tag:blogger.com,1999:blog-42181218125557870272024-03-05T05:10:04.521+01:00BLOG NEL PALLONE<i>"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)</i>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.comBlogger371125tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-90899745259230543542013-11-19T14:14:00.000+01:002013-11-19T14:14:16.992+01:00#ItaliaNigeria, vista da Twitter<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi39BdG7GNusUZxYQYOpOXtLQ1qUJYKM-8aSpnb4uCQPpntp-EtWILwSlBw39MRcnEyQM5SEWcYpiaGa88bNiojvAcJCUM_jpHZtLb6D-PJdAwgmDZbhXkDr5U9OEWoUdSY0edTKr8hkvc/s1600/309a9e69ca9736057c91c39e556f9b06--300x145.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi39BdG7GNusUZxYQYOpOXtLQ1qUJYKM-8aSpnb4uCQPpntp-EtWILwSlBw39MRcnEyQM5SEWcYpiaGa88bNiojvAcJCUM_jpHZtLb6D-PJdAwgmDZbhXkDr5U9OEWoUdSY0edTKr8hkvc/s1600/309a9e69ca9736057c91c39e556f9b06--300x145.jpg" /></a></div>
Ennesimo pareggio in amichevole per gli azzurri sulla strada che porta a Brasile 2014. L'avversario stavolta è la <b>Nigeria</b>, capace di ribaltare il vantaggio iniziale di Rossi, per poi arrendersi alla rete di Giaccherini e scampandola bella più volte grazie alla scarsa vena di Parolo, e alla traversa che ha detto no alla folgore scagliata da Diamanti.<br />
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Un pari che non preoccupa, o almeno non dovrebbe, anche se noi italiani siamo da sempre maestri nel dilaniarci preventivamente criticando qualsiasi cosa orbiti intorno alla nazionale, salvo poi saltare sul carro quando le cose (come spesso ci è accaduto nella storia) iniziano ad andar bene a giugno. Ecco qualche tweet di ieri sera, ce ne sarebbero stati molti altri ma per ragioni di spazio ho dovuto selezionare solo quelli a mio parere più divertenti.<br />
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<div class="storify">
<iframe allowtransparency="true" frameborder="no" height="750" src="//storify.com/tonycap83/italia-nigeria-vista-da-twitter/embed?header=false" width="100%"></iframe><script src="//storify.com/tonycap83/italia-nigeria-vista-da-twitter.js?header=false"></script><noscript>[<a href="//storify.com/tonycap83/italia-nigeria-vista-da-twitter" target="_blank">View the story "Italia-Nigeria, vista da Twitter" on Storify</a>]</noscript></div>
<b><i>Antonio Capone
(twitter @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com1tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-30196645589494296972013-10-28T21:24:00.003+01:002013-11-19T16:20:46.054+01:00Conte e Galliani, è solo cieca rabbia?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a alt="parolo-parma-milan" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNFZ4XrKDW1E5yHxWs2hNsqv63yHgB0b5Jh1lJKoqYfqK82qvuFZpYpo2cIp9UIfbt8l1Kr0szojX-EYHjq3WWMb2rBjVtCN0YPCP1WQ2-_leSt-d2qq7YnfWsGC-4NPxRXvz6_NFv6M/s1600/falzap1.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="186" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjeNFZ4XrKDW1E5yHxWs2hNsqv63yHgB0b5Jh1lJKoqYfqK82qvuFZpYpo2cIp9UIfbt8l1Kr0szojX-EYHjq3WWMb2rBjVtCN0YPCP1WQ2-_leSt-d2qq7YnfWsGC-4NPxRXvz6_NFv6M/s320/falzap1.jpg" width="320" /></a></div>
<span id="goog_1067285630"></span><span id="goog_1067285631"></span><br />
E' una serie A che va di corsa, per fortuna. Domani sera sarà ancora campionato con l'anticipo serale <b>Atalanta-Inter</b>, e tutte le polemiche deflagrate nelle ultime 24 ore dovranno necessariamente lasciare il posto al calcio giocato, e con tutta probabilità a delle altre, nuove di zecca.<br />
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Si lamenta<b> Conte</b>, che ha vinto rilanciandosi in classifica, si lamenta <b>Galliani</b>, che ha perso all'ultimo giro di lancette. Ragioni diverse, rabbie diverse, con un comune denominatore: la mancanza di rispetto, vera o solamente presunta. E nel giro di poche ore dal fischio finale delle gare del pomeriggio, l'eco delle invettive ha iniziato a rimbalzare ovunque. Ne avremmo fatto volentieri a meno, davvero.<br />
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E' <b>Sky Italia</b> l'obiettivo sul quale il tecnico bianconero fa fuoco senza esitazioni, al termine di una settimana complicatissima nel quale si è detto di tutto e le due sconfitte contro <b>Fiorentina </b>e <b>Real Madrid</b> hanno complicato il cammino della sua squadra sui due principali fronti stagionali. La grande prestazione dei bianconeri contro il <b>Genoa</b>, pur macchiata dall'episodio del rigore che ha sbloccato una gara mai in discussione, non ha minimamente placato un Conte che già aveva ben chiaro in mente quando e come colpire, e ha vissuto il post-partita in trincea vuotando un sacco colmo di un rancore covato per giorni.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
Questo l'attacco 'a piedi uniti' del tecnico leccese<br />
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<iframe frameborder="0" height="270" src="http://www.dailymotion.com/embed/video/x16hxca" width="480"></iframe><br /></div>
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Parole chiave: <b>destabilizzazione, disinformazione</b>. Conte raccoglie a piene mani le bordate ricevute dalla stampa riguardo il suo rapporto con la società e la squadra, e le rispedisce al mittente senza cedere di un centimetro. Il messaggio che passa dalle sue parole è chiaro: <b>la stampa cerca di destabilizzare l'ambiente bianconero</b>.<br />
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Vero, falso? Non importa più di tanto, perché la mossa sulla scacchiera è abbastanza chiara. Come un certo portoghese faceva anni fa, <b>Conte</b> si fa ombrello della sua <b>Juventus</b>, attirando a sè pressioni, critiche e riflettori, compattare l'ambiente in un periodo particolare della stagione in cui serve il 110%. Chi abbia messo in giro realmente le voci delle frizioni con <b>Marotta</b> rimane un mistero, ma i media da questo punto di vista sono un bersaglio facile perché di materiale ne fornisce parecchio, quotidianamente. <i>Checkmate</i>.<br />
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<b>Galliani</b> intanto pretende delle scuse. L'arbitraggio di <b>Parma</b> non è andato giù all'ad rossonero, che a quanto pare più che ai due rigori non concessi fa riferimento soprattutto all'episodio dal quale è scaturito il 3-2 finale per i ducali in piena zona Cesarini.<br />
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<i>"Pretendo delle scuse da chi di dovere oltre che delle precise spiegazioni. Non vorrei che <b>il nostro basso profilo fosse scambiato per una debolezza della società</b>. A Parma ci sono stati due rigori a nostro favore netti non fischiati e la punizione da cui è arrivato il 3-2 era irregolare. Può passare il discorso sui rigori perché se l’arbitro non li ha visti non si può far nulla ma <b>sulle palle inattive esigo rispetto</b>. Una punizione dev'essere battuta laddove è stato commesso il fallo non 6-7 metri più avanti come è capitato a Parma"</i><br />
<br />
Metri che nella giornata di oggi sono diventati anche otto, dieci. Insomma <b>Galliani</b> passa sopra l'orrenda prestazione della squadra di <b>Allegri</b>, ancora una volta in svantaggio di due reti dopo <b>Bologna</b> e <b>Torino</b>, e scarica fiumi di rabbia sul direttore di gara reo di non aver prestato attenzione a dove <b>Parolo</b> ha collocato il pallone che poi è finito per la terza volta alle spalle di <b>Gabriel</b>.<br />
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Giusto per essere chiari, stiamo parlando di un <b>tiro scagliato da circa 35 metri</b>, che finisce in porta perché la barriera rossonera si apre in modo anomalo: a prescindere dalla furbata dell'avversario di piazzare la palla qualche metro più avanti, <b>un gol così non puoi prenderlo mai</b> a meno che non ci metti del tuo. E' davvero l'arbitro il maggior imputato per la rete del 3-2? O c'è dell'altro, nell'urlo di <b>Galliani</b>?<br />
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Il pari non avrebbe spostato di molto la situazione deficitaria di classifica di un <b>Milan</b> che ha già perso quattro volte in campionato, si è salvato per il rotto della cuffia più volte con rimonte clamorose e fin qui ha dimostrato carenze strutturali importanti. Le cause e le soluzioni ad un problema di questa portata andrebbero forse ricercate oltre la rete incriminata del <b>Tardini</b>, magari nel fatto che i rossoneri nelle ultime quattro trasferte hanno subito 11 gol e di gioco, per adesso, non se ne vede neanche l'ombra.<br />
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Che lo sfogo del dirigente rossonero costituisca una sorta di specchietto per le allodole per deviare l'attenzione sui problemi veri ed evitare gli strascichi di un <b>caso-Balotelli </b>pronto a scoppiare? Possibile, per non dire probabile.<br />
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Dietro la apparentemente cieca rabbia, può nascondersi una astuta manovra volta a tutelare gli interessi personali del proprio club. E sinceramente, in un Paese nel quale si lamentano tutti ma qualcuno lo fa più degli altri, non c'è un solo motivo che mi porti a pensare che non sia così anche stavolta.<br />
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Per fortuna domani è già campionato..<br />
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<b><i>Antonio Capone </i></b><br />
<b><i>(twitter @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-14093757999019731062013-10-25T18:29:00.000+02:002013-11-19T16:21:14.866+01:00Discriminazione territoriale e curve chiuse con 'sospensiva': un compromesso all'italiana<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a alt="curve-milan-inter" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjROBPQ4MLC45AYdezH91dA2-0VIWdiK4Oe-Kpp_QPzliHUlhQDDUL0-HQtcdBfqpXuizavqxXBIndHehOGNLW23ccWcTqP1SEUvGSae_Qrf1AmmAYFFsJvSfcyzRznW0rNBhX2qKUn_0s/s1600/curvemilaninter.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjROBPQ4MLC45AYdezH91dA2-0VIWdiK4Oe-Kpp_QPzliHUlhQDDUL0-HQtcdBfqpXuizavqxXBIndHehOGNLW23ccWcTqP1SEUvGSae_Qrf1AmmAYFFsJvSfcyzRznW0rNBhX2qKUn_0s/s320/curvemilaninter.jpg" width="320" /></a></div>
