28 ottobre 2013

Conte e Galliani, è solo cieca rabbia?


E' una serie A che va di corsa, per fortuna. Domani sera sarà ancora campionato con l'anticipo serale Atalanta-Inter, e tutte le polemiche deflagrate nelle ultime 24 ore dovranno necessariamente lasciare il posto al calcio giocato, e con tutta probabilità a delle altre, nuove di zecca.

Si lamenta Conte, che ha vinto rilanciandosi in classifica, si lamenta Galliani, che ha perso all'ultimo giro di lancette. Ragioni diverse, rabbie diverse, con un comune denominatore: la mancanza di rispetto, vera o solamente presunta. E nel giro di poche ore dal fischio finale delle gare del pomeriggio, l'eco delle invettive ha iniziato a rimbalzare ovunque. Ne avremmo fatto volentieri a meno, davvero.

E' Sky Italia l'obiettivo sul quale il tecnico bianconero fa fuoco senza esitazioni, al termine di una settimana complicatissima nel quale si è detto di tutto e le due sconfitte contro Fiorentina e Real Madrid hanno complicato il cammino della sua squadra sui due principali fronti stagionali. La grande prestazione dei bianconeri contro il Genoa, pur macchiata dall'episodio del rigore che ha sbloccato una gara mai in discussione, non ha minimamente placato un Conte che già aveva ben chiaro in mente quando e come colpire, e ha vissuto il post-partita in trincea vuotando un sacco colmo di un rancore covato per giorni.



Questo l'attacco 'a piedi uniti' del tecnico leccese



Parole chiave: destabilizzazione, disinformazione. Conte raccoglie a piene mani le bordate ricevute dalla stampa riguardo il suo rapporto con la società e la squadra, e le rispedisce al mittente senza cedere di un centimetro. Il messaggio che passa dalle sue parole è chiaro: la stampa cerca di destabilizzare l'ambiente bianconero.

Vero, falso? Non importa più di tanto, perché la mossa sulla scacchiera è abbastanza chiara. Come un certo portoghese faceva anni fa, Conte si fa ombrello della sua Juventus, attirando a sè pressioni, critiche e riflettori, compattare l'ambiente in un periodo particolare della stagione in cui serve il 110%. Chi abbia messo in giro realmente le voci delle frizioni con Marotta rimane un mistero, ma i media da questo punto di vista sono un bersaglio facile perché di materiale ne fornisce parecchio, quotidianamente. Checkmate.

Galliani intanto pretende delle scuse. L'arbitraggio di Parma non è andato giù all'ad rossonero, che a quanto pare più che ai due rigori non concessi fa riferimento soprattutto all'episodio dal quale è scaturito il 3-2 finale per i ducali in piena zona Cesarini.

"Pretendo delle scuse da chi di dovere oltre che delle precise spiegazioni. Non vorrei che il nostro basso profilo fosse scambiato per una debolezza della società. A Parma ci sono stati due rigori a nostro favore netti non fischiati e la punizione da cui è arrivato il 3-2 era irregolare. Può passare il discorso sui rigori perché se l’arbitro non li ha visti non si può far nulla ma sulle palle inattive esigo rispetto. Una punizione dev'essere battuta laddove è stato commesso il fallo non 6-7 metri più avanti come è capitato a Parma"

Metri che nella giornata di oggi sono diventati anche otto, dieci. Insomma Galliani passa sopra l'orrenda prestazione della squadra di Allegri, ancora una volta in svantaggio di due reti dopo Bologna e Torino, e scarica fiumi di rabbia sul direttore di gara reo di non aver prestato attenzione a dove Parolo ha collocato il pallone che poi è finito per la terza volta alle spalle di Gabriel.

Giusto per essere chiari, stiamo parlando di un tiro scagliato da circa 35 metri, che finisce in porta perché la barriera rossonera si apre in modo anomalo: a prescindere dalla furbata dell'avversario di piazzare la palla qualche metro più avanti, un gol così non puoi prenderlo mai a meno che non ci metti del tuo. E' davvero l'arbitro il maggior imputato per la rete del 3-2? O c'è dell'altro, nell'urlo di Galliani?

Il pari non avrebbe spostato di molto la situazione deficitaria di classifica di un Milan che ha già perso quattro volte in campionato, si è salvato per il rotto della cuffia più volte con rimonte clamorose e fin qui ha dimostrato carenze strutturali importanti. Le cause e le soluzioni ad un problema di questa portata andrebbero forse ricercate oltre la rete incriminata del Tardini, magari nel fatto che i rossoneri nelle ultime quattro trasferte hanno subito 11 gol e di gioco, per adesso, non se ne vede neanche l'ombra.

Che lo sfogo del dirigente rossonero costituisca una sorta di specchietto per le allodole per deviare l'attenzione sui problemi veri ed evitare gli strascichi di un caso-Balotelli pronto a scoppiare? Possibile, per non dire probabile.

Dietro la apparentemente cieca rabbia, può nascondersi una astuta manovra volta a tutelare gli interessi personali del proprio club. E sinceramente, in un Paese nel quale si lamentano tutti ma qualcuno lo fa più degli altri, non c'è un solo motivo che mi porti a pensare che non sia così anche stavolta.

Per fortuna domani è già campionato..

Antonio Capone 
(twitter @tonycap83)

2 commenti:

  1. Probabilmente è come dici tu, nel caso di Galliani però potrebbe essere una pericolosissima arma a doppio taglio concedere degli alibi ai giocatori

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  2. Io credo che Galliani dovrebbe riflettere soprattutto sul fatto che ha lottato un'intera estate per confermare un allenatore evidentemente a fine corsa, e che questa squadra oltre che non avere un gioco si trova in una posizione di classifica inaccettabile, e paradossalmente anche migliore di quella che sarebbe potuta essere.


    Sono curioso di vedere come uscirà il Milan da questi due turni in casa con Lazio e Fiorentina..

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