anche quando non aveva una squadra competitiva ai massimi livelli compensava con gli attributi e lottava, forte della soggezione che il suo nome incuteva nell'avversario, non c'è più.

Tornerà? Difficile dire se e quando. Serve competenza, serve gente giusta al posto giusto, servono investimenti mirati e non sparati lì per versare inchiostro sui giornali e far sognare i tifosi sotto l'ombrellone. Serve ricordare che quella maglia è stata di Platini, Boniek, Scirea, Boniperti, Baggio, e che non si può arrivare a scegliere tra quarto posto ed Europa League, mai. Serve che qualcuno ricordi cosa vuol dire, essere alla Juventus.

7 commenti:

  1. nella tua lista dei colpevoli ci devi mettere anche la propietà per tutti i motivi che ho elencato nel mio ultimo post.

    Per il resto abbiamo solo due alternative:
    1: rifondare (consigliata)
    2: fondare una compagnia telefonica, intercettare illegalmente gli avversari e tramite tuttosport creare un sentimento popolare per mandarli in B e giocare senza avversari in serie A. (provocatoria)

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  2. E' un'accozzaglia di giocatori che sta infangando il glorioso nome della Juventus. Stipendi bloccati e attuare ciò che Lippi voleva fare ai giocatori dell'inter, questi sono gli unici rimedi.
    Antonio non condivido solo le difese di Zebina e Melo. Melo è ancora difendibile ma da un po' di tempo ha iniziato una personale battaglia contro i tifosi. Zebina deve solo vergognarsi per il gesto rivolto ai tifosi che erano andati fino in Inghilterra a vedere queste capre che indossano la maglia bianconere. Stiamo parlando di un giocatore che da 3 anni ruba lo stipendio standosene a collezionare quadri in una villa in colina e non lo si manda via dalla Juve nemmeno a pedate. Poi quel genio di secco dopo 2 partite decenti ebbe la fantastica idea di rinnovargli in conratto e così avrà un altro anno per fare i propri comodi dietro lauti pagamenti.

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  3. Di questa ruben resta un'altra stagione con zeru tituli, come merita per tutti gli anni passati a rubare a discapito degli altri.

    Un saluto, Vincenzo.

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  4. Sante attenzione, non difendo Zebina e Melo, specie il secondo per me è assolutamente indifendibile considerato quanto è stato pagato e quello che sta dando..ma lì bè, colpa di Secco & company, che lo hanno valutato oro colato.

    Dico solo che passare a insulti razzisti è, a ragione o a torto, è una sconfitta sempre e comunque..copriteli di insulti, ma non mettete di mezzo il colore della pelle, anche se si capisce bene che è un fatto personale, visto che Sissoko non viene minimamente toccato da questi cori..

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  5. Vincenzo: ormai non siete più nemmeno originali, inventatevi una battuta nuova almeno. capisco che magari lo avrete anche scaricato come suoneria del cellulare e dovete far fruttare l'investimento, ma ormai a furia di ripeterla state diventato un disco rotto

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  6. Lasciami stare vincenzino ok? ;) è la mia nota di colore che mi procura sempre una sana risata pensando a come li abbiamo ridotti in 12 anni di "cura" Moggi :)

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