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<span id="goog_1344400712"></span><span id="goog_1344400713"></span>Che l'<b>Italia</b> fosse un Paese nel quale il termine<i> "tolleranza zero"</i> non significa assolutamente nulla era già ampiamente noto, ma è bello vedere che non si perde mai l'occasione per sottolineare ulteriormente questa condizione patologica. Se il nostro sistema calcio è lo specchio di una nazione alla deriva ormai da anni, non dobbiamo farci sorprendere dall'ennesima manovra cervellotica della <b>Figc</b> atta ad accomodare una situazione che, se affrontata col metro prestabilito, avrebbe portato alla chiusura delle curve di <b>Inter</b>, <b>Milan</b>, <b>Roma</b> e <b>Torino</b> per la recidività dei cori razzisti delle ultime settimane.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
<b>LA DIRETTIVA DELL'UEFA. </b>La manovra per combattere gli episodi di razzismo negli stadi di tutta Europa nasce direttamente dal congresso dell'Uefa del maggio scorso, nel quale vennero stabilite delle linee guida che poi le singole federazioni avrebbero dovuto adattare al proprio sistema. L’articolo 14 delle <b>Regole disciplinari dell’Uefa</b> parla di <i>"chi insulta la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in qualsiasi modo, inclusi il colore della pelle, la razza, la religione o l’etnia"</i>, e la <b>Figc</b> ha di conseguenza modificato il codice di giustizia sportiva (punto 11, comma 1) che adesso afferma:<br />
<blockquote class="tr_bq">
<i>"Costituisce comportamento discriminatorio, <b>sanzionabile quale illecito disciplinare</b>, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale e/o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori"</i></blockquote>
Da qui, l'estensione del concetto di discriminazione razziale e l'introduzione del concetto di "discriminazione territoriale" che ha aperto una polemica infinita essendo adesso colpiti anche i cori offensivi e sfottò verso altre città e tifoserie. In sostanza anche il semplice<b> campanilismo</b>, se esasperato, può far scattare sanzioni e i cori contro la città di <b>Napoli </b>sono stati un pò il pomo della discordia in tal senso.<br />
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<b>I FATTI RECENTI.</b> Durante<b> Milan-Napoli</b> del 22 settembre (consiglio questo link per reperire i <a href="http://www.ticketbis.it/biglietti-milan/ca356" target="_blank">biglietti per tutte le partite del Milan</a>), i poco simpatici cori dei tifosi rossoneri verso la città partenopea e i suoi abitanti (definiti 'colerosi', 'puzzolenti', e via discorrendo) hanno portato il giudice <b>Tosel</b> a infliggere la prima batosta, chiudendo la curva per la gara successiva contro la <b>Sampdoria</b>. Cori simili, sempre allo stesso indirizzo, si sono ripetuti anche nella gara tra <b>Juventus</b> e <b>Milan</b> dello Juventus Stadium da parte dei tifosi milanisti: anche qui, la decisione è stata la medesima, ovvero la chiusura della curva per la gara <b>Milan-Udinese</b> del 19 ottobre, "previa revisione della decisione da parte della giustizia sportiva".<br />
<br />
Questo ennesimo provvedimento ha scatenato la reazione della <b>società di Via Turati</b>, che ha alzato la voce ritenendo "priva di fondamento" la sanzione e promettendo di fare ricordo in tutte le sedi possibili per annullare la squalifica giudicata. L'accusa mossa da <b>Galliani</b> si poggia sull'inconsistenza del reato di "discriminazione territoriale", facilmente equivocabile e altrettanto facilmente infrangibile, senza contare il fatto che un provvedimento del genere rischia di rendere le società di calcio ostaggio di pochi stupidi.<br />
<br />
<b>LA RISPOSTA DELLA FIGC. </b>Incassate le ragioni del <b>Milan</b> (e non solo) riguardo la questione, la <b>Figc</b> ha aperto alla possibilità di modifica di una regola eccessivamente ferrea, pur confermando la posizione originale: ovvero, <i>"la discriminazione territoriale è contemplata delle Norme federali da tempo"</i>, e che l’Uefa racchiude anche questa eccezione nelle parole <i>"qualsiasi modo"</i>. Fino a maturare <b>la solita decisione che salva capre e cavoli</b>, introducendo una sorta di "condizionale" che costituisce un passo indietro rispetto al pugno duro richiesto dall'Uefa e inizialmente introdotto di buon grado.<br />
<br />
In parole povere, le società le cui tifoserie si macchieranno del 'reato' di discriminazione razziale e/o territoriale verranno inizialmente "ammonite", e la pena resterà sospesa per un anno solare, nel quale la situazione verrà monitorata costantemente (dobbiamo crederci?) e la sospensione potrà decadere qualora nuovi fatti dovessero verificarsi sugli spalti. La squalifica di un settore o dell'intero stadio <b>non scatterà in modo automatico in caso di recidiva</b>, ma sarà applicata solo al termine del periodo attenzionato e con modalità che dipenderanno dal comportamento delle tifoserie durante l'arco temporale: una sorta di compromesso tutto italiano, che farà felici sicuramente i vari Lotito e Galliani, ma risulta l'ennesima manifestazione di incapacità degli organi esecutivi di fronteggiare un problema e applicare alla lettera una regola che inizialmente prevedeva un modo di operare differente.<br />
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<b>PRIME 'SOSPENSIVE'. </b>Il 21 ottobre sono arrivate le prime pene 'sospensive', con la chiusura delle curve di <b>Roma, Torino, Inter e Milan</b> (a tal proposito, sono in vendita i <a href="http://www.ticketbis.it/biglietti-inter-milan/ev41268" target="_blank">biglietti per Inter-Milan</a> del prossimo 22 dicembre) e per cori di tipo razzista. Pena ovviamente comminata, ma sospesa per un anno <i>"con l'avvertenza che, nel caso di recidività nell'ambito di tale periodo, la sospensione verrà revocata e la sanzione si aggiungerà a quella deliberata per la nuova violazione"</i>. Se non è un finale a tarallucci e vino poco ci manca, perché c'è da scommettere che in mancanza di un metro di giudizio per misurare i reati di 'discriminazione territoriale' ne vedremo e sentiremo delle belle. Secondo quale principio dire "Juventino/Interista/Milanista pezzo di merda" sarebbe più o meno grave di dire "Napoletano puzzi e hai il colera"?<br />
<br />
In Germania un tipico coro anti-Werder recita pressappoco così:<i> "Was ist grün und stinkt nach Fisch? Werder Breeeeeeeeeeeeee-mè-n" (c</i><i>os'è verde e puzza di pesce? Werder Breeeema)Cosa è verde e puzza di pesce? Il Werder Bremen)</i>. Su queste basi, ogni curva della Bundesliga sarebbe passibile di chiusura, ma anche lì vai a capire come reputare un tipo di coro del genere: accettabile, non accettabile?<br />
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Sugli arbitri italiani, già parecchio in difficoltà, una nuova responsabilità pesante. Senza strumenti in mano, valutare le situazioni sarà difficilissimo ed è praticamente certo che assisteremo a nuove, pesanti polemiche. Come se non ne avessimo già abbastanza..<br />
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<b><i>Antonio Capone</i></b><br />
<b><i>(twitter @tonycap83) </i></b><br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-67876478311322798992013-10-25T14:00:00.000+02:002013-10-29T18:00:30.852+01:00Juventus, la rabbia va oltre Grafe e Ronaldo<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a alt="Cristiano-Ronaldo-Juventus" href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg1nPOAbdK5Yn0-tLF2_y-1fRdeEcQgII75x1GQjGLyGf3DFNGamFNpAX10ZhyphenhyphenUd1iFpXnGMrFVQfr6zC3n_3SRaoWmyF2Sky00kt_4gjkc1_ex9SKylcyVQnHfLHSo6v-_RxeEKbodwA/s1600/ronaldo.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhg1nPOAbdK5Yn0-tLF2_y-1fRdeEcQgII75x1GQjGLyGf3DFNGamFNpAX10ZhyphenhyphenUd1iFpXnGMrFVQfr6zC3n_3SRaoWmyF2Sky00kt_4gjkc1_ex9SKylcyVQnHfLHSo6v-_RxeEKbodwA/s1600/ronaldo.jpg" /></a></div>
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E' una <b>Juventus</b> che schiuma rabbia, quella uscita sconfitta dal <b>Real Madrid</b> di Carlo Ancelotti al termine di una gara interpretata nel modo giusto, ma nella quale gli episodi e qualche decisione arbitrale dubbia hanno contribuito a far sì che al fischio finale ad esultare fossero solo i <i>blancos</i>.<br />
<br />
Una rabbia comprensibile, perché i bianconeri hanno fatto tutto quello che era nelle loro possibilità per mettere i bastoni tra le ruote ad un avversario tecnicamente di tutt'altro spessore, capace in estate di lanciarsi in una maratona estenuante per portare in Spagna <b>Bale</b> con una <b>pioggia indecente di milioni di euro</b>. Hanno fatto il possibile ed anche qualcosa in più, perché la squadra è sempre rimasta in partita anche dopo la mazzata dell'espulsione di <b>Chiellini</b>, evitando un'imbarcata a quel punto prevedibile e sfiorando un pari che avrebbe avuto del clamoroso.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
Il punto è che, al netto delle sceneggiate di <b>Ronaldo</b> (mi viene in mente <b>Busquets</b> in Barcellona-Inter e penso: quando si gioca in Spagna è davvero tutto permesso?) e di un risultato che penalizza i campioni d'Italia ben oltre i propri demeriti, <b>la Juventus è arrivata a Madrid a giocarsi un buon 60-70 percento di qualificazione</b>. E' questa la vera, grande anomalia che la serata del Bernabeu non ha fatto altro che rimarcare ulteriormente, perché presentarsi ad un doppio confronto con il <b>Real</b> con la miseria di due punti (totalizzati in casa del modesto <b>Copenaghen</b> e a Torino contro il <b>Galatasaray</b>) ti mette necessariamente in una scomoda situazione da dentro o fuori.<br />
