L'Inter stecca la gara casalinga contro la Roma, facendosi imporre l'1-1 dai giallorossi di Ranieri, e si ritrova la Juve a -5, azzerando di fatto il vantaggio incrementato una settimana fa dopo il ko bianconero contro il Napoli. Bruttissima la gara della squadra di Mourinho, al cospetto di una Roma incerottata (fuori Totti, Doni, Burdisso e Juan) e che perde De Rossi molto presto in seguito ad un contrasto con Vieira (frattura dello zigomo, niente Nazionale). L'alibi della fatica di Kiev regge fino a un certo punto: anche la Roma ha giocato giovedì, anche se era Europa League e non era nel gelo ucraino ma al "calduccio" della capitale.
Come a Kiev, la partenza della capolista non è delle migliori. E la Roma, che quando vede San Siro riesce a trovare energie insperate, passa dopo soli 10': Vucinic di testa beffa sia Lucio (scena già vista in passato), che Julio Cesar, apparso non proprio esente da colpe (anche qui, come a Kiev). La reazione nerazzurra non è pungente, nè produttiva: senza Sneijder, la squadra fatica a fare gioco, e crea solo un'occasione con Milito. Dall'altro lato, c'è una Roma ordinata, che con Menez crea sempre superiorità numerica e chiama i nerazzurri sistematicamente al fallo. Nella ripresa, con Balotelli e Sneijder al posto di Vieira e Muntari, il gol immediato di Eto'o (partita sufficiente per il gol, ma troppe pause e troppi errori in appoggio) sembra dare il via alla rimonta, ma nonostante la Roma arretri il suo baricentro, non ci saranno grossi rischi per Julio Sergio. L'1-1 finale dà il via al solito, rovente post-partita che ogni Inter-Roma che si rispetti ha ormai da anni. Mourinho e Ranieri difficilmente si scambieranno gli auguri, il prossimo Natale.
E se la Juve approfitta del mezzo passo falso della capolista, lo stesso fa anche il Milan, che con l'importante successo di Roma contro la Lazio porta a casa la sesta vittoria in sette partite, e agguanta il terzo posto, miraggio lontanissimo solo un mese fa. Un Milan che ha imparato a soffrire, che ha ritrovato un ottimo Ronaldinho, sempre più uomo-assist, e che soprattutto sembra aver trovato il suo assetto tattico ideale: quel 4-2-3-1 (o 4-2-1-3, poco cambia), con Dinho e Pato larghi e Borriello punta centrale.
Contro una Lazio sempre più in crisi, e sempre più prossima al cambio di guida tecnica (Ballardini sembra ormai avere le ore contate), Thiago Silva e Pato portano i rossoneri sul 2-0 con due gol di testa (bellissima l'imbeccata di Ronaldinho per il raddoppio del Papero), poi nella ripresa un clamoroso autogol proprio di Thiago Silva rimette i biancocelesti in partita. L'arrembaggio finale guidato da Cruz si risolve in un nulla di fatto, e così per la Lazio lo spettro della serie B prende sempre più corpo. C'è tempo per rialzarsi, ma senza una scossa forte questo gruppo rischia di andare alla deriva. Tanti applausi invece per Leonardo: il suo Milan piace, il suo lavoro adesso è apprezzato da tutti. E in casa rossonera, la parola scudetto torna di attualità.
Va col vento in poppa anche la Fiorentina di Prandelli, che nonostante le assenze espugna il Friuli infliggendo ai bianconeri un pesante 1-0, che potrebbe costare il posto al tecnico Marino. La velenosa punizione di Vargas vale 3 punti e il quarto posto solitario a quota 21, un punto dietro al Milan.
Sembra non riprendersi dalla serie negativa in cui è incappata la Sampdoria, grande rivelazione di inizio stagione, ma adesso in evidente fase calante. I blucerchiati cadono 2-0 a Cagliari, ma hanno di che recriminare per un evidente calcio di rigore non concesso per un fallo in piena area su Cassano. I gol di Conti e Matri fanno invece volare i sardi, che dopo un inizio simile all'anno scorso adesso sono nelle zone nobili della classifica, a soli due punti dai doriani e davanti a squadre più blasonate come Roma, Lazio, Napoli e Udinese.
A quota 20 troviamo il ritrovato Genoa di Gasperini, un pò farfallone in difesa ma dal micidiale gioco offensivo, e il Parma di Guidolin, vittorioso 2-0 contro il Chievo, e sempre più sorprendente. I liguri si complicano la vita contro il Siena fanalino di coda, distraendosi sul 3-0 (doppietta di Crespo e gol di Palladino): il 4-2 finale di Floccari scaccia ogni paura nata dopo l'uno-due senese firmato Paolucci-Maccarone.
Al granitico Bari di Ventura basta un gol su punizione dello specialista Allegretti, per piegare la flebile resistenza del Livorno di Cosmi. I pugliesi si confermano ai piani altissimi della classifica, e vantano dopo 12 giornate la miglior difesa del campionato. Segno di un impianto di gioco che funziona, e alla grande, perchè la squadra crea anche tanto, sprecando spesso troppo. L'operazione salvezza, per Ventura, rischia di completarsi molto, molto presto.
Dopo i ritmi frenetici delle ultime settimane, adesso c'è la sosta: la serie A tornerà il 21 novembre.
Secondo me si poteva fare di meglio soprattutto dopo l'infortunio di De Rossi, la riomma è rimasta praticamente senza squadra..Faty e Okaka pseudo giocatori. Cmq la Juventus ed il Milan sono sempre in agguato quindi nn sono ammesse sciocchezze in casa Inter. saluti laziali
RispondiEliminaDi sicuro quella di domenica non era una Roma, ma una Rometta..senza Totti, Doni, De Rossi subito ko, etc., dovevano essere 3 punti ovvi per l'Inter, ma nel calcio testa e gambe devono essere sempre al meglio, o vai in difficoltà contro chiunque.
RispondiEliminaJuve e Milan ci sono, e non c'è mai stato motivo di credere il contrario..il campionato è lungo e pieno di insidie, a fine girone di andata si potranno tirare le prime somme.