Pur se in modo diverso, Juventus e Milan rispondono sul campo alla vittoria dell'Inter a Bologna, e mantengono così inalterate le distanze dai nerazzurri (rispettivamente di 5 e 7 punti).
I bianconeri si impongono di misura su un'Udinese spuntata, grazie ad un gol di Grosso al 7' del secondo tempo. Rischiano poco, gli uomini di Ferrara, ma il gioco latita, con Melo ancora ampiamente sotto la sufficienza (ma li vale 25 milioni, uno così?) e un Diego in ripresa ma sempre troppo lontano dalla porta. Il ritorno in campo di Del Piero nel secondo tempo rappresenta comunque una nota positiva della serata, oltre al risultato: il capitano ha fatto salire di giri il brasiliano, bisognoso di un riferimento in avanti che parli la sua stessa lingua calcistica. Sugli spalti, vergognosi cori all'indirizzo di Balotelli, da parte della solita frangia di bestie: "se saltelli muore Balotelli", il motivetto che si alza dalla curva juventina, uno slogan negativo per tutto il calcio italiano. Il tifo, come ho sempre pensato, non c'entra nulla: la vergogna non ha maglia, nè colore.
E se la Juve porta a casa i tre punti col minimo sforzo e senza eccessivi patemi d'animo, il Milan invece vive la sua ennesima domenica di sofferenza finalizzata allo spettacolo. Senza un perno fondamentale come Nesta, squalificato, la difesa balla più del solito, con un Kaladze impresentabile spesso scherzato dai vivaci attaccanti cagliaritani. In vantaggio con Seedorf, i rossoneri si fanno prima raggiungere da Matri, poi superare da Lazzari, bravi a sfruttare le falle aperte nella retroguardia di Leonardo.
Per fortuna, se dietro è notte fonda, davanti invece è giorno pieno. Ronaldinho, Pato e Borriello formano ormai un tridente micidiale, e proprio il centravanti italiano pareggia al 38'. Il nuovo sorpasso è firmato da un bolide di Pato, che fa esplodere un Galliani sempre più innamorato del suo pazzo Milan. Nella ripresa, Ronaldinho su rigore sembra chiudere la contesa, ma l'ennesimo buco difensivo regala a Nenè il gol che dà suspence al finale di gara. Non succede più nulla però, e così il Milan si gode il successo numero 6 nelle ultime 7 gare, il terzo posto solitario e un'ambizione del tutto ritrovata. Difficile pensare che di fronte ad avversari più solidi del pur ottimo Cagliari di Allegri sia possibile concedere così tanto, ma a quanto pare ormai è un rischio calcolato da Leonardo per primo: questo suo Milan sempre più offensivo non è adatto a difendere e gestire il risultato, tanto vale puntare a far più gol possibili, e poi il tempo dirà dove potrà arrivare.
Dietro le prime tre, spunta di nuovo la Samp, tornata a vincere dopo un periodo complicato. Cassano incanta, Rossi (suo malgrado) e Pazzini segnano: il Chievo, sconfitto ma vivo, ha da recriminare per un arbitraggio discutibile, e per dei fuorigioco segnalati erroneamente a Pellissier che avrebbero potuto modificare l'inerzia della gara. Dopo tutto quello che la Samp ha passato nelle ultime settimane con gli arbitri, c'è però da dire che se per una volta il vento spira a suo favore, non è un dramma.
Non tira una buona aria a Palermo, dove dal derby dei precari Zenga e Atzori sembra uscire rafforzato il tecnico rossazzurro e forse definitivamente compromesso il rosanero. Il gol immediato di Migliaccio aveva dato l'illusione di un pomeriggio pro-Zenga, ma il pareggio di Martinez (che poi segna un altro gol, annullato) suona come una sentenza sull'ex-portiere interista, adesso appeso a un filo. Il suo progetto non decolla, Zamparini è uno dall'esonero facile, e non è da escludere che già oggi possa arrivare la notizia del cambio di timoniere: Delio Rossi, nuovo amore del presidente rosanero, è alla finestra.
A Roma, la finora granitica difesa del Bari si scioglie al cospetto di un Totti sontuoso, autore di tre reti. Tutto il campionario del capitano giallorosso in 45': rigore, punizione bomba dal limite dell'area, sinistro sotto l'incrocio dei pali da posizione quasi impossibile. Chi dice che il Pupone è finito, adesso è servito.
Scialbo il pareggio a reti bianche tra Napoli e Lazio: i partenopei non riescono a riprendere la marcia dopo lo sfolgorante inizio della gestione Mazzarri, i biancocelesti continuano la serie negativa e adesso sono terzultimi. Insomma, il classico pareggio che non serve a nessuno.
In coda, importanti colpi di Livorno e Atalanta, vittoriosi rispettivamente sul Genoa (gol allo scadere di Pulzetti, dopo le reti di Lucarelli e Criscito) e in casa del sempre più ultimo Siena (Tiribocchi e Acquafresca): le squadre di Cosmi e Conte adesso sono a quota 12, agguantando Lazio e Bologna. Per lo sfortunato Siena, la salvezza è sempre più un miraggio.
Non ci credo, Zenga esonarato, mi dispiace un sacco!
RispondiEliminaL'ennesima vaccata di un incompetente come Zamparini..ha una squadra da decimo posto, pretende chissà quali miracoli.
RispondiEliminaHa perso un ottimo allenatore, dando l'ennesima dimostrazione di incoerenza..il suo passato parla per lui, neanche un grande tecnico come Guidolin aveva vita facile.
Si Zamparini è davvero un idiota
RispondiEliminaUn peccato per Zenga...
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