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La squadra di <b>Conte</b> ha dilapidato un patrimonio nei primi due favorevolissimi turni. Specie in Danimarca, dove la squadra di casa è riuscita a fare un figurone impattando 1-1, salvo poi venire sommersa di gol da <b>Real</b> e <b>Galatasaray</b> nei due incontri successivi. Ecco, quei due punti lasciati al <b>Parken Stadium</b> rischiano di pesare come un macigno tra due settimane, qualora lo scenario peggiore (ma non per questo meno probabile) dovesse materializzarsi.<br />
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La situazione del gruppo B, oggi, è la seguente<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCgrOn8_8EZBhcbTgQT12JMmdj6icPq2wI849Jn2Qm68FFkKZBPFJw0n4P56TGzSv_Yt0PxdqQGCK5ID4K72pZ3d9tswpRqKRyKqW98LRPvu7u4Sxwo9vgoKEVd44IgLw4zYeGP4a9PjQ/s1600/juvereal.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjCgrOn8_8EZBhcbTgQT12JMmdj6icPq2wI849Jn2Qm68FFkKZBPFJw0n4P56TGzSv_Yt0PxdqQGCK5ID4K72pZ3d9tswpRqKRyKqW98LRPvu7u4Sxwo9vgoKEVd44IgLw4zYeGP4a9PjQ/s1600/juvereal.png" /></a></div>
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e diciamolo, al di là del pessimismo comprensibile dei tifosi, non è fantascienza ipotizzare che il 5 novembre la <b>Juventus</b> realizzi l'impresa di battere il <b>Real</b> tra le mura amiche, e nel contempo il <b>Galatasaray</b> non vada oltre il pari nel freddo danese. In questo caso, le due squadre si ritroverebbero appaiate a quota 5, e quello che si giocherebbe in Turchia all'ultima giornata diventerebbe un vero e proprio spareggio, con fattore campo decisamente non favorevole. <br />
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Il sipario calerebbe quasi del tutto qualora i bianconeri non riuscissero ad ottenere i 3 punti contro gli spagnoli, e la squadra di <b>Mancini</b> sbancasse anche <b>Copenaghen</b>: turchi a 7, torinesi a 3 (o a 2 nel peggiore dei casi), e qualificazione appesa a un filo sottilissimo. Battere i danesi a Torino infatti non basterebbe, perché sarebbe necessaria un'impresa ad Istanbul con due risultati su tre sfavorevoli. Senza contare il fatto che se <b>Drogba</b> e compagni dovessero riuscire nell'impresa di far punti a <b>Madrid</b>, il girone si chiuderebbe con una giornata di anticipo.<br />
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Sono tutti calcoli che lasciano il tempo che trovano, me ne rendo conto. Le partite vanno giocate e ancora tutto può succedere, ma questa <b>Juventus</b> non si sarebbe mai dovuta trovare in una situazione così ingarbugliata viste le occasioni che le sono state servite su un piatto d'argento al momento della compilazione dei gironi eliminatori. E al di là della sfortuna, dei miracoli del portiere di turno, e di arbitraggi decisamente non all'altezza di certe sfide, bisogna riconoscere che <b>questa squadra non sembra ancora sufficientemente matura per arrivare in fondo a questa competizione</b> e giocarsela coi top club.<br />
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Da ora in poi, serviranno solo imprese e nulla di meno. <b>Conte</b>, come <b>Lippi</b> fece per due anni consecutivi nel 1997 e 1998, deve costruire adesso il suo piccolo miracolo sportivo riacciuffando una qualificazione che ad oggi appare lontana, molto lontana. Riuscire o meno in questa impresa avrà un impatto importante sulla stagione della <b>Juventus</b>, che per la prima volta nella gestione del tecnico leccese si trova a dover inseguire su due fronti. E a giocarsi quasi tutto in un mese.<br />
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Chiudo con una piccola vena polemica, che sintetizzo in questo piccolo contributo creato su Storify. Va bene la rabbia, ma nei giudizi ci vuole equilibrio.<br />
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<div class="storify">
<iframe allowtransparency="true" frameborder="no" height="750" src="//storify.com/tonycap83/conte-e-gli-errori-piu-o-meno-eclatanti/embed?header=false" width="100%"></iframe></div>
<b>Antonio Capone </b><br />
<b>(twitter @tonycap83)</b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-57313923424806248812013-10-19T14:05:00.000+02:002013-10-19T14:12:25.708+02:00Succede anche questo: il gol fantasma di Stefan Kiessling [VIDEO]<b>Stefan Kiessling</b> ha dimostrato in questi anni di essere uno dei migliori centravanti della <b>Bundesliga</b>, capace di segnare in tutti i modi. Ieri però l'ha davvero combinata grossa, suo malgrado, perché il gol segnato all'<b>Hoffenheim</b> è un chiaro abbaglio del direttore di gara e dei suoi collaboratori: sul colpo di testa dell'attaccante, infatti, il pallone muore chiaramente sull'esterno della rete ma a causa di un buco nella stessa dà l'illusione (solo) ottica del gol, che viene convalidato nello stupore generale.<br />
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<div style="font-style: italic; font-weight: bold; text-align: center;">
<iframe frameborder="0" height="270" src="http://www.dailymotion.com/embed/video/x165c2c" width="480"></iframe></div>
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<b><i><br /></i></b>Gol pesantissimo, che permette alla squadra di Hyppia di salire in testa alla classifica in attesa del Bayern impegnato oggi. Finita qui? Pare di no, perché <a href="http://www.dailymail.co.uk/sport/football/article-2466352/Stefan-Kiesslings-phantom-goal-gives-Leverkusen-win-Hoffenheim.html" target="_blank">l'Hoffenheim ha ufficialmente richiesto di disputare nuovamente l'incontro</a> invocando l'errore tecnico, decisivo, dell'arbitro.<br />
<br />
Nel frattempo, una domanda mi passa per la testa da qualche ora: cosa sarebbe successo in Italia, se si fosse verificata esattamente la stessa, bizzarra situazione?<br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i>Antonio Capone</i></b><br />
<b><i>(twitter @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-64346260380033089532013-10-14T16:30:00.000+02:002013-10-29T18:00:44.907+01:00Liverani come Strama, nel girone degli ignavi (con riserva)<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv0_8kvSJkF35hXus1PXmVLrIIlffm8ZW7ai6OlCsWbRzwBYAe1KnnCnFcn49xqh5r5NAXXq-XxsANHkHFWZUwKMcaiWOCPi1TxJCaWCIbqPEsqNrccwDf8JC_fYDIvYq5vcc_-pNHqWI/s1600/liverani.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="170" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjv0_8kvSJkF35hXus1PXmVLrIIlffm8ZW7ai6OlCsWbRzwBYAe1KnnCnFcn49xqh5r5NAXXq-XxsANHkHFWZUwKMcaiWOCPi1TxJCaWCIbqPEsqNrccwDf8JC_fYDIvYq5vcc_-pNHqWI/s320/liverani.jpg" width="320" /></a></div>
<b><i><br /></i></b>Avrei voluto scrivere questo post diversi giorni fa, quando l'esonero di Liverani da parte del presidente Preziosi era ormai cosa fatta e aprire una discussione del genere avrebbe avuto forse molto più senso di quanto non ne abbia invece adesso. Ad ogni modo, il tempo è quello che è ultimamente, e confido nel fatto che il concetto principale che voglio esprimere in questo articolo sia ancora interessante e non abbia superato la fatidica data di scadenza.<br />
<br />
Vorrei partire da una nozione basilare tratta dal <b>kit di sopravvivenza per tecnici del nostro campionato</b>: nella serie A attuale, e con certi presidenti capaci di mangiarsi allenatori come fossero noccioline, il risultato per chi guida una prima squadra è l'unica via percorribile per garantirsi un futuro saldo, duraturo e per quanto possibile al riparo da fantasmi sempre pronti a uscire dall'oscurità dopo i primi scivoloni. Concetto abbastanza ineccepibile essendo le società di calcio delle vere e proprie aziende, ingrediente letale se d'estate si parla di progetto e costruzione <b>salvo poi far rotolare teste alla terza o quarta giornata di campionato per un pareggio o una sconfitta di troppo</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
L'avventura di <b>Fabio Liverani</b> sotto la parte rossoblù della <i>Lanterna</i> è durata fino al fischio finale della gara interna contro il <b>Napoli</b>, che ha consegnato alle statistiche la quarta sconfitta del Grifone nelle sei uscite stagionali ed evidenziato la cronica incapacità di fare gioco di una squadra che si stava pericolosamente avvitando su se stessa e che ha avuto nel derby con la <b>Sampdoria</b> l'unica notte di vera gloria. <b>Preziosi</b>, notoriamente poco incline a optare per la via della stabilità, ha difeso la sua scelta estiva per troppo poco tempo, gettando la spugna appena la situazione è iniziata a precipitare e richiamando una vecchia conoscenza come <b>Gasperini</b> che tanto bene fece in Liguria prima di collezionare esoneri a <b>Milano</b> e soprattutto <b>Palermo</b>.<br />
<br />
Per l'ex centrocampista del Perugia, su cui Preziosi aveva puntato in modo deciso in estate incoronandolo come <i>"uno dei migliori allenatori in prospettiva"</i>, la mannaia dell'esonero è calata inesorabile non appena la squadra <b>ha di fatto smesso di giocare a calcio e il tecnico stesso ha 'venduto l'anima al 3-5-2'</b> tanto di moda (che poi ognuno lo gestisca in modo differente è un discorso a parte) per limitare il numero di gol subiti e blindare una fase difensiva che forse aveva concesso troppo, ma ad avversari due spanne superiori come <b>Inter </b>e <b>Fiorentina</b>. Il progetto di calcio propositivo, imperniato sulla sapiente regia di <b>Lodi</b>, una difesa a 4 con due esterni di spinta come <b>Vrsaljko</b> e <b>Antonelli</b> e due ali al servizio di <b>Gilardino</b> è stato frettolosamente accantonato per uniformarsi allo status quo del <i>"primo non prenderle" </i>che ha trovato la sua traduzione tattica in una difesa non più a quattro ma praticamente a cinque, con il ruolo di Lodi drammaticamente stravolto e il conseguente calo delle prestazioni del regista fino alla panchina per 90' contro il Napoli. Risultato: se prima il <b>Genoa</b> provava a giocare a calcio, la cura è stata peggio del male perché la squadra si è via via spenta tra le incertezze del proprio allenatore fino all'ovvio epilogo.<br />
<br />
Ad <b>Andrea Stramaccioni </b>(che tra l'altro era tra i papabili per rilevare proprio <b>Liverani</b>) è successo qualcosa di molto simile all'<b>Inter</b>, ed anche in quel caso tra le diverse attenuanti che possiamo dare al giovane e inesperto allenatore, pesa come un macigno quella scelta di sacrificare il proprio credo tattico in nome di risultati che comunque alla fine si sono rivelati i peggiori dell'ultimo ventennio nerazzurro. Anche lì <b>Strama</b> era partito con una idea di calcio sviluppata nel semestre finale della stagione 2011/12, ma le sconfitte interne contro <b>Roma</b> e soprattutto <b>Siena</b> fornirono materiale su cui riflettere: visto che a San Siro avere il pallino del gioco in mano non pagava, e l'avversario approfittava costantemente degli spazi offerti per passare e riscuotere i 3 punti alla cassa, perché non virare su uno stile più attendista e giocare sulle ripartenze lasciando la fase offensiva nelle mani dei 2-3 davanti? Il piano inizialmente sembrava funzionare, e il sacco dello <b>Juventus Stadium</b> dava al giovane tecnico gli elementi per credere di aver imbroccato la strada giusta. Il resto come sappiamo è storia, e i 57 gol subiti dai nerazzurri in 38 partite nonostante un mostro come <b>Handanovic</b> tra i pali la dicono lunga su quanto malsana è stata la scelta sul lungo periodo.<br />
<br />
Non è solo una questione tattica, tutt'altro. E' psicologia spicciola. Se instilli nei calciatori il dubbio che neanche tu sai che pesci prendere, il prodotto che avrai sul campo sarà quello di una squadra insicura e che proietta sul terreno di gioco le insicurezze del proprio allenatore. Se i tuoi calciatori di fatto (non a parole, difficilmente sentiremo qualcuno dire "è vero, non seguivamo il mister") non credono in quello che cerchi di comunicargli perché percepiscono il marasma che hai in testa, il punto di non ritorno è già alle spalle. Anche perché se fine deve essere comunque, quella dignitosa è generalmente l'opzione preferibile.<br />
<br />
Difficile biasimare chi, privo dell'esperienza e del supporto necessari per tirarsi fuori dai guai, cerca di salvare il proprio lavoro tentando strade alternative più in linea col paradigma di riferimento corrente. Il rischio, a mio avviso altissimo, è che alla fine si paghi non solo con un esonero, ma anche con una credibilità sporcata da gestioni infelici nelle quali hanno fatto difetto valori ben più importanti della semplice preparazione tattica.<br />
<br />
<b>Liverani</b> e <b>Strama</b>, avrete senz'altro una nuova occasione. Credete nelle vostre idee stavolta. <br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i>Antonio Capone</i></b><br />
<b><i>(twitter @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-80597285739368734852013-07-05T17:42:00.002+02:002013-10-29T18:01:06.346+01:00Calciomercato, cosa 'vedono' i bookmakers?<div class="separator" style="clear: both; text-align: left;">
Non c'è che dire, anche in Italia come Oltremanica ormai è possibile scommettere praticamente su tutto. E se di calcio giocato ormai se ne vede poco, in attesa dei raduni delle squadre e delle prime amichevoli estive, a tenere banco è il calciomercato non solo sui quotidiani sportivi, ma anche nel mondo del betting.</div>
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Qualche colpo è già stato chiuso, come <b>Tevez alla Juventus</b> e <b>Neymar al Barcellona</b>, qualcun altro è ormai considerato in via di definizione come il passaggio di <b>Cavani al PSG</b>, e c'è da star certi che essendo ancora solo il 5 di luglio, tanto si muoverà nei prossimi due mesi (scarsi) di trattative, con molti big che potrebbero presto cambiare squadra andando a cercare nuovi stimoli e contratti altrove.</div>
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Tra i siti di <a href="https://www.betclic.it/c/scommesse-sportive-online/" target="_blank">scommesse sportive online</a> mi sono appoggiato a Betclic per dare una misura di quelle che sono le sensazioni dei bookmakers riguardo i movimenti di mercato che potrebbero realizzarsi durante questa sessione di calciomercato. Un occhio di riguardo è stato dato alla serie A, ma come possiamo vedere dall'immagine c'è parecchia attenzione anche verso gli sviluppi delle situazioni legate a fuoriclasse in uscita come <b>Ibrahimovic</b> e <b>Suarez</b>.</div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_NCahZ62HTwrBJ7e93xblS3lGoCSsxZvkj2SfKJLeLNQG4UusEYMsEWRQ4iYVCS12dsvv8qRP-XJXgFDTw2-5f5wD7dLqXbAvC2gpByALjKxATkQ4gT5ELD6_sAjfOiRyHI63SsIR9Hs/s610/scommessemercato1.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEg_NCahZ62HTwrBJ7e93xblS3lGoCSsxZvkj2SfKJLeLNQG4UusEYMsEWRQ4iYVCS12dsvv8qRP-XJXgFDTw2-5f5wD7dLqXbAvC2gpByALjKxATkQ4gT5ELD6_sAjfOiRyHI63SsIR9Hs/s1600/scommessemercato1.png" /></a></div>
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwYOlFd-1x0nwIGIYx9ZGa5sDcjJYaEFtHdEcgAy54aThLJE_LixYbGqQEYlS1uon7Q0XcmhKjYSGwyBslufpRWo_TqhhunxmJbAJVgor6GmAxwbQWbrEM1hhmzPwvyqH3W2haFPspW8/s1600/scommessemercato2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiAwYOlFd-1x0nwIGIYx9ZGa5sDcjJYaEFtHdEcgAy54aThLJE_LixYbGqQEYlS1uon7Q0XcmhKjYSGwyBslufpRWo_TqhhunxmJbAJVgor6GmAxwbQWbrEM1hhmzPwvyqH3W2haFPspW8/s1600/scommessemercato2.png" /></a></div>
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La prima considerazione che farei, è quella su <b>Jovetic</b>: che il montenegrino lascerà Firenze è praticamente scontato, e la viola si sta muovendo proprio in funzione di questa cessione pressando <b>Mario Gomez</b> (calciatore molto diverso da Stevan, ma che sembra perfetto per lo scacchiere di Montella orfano di un vero '9'), oltre a puntare molto sul totale recupero di <b>Giuseppe Rossi</b>. La quota di 1.15 lascia poco spazio alle interpretazioni, chi vorrà rischiare puntando sulla permanenza di JoJo in Toscana magari ci pensi su due volte.<br />
<br />
Un altro elemento che a mio parere saluterà la serie A è <b>Daniele De Rossi</b>, sempre meno <i>Capitan Futuro</i> e per il quale Josè Mourinho sembra aver rotto gli indugi. L'ingaggio del giallorosso è decisamente elevato (6 milioni annui), con l'offerta giusta può partire anche perchè il feeling con la tifoseria non è più ai massimi storici come una volta. Il 'cambio squadra' è sorprendentemente pagato a 1.95, francamente non ce lo vedo De Rossi ancora con la maglia della Roma alla prima di campionato.<br />
<br />
Interessante la situazione di <b>Luis Suarez</b>, talento eccezionale del <b>Liverpool</b> avvezzo talvolta a dare di matto. Il rapporto coi Reds si è praticamente esaurito dopo la mega-squalifica comminata in seguito al morso inferto a <b>Ivanovic</b>, e l'unico ostacolo alla sua cessione potrebbe essere rappresentato dalla sua decisamente elevata quotazione di mercato: 42 milioni di euro (stando a <a href="http://www.transfermarkt.it/it/luis-suarez/profil/spieler_44352.html" target="_blank">Transfermarkt</a>). Il <b>Chelsea</b> sembra essere sul punto di affondare gli artigli anche su di lui, ma non è da sottovalutare neanche il <b>Real Madrid</b> di Ancelotti che, perso <b>Cavani</b>, potrebbe sterzare su un elemento che, bizze caratteriali a parte, è senza ombra di dubbio uno dei primi 5-6 attaccanti al mondo. Il 3.20 pagato qualora la prossima squadra dell'uruguagio sarà ancora un team della Premier comunque fa gola, e lo consiglierei a eventuali interessati.<br />
<br />
Difficile da inquadrare la posizione di <b>Ibrahimovic</b> al <b>PSG</b>, e soprattutto difficile da capire se l'arrivo di Cavani avrà ripercussioni positive o negative sui mal di pancia dello svedese, generalmente poco avvezzo a dividere il suo 'trono' con altri. La coppia <b>Cavani-Ibra</b> potenzialmente fa spavento ed in Europa sarebbe seconda solo a Neymar-Messi, considerando poi la difficoltà nel trovare acquirenti per un 31enne la cui quotazione si aggira attorno ai 28 milioni e che attualmente percepisce uno stipendio a otto cifre attualmente direi che resta in Francia, magari ingurgitando un pò di acqua e alloro all'occorrenza. Quota 1.40, per chi è di avviso contrario comunque il 2.75 non è affatto male.<br />
<br />
Un altro che sembra avere la valigia in mano è <b>Boateng</b>, con l'offerta giusta partirà anche perchè l'arrivo di Honda pare ormai cosa fatta e il ghanese non è più in sintonia da tempo con l'ambiente e la tifoseria. Non ci penserei su molto a giocarmi il 'cambio squadra'. Il 'coin-flip' assegnato a livello di quote a Wayne Rooney invece lo gestirei in modo opposto, perchè pare che <b>Moyes</b> sia vicinissimo ad annunciare la permanenza del suo campione anche per la stagione 2013/14.<br />
<br />
Tutte in divenire le situazioni di <b>Edin Dzeko</b> e<b> Angel Di Maria</b>: non rischierei ancora su di loro, ma dovendo espormi punterei sulla cessione del bosniaco e la permanenza dell'argentino. Difficile immaginare <b>Lichtsteiner</b> e <b>Giovinco</b> lontano da Torino, il primo più del secondo dovrebbe essere ancora una colonna dell'undici di Antonio Conte: ma si sa, nel calcio mai dare nulla per scontato.<br />
<br />
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-40688840395709961402013-07-04T11:46:00.000+02:002013-10-29T18:01:26.179+01:00PSG, i soldi non possono proprio tutto<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-HaqEBRJhVeUVIaG5LV_RPgge47AatSj3bEyCRuUVXvZEGG9zadlSkekK0jB-LXENLGEIaC0Xxbiqf9kD3RVbHsXGNvFIz2AVCXKWyHtXQ6zJzY2uvWrbY2Z1NaJMIrnoFSWG2SWrTkY/s340/ancelotti-e-leonardo-presentazione-psg.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="ancelotti-leonardo-psg" border="0" height="202" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj-HaqEBRJhVeUVIaG5LV_RPgge47AatSj3bEyCRuUVXvZEGG9zadlSkekK0jB-LXENLGEIaC0Xxbiqf9kD3RVbHsXGNvFIz2AVCXKWyHtXQ6zJzY2uvWrbY2Z1NaJMIrnoFSWG2SWrTkY/s320/ancelotti-e-leonardo-presentazione-psg.jpeg" width="320" /></a></div>
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Parigi è una città meravigliosa, forse unica al mondo (se non ci siete mai stati, credetemi sulla parola). Calcisticamente parlando, la squadra della capitale francese vanta un numero di sostenitori che si attesta attorno all'<b>undici per cento dell'intera popolazione transalpina</b>, un dato che è secondo solo a quello dell'Olympique Marsiglia, con il quale esiste una rivalità simile a quella che divide da sempre Barcellona e Real al di là dei Pirenei.<br />
<br />
Dopo l'era d'oro vissuta negli anni novanta, con il club che <b>sotto il controllo della famosa emittente televisiva Canal+</b> riuscì a centrare titoli e piazzamenti importanti (5 semifinali europee tra il 1992 ed il 1997) e godere delle giocate di campioni come <b>George Weah</b>, <b>David Ginola</b>, <b>Raì</b>, <b>Leonardo</b> e <b>Youri Djorkaeff</b>, un PSG indebitato e costretto a un ridimensionamento passando sotto la gestione del consorzio formato da <b>Colony Capital, Butler Capital Partners e Morgan Stanley</b> è via via sprofondato nell'anonimato della Ligue 1, finendo anni luce lontano da una dimensione europea in linea con le aspettative di una piazza esigente e per nulla tenera.<br />
<a name='more'></a><br />
Oggi la situazione è cambiata, completamente. Il <b>PSG</b> oggi è campione di Francia, vanta una disponibilità economica illimitata grazie all'arrivo dei capitali della <b>Qatar Investment Authority</b>, e può permettersi di sostenere in due anni campagne acquisti del genere<br />
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<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii4VYmyM940dKMi2-Z1P2uzf7BLiorzA1uLgu5em8yQYfSA6neWI3-IZKofXDItymX28-ymA2wfz3Cigwl5cVEyezfKrhRjxSn4yU9kIs_sqS4SdpdtUmZmRixpW3G7QQ3zIpTIgPGZ1k/s790/psg2.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="325" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEii4VYmyM940dKMi2-Z1P2uzf7BLiorzA1uLgu5em8yQYfSA6neWI3-IZKofXDItymX28-ymA2wfz3Cigwl5cVEyezfKrhRjxSn4yU9kIs_sqS4SdpdtUmZmRixpW3G7QQ3zIpTIgPGZ1k/s640/psg2.png" width="640" /></a></div>
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<br />
Una sorta di dittatura imposta sul mercato, con colpi chiusi grazie a un potere economico capace di far saltare il banco sia su trattative complicatissime (vedi lo 'scippo' di <b>Ibra</b> e <b>Thiago</b> al Milan con la doppia operazione dell'estate scorsa), sia su operazioni che parevano chiuse su basi differenti da altri club (<b>Lucas</b> era praticamente a un passo dall'Inter, il rilancio fuori mercato di Leonardo ha scompigliato le carte). La politica di aggressione al mercato adottata dai parigini ha comunque portato i suoi frutti, con <b>il titolo di campioni di Francia </b>arrivato quest'anno dopo essere sfumato clamorosamente l'anno scorso a favore della rivelazione <b>Montpellier</b>, ed una Champions League giocata in maniera più che dignitosa con l'eliminazione-beffa ai quarti di finale ad opera del Barcellona dopo due pareggi maturati nel doppio confronto.<br />
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<b>Carlo Ancelotti</b>, dopo l'atterraggio tutt'altro che morbido sul pianeta PSG nel gennaio 2012 (con la squadra prima in classifica sotto la guida del bistrattato <b>Kombouarè</b>) è riuscito a centrare l'obiettivo di creare un team competitivo non solo in patria (dove la concorrenza oggettivamente non è il massimo) ma anche in Europa, dove la distanza dai top club si è assottigliata pur rimanendo ancora importante.<br />
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Città magnifica, società ricchissima e nuovamente vincente, rosa già piena di campioni: direte voi, dove sta il problema? Semplice: <b>il problema è che da Parigi, a quanto pare, vogliono evadere molti di coloro che 12 mesi fa sposarono fra enormi sorrisi il progetto prospettato da Leonardo</b>. <b>Ancelotti</b> ha già salutato accasandosi al <b>Real Madrid</b> dopo un lungo tira e molla, lasciando il posto a <b>Laurent Blanc</b>, e mentre il pressing del <b>Barcellona</b> per <b>Thiago Silva</b> sta facendo vacillare non poco il difensore brasiliano, i mal di pancia di <b>Ibrahimovic</b> e le schive dichiarazioni di <b>Lavezzi</b> e <b>Verratti</b> attestano che la situazione, nel mondo <b>PSG</b>, non è esattamente delle più tranquille come era invece lecito aspettarsi dopo un'annata di vittorie e una riacquisita credibilità in campo europeo.<br />
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In un contesto 'dorato' che non prevede alcun tipo di smobilitazione ma semmai nuovi investimenti milionari per rinforzare la squadra, il peso del blasone di club già vincenti, competitivi ai massimi livelli e impegnati in leghe ben più affascinanti della Ligue 1 è ancora schiacciante <b>anche per chi non si farebbe troppi problemi a staccare un assegno da 63 milioni di euro per portare Cavani sotto la Tour Eiffel</b>. Difficile dire di no ad una chiamata di quel Real che vuole dare l'ennesimo assalto alla <i>Decima</i>, difficile resistere all'idea di diventare il leader difensivo di una squadra che davanti schiererà <b>Messi</b> e <b>Neymar</b>. E i soldi, badate bene, in tutto questo c'entrano poco o nulla: parliamo di stimoli, fascino, e di quell'adrenalina che stadi come Camp Nou e Bernabeu (così come altri templi storici del calcio europeo) stimolano, componenti indispensabili per la carriera di ogni top categoria (calciatore o allenatore che sia).<br />
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Se le folli cifre a disposizione del <b>PSG</b> sono ancora argomento sufficiente per mettere fuori gioco quei club italiani che continuano a vantare un certo fascino ma si trovano ad affrontare una mancanza di liquidità importante, non lo sono al cospetto di chi, oltre a disporre di un budget notevole da investire sul mercato (chi ancora crede al FPF forse dovrebbe farsi due domande a questo punto) ha scritto pagine di storia, aperto e chiuso cicli, rimanendo sempre ai massimi vertici del calcio mondiale.<br />
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I petroldollari possono comprare quasi tutto, ma non la competitività di una <b>Ligue 1</b> che sta vedendo l'alba di una nuova realtà chiamata <b>AS Monaco</b>, e una storia con cui ogni club deve sempre prima o poi fare i conti. E chissà se oggi Ancelotti direbbe nuovamente <a href="http://www.goal.com/it/news/1942/esclusivo/2012/09/18/3383985/non-parlate-di-petroldollari-ad-ancelotti-il-psg-ha-convinto" target="_blank">le stesse cose dette dieci mesi fa</a>..<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-86312389172110452832013-06-30T17:08:00.001+02:002013-07-06T11:20:31.825+02:00Confederations Cup, si chiude senza sorprese<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAa9VNEgWDKtcwQI3SS-s4vIK0WwnoMZRA1A58XGciDv-Tc3iaz-bbhRtHJ7pnKGDP2tDTQL9NtLbBOb0hSp1qZ3mjs4nMfRZGl5E1HtIx_dLx41z-4OxIwDsEDXP6KtoYICU5LeZSXG8/s284/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjAa9VNEgWDKtcwQI3SS-s4vIK0WwnoMZRA1A58XGciDv-Tc3iaz-bbhRtHJ7pnKGDP2tDTQL9NtLbBOb0hSp1qZ3mjs4nMfRZGl5E1HtIx_dLx41z-4OxIwDsEDXP6KtoYICU5LeZSXG8/s284/images.jpg" /></a></div>
<b><i><br /></i></b>
Va in scena tra poche ore il penultimo atto della <b><a href="http://www.fifa.com/confederationscup/index.html" target="_blank">Confederations Cup 2013</a></b>, manifestazione che come di consueto si svolge nell'anno prima del mondiale in casa del Paese designato ad ospitare la rassegna iridata dodici mesi dopo. La finale 3°-4° posto tra <b>Italia</b> ed <b>Uruguay</b> farà da apripista a quella che sarà poi la finalissima del torneo, tra le favorite della vigilia <b>Brasile</b> e <b>Spagna</b>.<br />
<b><i><br /></i></b>
Novità in questo senso poche, visto che il disegno sembrava già tracciato alla vigilia vuoi per la composizione dei gironi eliminatori, o per i rapporti di forza tra le 8 partecipanti: troppo dominanti il <b>Brasile</b> dei giocolieri (in attesa di diventare una squadra vera) e in seconda battuta l'<b>Italia</b> di <b>Balotelli</b> nel girone A completato da Giappone e Messico, situazione pressochè analoga nel girone B dove <b>Spagna </b>e <b>Uruguay</b> si sono divertite con la simpatica selezione di Tahiti e hanno avuto la meglio su una comunque tosta Nigeria.<br />
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In uno scenario che non prevedeva, vista la struttura della competizione, la presenza di altre compagini che tra un anno saranno in prima linea a giocarsi il titolo come <b>Germania</b>, <b>Argentina</b>, e le stesse <b>Francia </b>e <b>Olanda</b>, l'analisi non può che limitarsi strettamente a quanto fatto vedere dalle squadre che oggi si giocheranno i tre gradini del podio.<br />
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Se la <b>Spagna</b> dimostra ancora di essere la squadra dotata dell'"orchestra" meglio funzionante nonostante non abbia brillato in semifinale, il <b>Brasile</b> ha sin qui lasciato la sensazione di essere una squadra futuribile ma che attualmente in un contesto allargato come quello del mondiale che ospiterà il prossimo giugno partirebbe probabilmente dietro sia agli iberici, sia alla <b>Germania</b>, che continua a crescere e a portare avanti il suo progetto. Chiaro che <b>essere Paese ospitante offre storicamente una percentuale di probabilità di successo in più</b>, anche perchè l'ultimo mondiale andato in scena da quelle parti è finito in maniera drammatica: oggi difficilmente si rivedrebbero scene di quel tipo a seguito di un mondiale gettato alle ortiche (la gara in questione è Brasile-Uruguay del 1950), ma c'è da scommettere che da quelle parti c'è una gran voglia di festeggiare un successo che manca dal 2002. Proprio quell'<b>Uruguay</b> che 63 anni fa fece piangere un'intera nazione, è oggi una formazione spigolosa, molto difficile da affrontare e con due fuoriclasse veri come <b>Cavani</b> e <b>Suarez </b>inseriti in un contesto tecnicamente non eccelso: potrà far strada, ma i quarti di finale tra un anno saranno la massima ambizione.<br />
<br />
L'Italia meriterebbe per questioni ovvie un articolo a parte, ma appare anche inutile sottolineare che in <b>Brasile</b> non ci torneremo da favoriti. Lo siamo stati raramente, valori tecnici alla mano, salvo poi sorprendere sul campo come avvenne nell''82, nel 2006, e l'estate scorsa quando arrivammo in modo insperato ad una finale che poi sottolineò brutalmente quanto ancora fossimo lontani dalla <b>Spagna</b> campione. Il gruppo di<b> Prandelli </b>ha dimostrato di essere solido, ma volendo bilanciare gli effetti diversi che il trascorrere del prossimo anno porterà, dubito che il saldo sarà positivo. Per un <b>De Sciglio</b>, un <b>El Shaarawy </b>ed un <b>Balotelli</b> che matureranno acquisendo nuove consapevolezze ci saranno un <b>Buffon</b>, e un <b>Pirlo</b> che balleranno probabilmente l'ultimo valzer toccando rispettivamente le 36 e 35 primavere. Il rischio è che il mix non sia quello giusto, ma ci penseremo più avanti fermo restando che questa nazionale ai nastri di partenza sarà in seconda-terza fila dietro formazioni sulla carta meglio attrezzate: ne conto almeno cinque o sei.<br />
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Al ct il compito di lavorare per cercare di operare i "sorpassi": quattro anni fa la Confederations in Sudafrica fu lo specchio del disastro poi consumatosi nel 2010, ad oggi mi sento di dire che non mi dispiacerebbe ritrovarmi a vedere nuove Italia-Spagna tra un anno, perchè vorrebbe dire che siamo sulla strada giusta.<br />
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Per gli appassionati di <a href="http://www.sportscommesse.org/" target="_blank"><span style="color: #38761d;">scommesse sportive online</span></a><b> </b>segnalo le quote delle gare di stasera (si parte con Italia-Uruguay alle 18 ore italiane, appuntamento per i nottambuli a mezzanotte con la finalissima):<br />
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<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgedsC-VyhmHxTCBrnCfWOLnsfUm0EpkGxR75fmDuNl_Ne82g1uSW56PU2_g2JmwpfEKZ36ePeL31HCKWCtm5c82U_8dTpaf8UOKi5YULO7AeyVqqOKWG6T1tVvi-7V68UDs53Pt6-oitw/s603/aaa.png" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgedsC-VyhmHxTCBrnCfWOLnsfUm0EpkGxR75fmDuNl_Ne82g1uSW56PU2_g2JmwpfEKZ36ePeL31HCKWCtm5c82U_8dTpaf8UOKi5YULO7AeyVqqOKWG6T1tVvi-7V68UDs53Pt6-oitw/s1600/aaa.png" /></a></div>
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-81027382979107281562013-06-03T13:51:00.000+02:002013-07-06T11:20:45.511+02:00Allegri e Strama, destini diversi di due precari della panchina<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2f-ckZfetdsRFU8puO9-uOQ2eL0yIJQewq1qDaGaqqJeL79EQXTib2wQFKEW5OoqYbMD6EN1J2zlsQHUM0zou5QGI3f7xInPBQEQ2wZfVlQBtbfsPXbK1jlY_mJROhPI-iMWCOvmoJI/s1600/images.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhf2f-ckZfetdsRFU8puO9-uOQ2eL0yIJQewq1qDaGaqqJeL79EQXTib2wQFKEW5OoqYbMD6EN1J2zlsQHUM0zou5QGI3f7xInPBQEQ2wZfVlQBtbfsPXbK1jlY_mJROhPI-iMWCOvmoJI/s1600/images.jpg" /></a></div>
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Ho sempre pensato che nel calcio le dichiarazioni rilasciate in una situazione di oggettiva incertezza lascino il tempo che trovano, e pertanto vadano prese <b>sempre</b> con beneficio d'inventario. In un ambiente nel quale tutto può cambiare molto rapidamente, strappare certezze su un marciapiede o all'uscita di un ristorante è praticamente impossibile, e il fatto che i giornali quotidianamente dicano tutto ed il contrario di tutto conferma che muoversi in questa semioscurità ed estrapolare verità non è per nulla semplice.<br />
<br />
A Milano, le<i> telenovelas</i> legate al futuro delle panchine di <b>Inter</b> e <b>Milan</b> hanno rubato la scena per settimane, facendo versare fiumi di inchiostro e riuscendo nell'impresa di spaccare in due tifoserie al cui interno sono nate, in modo piuttosto naturale, le fazioni <i>"esonero"</i> e <i>"riconferma"</i>. Devo dire che grazie anche alla potenza di mezzi come Twitter, mi sono reso conto di come a volte anche sotto la stessa bandiera capiti di dover scegliere da che parte stare.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
A leggere quanto scrivevano quotidiani e testate online prima della fine del campionato, i destini di <b>Stramaccioni</b> e <b>Allegri</b> (al di là di risultati diametralmente opposti) parevano scritti da tempo: conferma 'con riserva' per il giovane Andrea, grazie al suo primo sponsor Massimo Moratti, esonero inevitabile per Max, fuori dalle grazie di quel Berlusconi che non gli ha mai perdonato lo 0-4 del Camp Nou, ed in generale il gioco tutt'altro che spumeggiante della squadra. Uno scenario che la conferma di ieri sera di <b>Allegri </b>(dopo 15 giorni di tira e molla) e l'esonero di <b>Stramaccioni</b>, prima 'virtuale' e poi effettivo con la nomina di <b>Mazzarri</b>, <b>è stato completamente sovvertito</b>.<br />
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Il 19 aprile mi ero ampiamente espresso sulla <a href="http://www.blognelpallone.com/2013/04/la-deriva-di-stramaccioni-e-lennesimo.html" target="_blank">situazione dell'ormai ex-tecnico nerazzurro</a>, e pur senza poter vantare fonti di alcun tipo ho tirato semplicemente quella che per me era la conclusione più ovvia alla luce di quella che è stata la peggior annata dell'era <b>Moratti</b>, e di una situazione complessiva che rendeva quella riconferma da più parti sbandierata come certa, improponibile. I tempi e i modi con i quali si è consumato il divorzio sono stati a mio parere discutibili, ma al netto di una gestione (ancora una volta) pessima dell'operazione, staccare la spina ad un paziente di fatto in coma da gennaio era l'unica via possibile.<br />
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L'investitura di <b>Mazzarri</b>, tecnico che finora non ha mai sbagliato una stagione in serie A, rappresenta un'azione in controtendenza col salto nel buio operato al momento della conferma di Stramaccioni al termine della stagione 2011/12. Dopo due anni senza <b>Champions League</b>, il tempo degli esperimenti è terminato: il tecnico di San Vincenzo non potrà comunque riuscire a restituire all'Inter una dimensione consona al suo blasone, se la gestione rimarrà la stessa, approssimativa degli ultimi tre anni. Con gli indonesiani all'orizzonte, qualcosa bolle in pentola comunque, e ne riparleremo.<br />
<br />
Quanto successo dall'altra sponda di Milano è invece parecchio curioso. Tra <b>Allegri </b>e la <b>Roma</b> pareva esserci solo il <b>Siena </b>e la recita dell'ultimo atto di una serie A che i rossoneri (senza Ibra, Thiago e i senatori) erano a un passo dal chiudere terzi dopo un inizio di stagione pessimo. La frase <i>"Allegri va alla Roma, domenica l’annuncio dopo la partita di Siena" </i>che Berlusconi avrebbe pronunciato in una cena elettorale (mai da lui smentita) suonava come un esonero ormai deciso, da perfezionare dopo il rompete le righe. La squadra va in Champions grazie ad una rimonta da infarto (con rigorino inesistente annesso) sul campo dei toscani già retrocessi, il post-partita è roba da titoli di coda di un rapporto di lavoro durato 3 anni.<br />
<br />
Se consideriamo il background di stilettate inviate al tecnico livornese (<a href="http://youtu.be/IJLUHXSPu3Y" target="_blank">qui</a> un video dello sfogo del patron rossonero il giorno di Milan-Barcellona del 28 marzo 2012), il contenuto della lettera letta da Biscardi il 20 maggio (attendibile?), e il pallino-Seedorf del presidente, possiamo dire che la conferma di <b>Allegri</b> è figlia dell'estenuante opera di convincimento di <b>Adriano Galliani</b>, che in due settimane ha capovolto una situazione dall'esito pressochè scontato e restituito il <b>Milan</b> all'allenatore dell'ultimo scudetto.<br />
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L'ad rossonero ha portato argomenti come la coesione squadra-tecnico e la media punti dell'ultimo triennio, oltre al fatto che a quanto pare lo spogliatoio non impazzisse per la soluzione-Clarence: la mancanza di profili che stuzzicassero davvero la volontà del presidente, e la dimostrazione di fedeltà di un <b>Allegri</b> che di fatto ha tenuto in standby la Roma mettendo la riconferma al Milan come prima opzione, hanno fatto il resto. La domanda è: al di là delle dichiarazioni ufficiali di facciata, quanto potrà restare in sella il tecnico in caso di un nuovo inizio in salita?<br />
<br />
Durante la cena, a quanto pare, <i>"si è trovato un accordo su diritti e doveri della società verso l'allenatore e dell'allenatore verso la società. Inoltre, <b>si è parlato anche del tipo di gioco che il Milan dovrà praticare e sulla rosa della prossima squadra</b>"</i>. Siamo sicuri che Max non rimpiangerà presto di non essere andato là dove davvero lo volevano, ed erano disposti ad affidargli un progetto?<br />
<br />
C'era chi sapeva tutto comunque, come sempre.<br />
<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
<div style="text-align: center;">
Sono stato il primo a dare la notizia (7-12-2012) e il primo a non volerlo. Ma adesso che é il nostro allenatore: Forza Clarence!</div>
<div style="text-align: center;">
— Cristiano Ruiu (@ruiu19) <a href="https://twitter.com/ruiu19/status/335714006675361792">18 maggio 2013</a></div>
</blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script>
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-21476925891487257712013-05-24T18:23:00.002+02:002013-05-27T09:53:35.191+02:00Borussia Dortmund vs. Bayern Monaco: fuori i secondi!<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZTGj8KpNkjLKLTNwgrOz80RxaBuIFCVcGMe2IrguoYfA3dIvC5cChZzkHKqwtNAcOCTgRWQMmoOsQHvJ8X82QVVONMAYxm0THl9_e7mqnfkwJUmJyjhTIKQOaR6ormgF-Iwz9HkrJ29Y/s1600/pimg_194471_fussball_champions_league_bayern_muenchen_borussia_dortmund_a.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjZTGj8KpNkjLKLTNwgrOz80RxaBuIFCVcGMe2IrguoYfA3dIvC5cChZzkHKqwtNAcOCTgRWQMmoOsQHvJ8X82QVVONMAYxm0THl9_e7mqnfkwJUmJyjhTIKQOaR6ormgF-Iwz9HkrJ29Y/s320/pimg_194471_fussball_champions_league_bayern_muenchen_borussia_dortmund_a.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
L'attesa è quasi finita: domani, alle ore 20:45, andrà in onda allo stadio londinese di Wembley Stadio l'ultimo atto della Champions League 2012/13. Una finale tutta tedesca, con il Bayern
Monaco e il Borussia Dortmund che si contenderanno in uno scontro fratricida il trofeo più importante d´Europa. Le due squadre teutoniche si sono già affrontate quattro volte in questa stagione, ma il <b>Borussia
Dortmund </b>non ha mai vinto – lasciando ai rivali la supercoppa ad agosto, e la coppa di lega a febbraio.<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
Le compagini di Klopp ed Heynckes hanno decisamente segnato questa competizione grazie al loro calcio offensivo e (soprattutto nel caso dei bavaresi) spettacolare, nel quale hanno brillato a più riprese i talenti dei vari Robben, dell'austriaco David Alaba, Frank
Ribery, Philipp Lahm, Manuel Neuer da una parte, Mario Götze, Mats Hummels, Lewandowski e Marco Reus dall'altra.<br />
<br />
<b>Che cosa dicono le statistiche?</b>
Il <i>Borussia Dortmund</i> ha chiuso al secondo posto in Bundesliga ed ha segnato ben 81 goal nelle 34
giornate di campionato tedesco, subendo 41 goal. In Europa i gialloneri hanno vinto il girone di ferro con <b>Real Madrid</b>,
<b>Manchester City</b> ed <b>Ajax</b>, eliminando poi Shakhtar Donetsk, Malaga e lo
stesso Real Madrid. Il <i>Bayern Monaco</i> ha invece stravinto la Bundesliga con otto giornate di anticipo e con 25 punti
di vantaggio sul <b>Borussia Dortmund</b>, vincendo 24 delle ultime 26 partite ufficiali. Fuori dai confini nazionali la marcia dei bavaresi è stata altrettanto trionfale: il Bayern Monaco
ha vinto il girone di Valencia, Lille e BATE Borisov, eliminando in modo autoritario Arsenal (con qualche patema al ritorno), Juventus e
Barcellona.<br />
<br />
<b>Pronostico per la finale?</b> Difficile dirlo, con due formazioni così ben assortite a contendersi il trofeo. Le due squadre si conoscono benissimo, e se il Bayern ha i giocatori migliori in questa finale, il Borussia invece ha le migliori motivazioni e la fame di chi quest'anno non ha ancora vinto nulla: quando gli ricapiterà una tale occasione? Le <a href="https://www.interwetten.it/it/scommesse-sportive/Default.aspx">scommesse sportive</a> giudicano comunque una partita
equilibrata con un leggero vantaggio per il <b>Bayern Monaco</b>, come indicano le quote sul sito di
<b>Interwetten</b>. Giusto comunque precisare ed evidenziare che fino all'ultimo momento i pronostici potrebbero
cambiare. Non c'è altro da fare che aspettare la finale di domani, il count-down è quasi terminato.<br />
<br />
<i><b>Lo staff di Interwetten</b></i>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-19734639708689783552013-05-22T15:59:00.001+02:002013-06-08T01:45:54.387+02:00Serie A, tempo di voti: le pagelle delle 20 squadre <div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqQoX5beShHVBfZ-ctCFWrDoRqbaCi1xSnJ2LFCOM1omKxH4XMTxDyCyIHGJ_emqWy8EhbIsxiS0eqqNIKoe2-7w1AYmwGcAc5xXlT_XYtOLongjYhVOPSna6QN32W7p-LBNLmNFgCfY/s1600/Lega-Serie-A.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="256" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEifqQoX5beShHVBfZ-ctCFWrDoRqbaCi1xSnJ2LFCOM1omKxH4XMTxDyCyIHGJ_emqWy8EhbIsxiS0eqqNIKoe2-7w1AYmwGcAc5xXlT_XYtOLongjYhVOPSna6QN32W7p-LBNLmNFgCfY/s320/Lega-Serie-A.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
Il campionato ha vissuto la sua ultima giornata, emettendo tra le polemiche l'ultimo verdetto importante (il terzo posto conquistato dal Milan con la rimonta di Siena). Tempo di bilanci e giudizi, nel mio piccolo ho provato ad assegnare un voto alla stagione delle 20 squadre che si sono date battaglia per 38 giornate.<br />
<b></b><br />
<a name='more'></a><b><br /></b>
<b>JUVENTUS 9</b> - Partita da strafavorita, ha dominato il campionato dalla prima all'ultima giornata senza mai dare segni di cedimento. Regolarità scoraggiante per le avversarie (o presunte tali), intelaiatura solidissima che ha reso la mancanza di un attaccante "top" un problema solo al di fuori dai confini nostrani. Il lavoro di Conte di questi due anni ha dato frutti importanti, la vera sfida sarà adesso rilanciarsi per la terza stagione di fila cercando di colmare il gap ancora sensibile con gli altri club europei di prima fascia.<br />
<br />
<b>NAPOLI 7.5</b> - Poteva essere la stagione dell'attacco deciso al bersaglio grosso, ma ancora una volta la squadra di Mazzarri ha gettato alle ortiche contro le 'piccole' la possibilità di giocarsi il titolo fino alla fine. Visto il ritmo tenuto dalla Juventus il secondo posto è comunque da considerarsi un grande risultato, gli addii del tecnico livornese e probabilmente di Cavani apriranno un nuovo capitolo tutto da scrivere. La cocente eliminazione dall'Europa League contro il Viktoria Plzen rappresenta la vera macchia di una stagione che forse avrebbe potuto riservare qualche soddisfazione in più.<br />
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<b>MILAN 7</b> - Chiude terzo tra le polemiche, risultato incredibile considerata l'epurazione estiva e la partenza ad handicap. Una vittoria convincente a Siena avrebbe forse valso l'8 pieno, ma l'atteggiamento con cui la squadra è andata a giocarsi tutto sul campo di una formazione già retrocessa fa riflettere: senza il rigore inventato dal direttore di gara, sarebbe stata un'altra storia. Allegri, quasi out e capace di spaccare in due il tifo rossonero, ha sperimentato fino a trovare i suoi punti fermi: il regalo Balotelli ha poi fatto il resto aggiungendo il quid di classe e imprevedibilità che mancava là davanti. Il livornese difficilmente verrà rimpianto, ma chi verrà dopo troverà una base su cui lavorare.<br />
<br />
<b>FIORENTINA 8.5</b> - Per far funzionare un progetto ci vuole del tempo, si dice. Montella i tempi li ha bruciati, creando assieme al sapiente lavoro di Pradè una squadra capace di giocare un calcio spettacolare e segnare valanghe di gol (72, miglior attacco del torneo) pur senza disporre di un centravanti da 20 gol. Mediana dai piedi buoni con un sontuoso Borja Valero (tra i migliori acquisti dell'ultimo calciomercato), Pizarro e Aquilani, a supportare un tridente: dov'è l'inghippo? Da nessuna parte, con la forza delle idee si può proporre un calcio credibile, offensivo, e che non ha bisogno di mediani 'veri'. Avrebbe meritato il terzo posto, ripartirà dall'Europa League senza Jovetic: scommettiamo che sarà una Viola ancora più forte?<br />
<br />
<b>UDINESE 9</b> - Zitta zitta, quatta quatta, l'Udinese è sempre lì. Dopo l'ennesima rivoluzione estiva, e l'infortunio serio a Muriel, la solita partenza in sordina dei friulani faceva intendere che questa sarebbe stata un'annata di ridimensionamento, da portare a compimento con un tranquillo piazzamento a centroclassifica. Trascinata dal solito, straripante Di Natale, il rush finale della squadra di Guidolin è stato impressionante: otto vittorie consecutive, posizioni scalate domenica dopo domenica, ed Europa centrata ancora una volta con buona pace delle romane e della disastrata Inter. Un tecnico come quello di Castelfranco Veneto poteva esonerarlo solo Zamparini: chapeau.<br />
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<b>ROMA 5</b> - Il progetto-Zeman aveva acceso fantasie e speranze dei tifosi, l'impatto reale del boemo alla guida della squadra le ha via via spente fino all'inevitabile esonero all'indomani della debacle contro il Cagliari. Lampi di calcio scintillante spazzati via da rimonte (Bologna e Udinese) e orrori difensivi in serie, Andreazzoli ha restituito un pò di equilibrio senza però riuscire a spostare in modo importante l'inerzia dell'annata. La finale di Coppa Italia potrà regalare un pass per l'Europa meno nobile, sarebbe già qualcosa: "er proggetto" intanto segnala il secondo fallimento consecutivo, dopo il flop Luis Enrique. La crescita di Lamela e la grande stagione di Totti le note positive della stagione assieme al lancio di Marquinhos, De Rossi la vera delusione stagionale.<br />
<br />
<b>LAZIO 5.5</b> - Partenza sprint, arrivo in picchiata. Ancora. L'infortunio di Klose rappresenta comunque una attenuante importante, visto lo stato di forma del tedesco e l'importanza che riveste nei meccanismi del gioco biancazzurro. Per chi aveva sognato la Champions, finire addirittura dietro la Roma è stato uno smacco non da poco.<br />
<br />
<b>CATANIA 8</b> - Record di punti in serie A, calcio offensivo e bello da vedere. Maran ha preso in mano il giocattolo creato da Montella e lo ha perfezionato andando ben oltre una tranquilla salvezza. La vittoria estiva era stata mantenere tutti i gioielli (Lodi, Gomez, Bergessio) in Sicilia: qualcuno saluterà, ma solo a cifre importanti.<br />
<br />
<b>INTER 3 </b>- Servirebbe un post apposito per descrivere la portata del fallimento nerazzurro, in un'annata che ha vissuto nella magica notte dello Juventus Stadium l'unica soddisfazione in mezzo a un oceano di delusioni. Dal -1 dalla vetta maturato quella notte, al -33 finale, ci passa un girone di ritorno da retrocessione con 19 punti in altrettante gare. Seconda difesa più perforata del campionato, saldo reti negativo, 16 sconfitte in stagione ed esclusione, dopo 14 anni, dalle coppe Europee. Stramaccioni è al passo d'addio, il suo operato, per molti ingiudibicabile, in realtà giudicabile lo è eccome: gli infortuni a catena sono una attenuante che può reggere fino a un certo punto, da gennaio in poi è stato travolto dal marasma societario senza mai riuscire a tamponare l'emorragia di risultati. Dall'altare alla polvere, in tre soli anni: qualcuno si faccia un'esame di coscienza, da quelle parti.<br />
<br />
<b>PARMA 6.5</b> - Stagione senza troppi patemi d'animo, salvezza guadagnata in carrozza e flessione finale prevedibile come un esonero di Zamparini o un pianto di Mazzarri. Donadoni ha fatto un ottimo lavoro, il flop Pabon è stato ampiamente compensato dagli scorci di stagione dei vari Belfodil e Amauri e la partenza di Zaccardo (andato al Milan a far panchina) è stata assorbita senza contraccolpi significativi.<br />
<br />
<b>CAGLIARI 6.5</b> - Qualche addetto ai lavori contestò apertamente l'allontanamento di Ficcadenti, ma i fatti hanno dato ragione alla scelta di Cellino di puntare sul duo Pulga-Lopez per rilanciare una squadra palesemente allo sbando. 47 punti messi insieme dopo un campionato vissuto tra i problemi relativi all'impianto di gioco, e le vicissitudini che hanno portato all'arresto del presidente sardo, sono tanta roba. L'esplosione di Marco Sau è a mio parere la novità più importante dell'annata rossoblù: giocatore da tenere d'occhio, arrivato decisamente tardi al palcoscenico della serie A.<br />
<br />
<b>CHIEVO 7</b> - Realtà ormai consolidata del nostro campionato, non fallisce neanche quest'anno l'appuntamento con la salvezza anticipata. Il cambio di guida tecnica si è rivelato utile alla causa della squadra, che con Di Carlo stava attraversando una pericolosa involuzione di gioco e risultati. Con un Thereau maturo e mai come quest'anno spietato sotto porta, Corini ha costruito l'ennesimo miracolo dei clivensi.<br />
<br />
<b>BOLOGNA 6.5</b> - Discutere Pioli dopo poche giornate di campionato è stato folle, ma confermarlo anche quando non girava è stata una scelta matura nonostante l'ex presidente e socio Zanetti sparasse (a salve) sul tecnico caldeggiandone l'esonero. Salvezza andata in porto senza sofferenze, vittorie importanti su campi difficili come Napoli, Gilardino-Diamanti-Gabbiadini-Konè forza offensiva trainante di una squadra che non ha mai rinunciato a giocarsela contro qualunque avversario. Certo, scialacquare nel finale sarebbe evitabile, ma quando la tensione scende il rischio di imbarcate stile-Roma (6-0 dalla Lazio) è alto.<br />
<br />
<b>SAMPDORIA 6</b> - L'esordio sorprendente con Ferrara, il filotto di sconfitte fino all'esonero del tecnico napoletano con l'investitura di Delio Rossi: l'annata blucerchiata è stata più tribolata di quanto i 42 punti finali dicano, ma il lancio di alcuni giovani di prospettiva come Icardi e Obiang e il fiore all'occhiello della doppia vittoria sulla Juventus e nel derby d'andata hanno reso senz'altro l'annata del ritorno in serie A positiva.<br />
<br />
<b>ATALANTA 6.5</b> - Il -2 comminato dalla disciplinare non apriva certo nel migliore dei modi la stagione degli orobici, che sotto la guida di Colantuono sono comunque riusciti a navigare in acque tranquille, con fisiologici alti e bassi. Senza la rimonta pazzesca di San Siro sull'Inter, nata da un rigore inventato dal nulla, avrebbe sudato un pò di più, ma la nave sarebbe andata in porto comunque.<br />
<br />
<b>TORINO 6</b> - Lodi sperticate per il calcio giocato dal Toro di Ventura, bravissimo ad ottimizzare le risorse a disposizione e valorizzare individualità come Cerci, ma il calo finale sarebbe potuto costare caro.<br />
<br />
<b>GENOA 4.5</b> - Salvezza raggiunta ben oltre i meriti di squadra, visto che raramente si ricorderà una quota salvezza fissata in 33 punti in un campionato lungo 38 giornate. Per qualità della rosa e aspettative della vigilia, in pochi avrebbero immaginato che la squadra rossoblù avrebbe passato 35 giornate con un piede e mezzo nella fossa. Secondo quart'ultimo posto consecutivo, gestione dilettantistica della squadra e nessuna traccia di un progetto tecnico. Se non cambia qualcosa, tra un anno il lieto fine potrebbe anche non esserci.<br />
<br />
<b>PALERMO 2</b> - Sannino-Gasperini-Malesani-Gasperini-Sannino: no, non è una filastrocca, è la girandola di tecnici che si sono avvicendati sulla panchina rosanero. La squadra del capoluogo siciliano avrebbe potuto salvarsi in carrozza, è finita nel baratro della B collezionando la miseria di 32 punti. Il maggiore responsabile è facilmente identificabile, certe cose nella vita non cambiano proprio mai.<br />
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<b>SIENA 6</b> - Il -6 di penalizzazione ha pesantemente condizionato l'annata dei toscani, che quantomeno hanno lottato fino alla penultima giornata e all'ultima hanno dato battaglia al Milan pur senza avere più obiettivi da inseguire. Ci hanno provato, anche senza Calaiò e Neto, ceduti a gennaio.<br />
<br />
<b>PESCARA 4</b> - Promossi dalla B con Zeman, Immobile, Verratti e Insigne, gli abruzzesi si sono ritrovati con Cascione, Togni, e Abbruscato. Destino segnato già dalla fine del calciomercato, annata avara di soddisfazioni con 84 gol al passivo.<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-57065170490899299122013-05-18T12:33:00.003+02:002013-05-27T09:54:59.643+02:00Chelsea, dove l'improvvisazione diventa vincente<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjyTSSGyKjEX5BsDjhbLrOBdTRdaUJ-s80C-k45MthWt8tAXi_0D17C9E-TnJ76QYOe_4Vj5ypUmJCb5FfUUvO9k9lmAC03qrOZPQkLmc3BNVO-pHDCMf0xHET_9OneTI3jaHp264XU44/s1600/chelsea.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjyTSSGyKjEX5BsDjhbLrOBdTRdaUJ-s80C-k45MthWt8tAXi_0D17C9E-TnJ76QYOe_4Vj5ypUmJCb5FfUUvO9k9lmAC03qrOZPQkLmc3BNVO-pHDCMf0xHET_9OneTI3jaHp264XU44/s320/chelsea.jpg" width="320" /></a></div>
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Progetto, che parola meravigliosa. Tranquillizza, dà fiducia, sorregge il peso di qualche capitombolo iniziale, e soprattutto negli ultimi tempi è considerata l'unica via percorribile per arrivare al successo. Il <b>PSG</b> ha sposato la via più semplice, improntando una politica di aggressione senza ritegno al mercato grazie a capitali illimitati, <b>Bayern</b> e <b>Dortmund</b> hanno costruito negli anni corazzate molto diverse ma accomunate da una gestione oculata e sempre proiettata al futuro, in Italia la <b>Juventus</b> con Conte e il nuovo stadio ha trovato la via per dominare la Serie A e riacquistare credibilità in Europa, e così via.<br />
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<a name='more'></a><br />
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Eppure, negli ultimi tre anni c'è stata una squadra che ha praticamente vinto (quasi) tutto quello che c'era da vincere, senza che nei suoi successi si intravedesse una progettualità, un'idea di gioco nè la forte mano di un tecnico: è il <b>Chelsea</b>, fresco vincitore dell'Europa League ai danni di un <b>Benfica</b> che se avesse avuto là davanti il Torres visto l'altra sera avrebbe certamente portato a casa il trofeo.<br />
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Riprendo un mio tweet, in cui ho concentrato (per via della struttura della piattaforma di microblogging) un concetto che vorrei discutere meglio qui senza limiti di spazio e caratteri:<br />
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<blockquote class="twitter-tweet" lang="it">
Fantastico comunque il "ciclo"-Chelsea: dal 2010 ad oggi ha vinto Premier, CL ed EL, cambiando cinque allenatori..<br />
— Antonio Capone (@TonyCap83) <a href="https://twitter.com/TonyCap83/status/334997171030081536">16 maggio 2013</a></blockquote>
<script async="" charset="utf-8" src="//platform.twitter.com/widgets.js"></script></div>
Il calcio è strano, e nel caso specifico lo è stato in modo particolare. <b>Abramovich</b>, che dopo aver creato una squadra formidabile a suon di milioni di euro aveva vissuto per nove anni con l'ossessione di quella Champions League spesso vicina ma mai sollevata al cielo da <b>John Terry</b>, paradossalmente ha coronato il suo sogno nella stagione peggiore della sua gestione, iniziata col flop <b>Villas Boas</b> e conclusa trionfalmente dal suo vice <b>Roberto Di Matteo</b>.<br />
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Se vogliamo dirla tutta, prima del successo di <b>Monaco di Baviera </b>del maggio scorso la coppa dalle grandi orecchie era stata davvero a un passo dai <i>Blues</i> solo in un'altra occasione. Allo stadio <i>Lužniki</i> di Mosca, il 21 maggio del 2008, capitan Terry aveva tra i piedi il pallone che avrebbe potuto decidere la lotteria dei calci di rigore nella finale tutta inglese contro il <b>Manchester United</b>, ma il goffo scivolone del difensore spianò la strada alla vittoria dei <i>Red Devils</i>. Sulla panchina dei londinesi sedeva "a tempo" l'israeliano <b>Avram Grant</b>, subentrato a quel <b>Josè Mourinho</b> che in tre anni si era fermato per due volte in semifinale. Scherzo del fato, casualità, chiamatela come volete ma tant'è: senza il sergente Josè, la <b>Champions League</b> venne mancata di un niente.<br />
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Vogliamo continuare? Al posto di <b>Grant</b> arrivò <b>Felipe Scolari</b>, ma il suo Chelsea faceva acqua da tutte le parti e a febbraio fu sostituito da <b>Guus Hiddink</b>. Risultato finale, vittoria della <b>FA Cup </b>e finale di <b>Champions </b>sfumata al minuto 93 a causa della perla di <b>Iniesta</b> e delle nefandezze di <b>Ovrebo</b> che mandarono su tutte le furie soprattutto Drogba (che si beccò inizialmente 4 giornate di squalifica).<br />
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La conferma di <b>Di Matteo</b> per la stagione 2012-13 arrivò dopo un tira e molla durato settimane, tra la voglia di <b>Abramovich</b> di portare a casa il sogno-<b>Guardiola</b> e l'oggettiva difficoltà nel licenziare chi in pochi mesi era stato capace di ricomporre le macerie della gestione <b>Villas Boas</b> (la cui idea di calcio era stata ben presto rigettata) entrando nel cuore dei tifosi e portando a casa il trofeo più importante della storia del club, oltre alla sempre prestigiosa <b>FA Cup</b>.<br />
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Tecnico confermato controvoglia dura comunque poco, e questo si sa: l'ex centrocampista della Lazio venne esonerato <b>dopo il pesante ko di Torino contro la Juventus</b>, e il magnate russo affidò la guida tecnica della squadra all'impopolare <b>Rafa Benitez</b>, suscitando il malcontento di coloro che nello spagnolo avevano visto per anni un nemico giurato e mai gli perdonarono alcuni strali lanciati contro Mourinho e la tifoseria <i>Blues</i> stessa ("I tifosi del Liverpool non hanno bisogno di ricevere le bandierine di plastica dal proprio club, per incitare la squadra", tanto per citare una frase ironica del tecnico). La sconfitta nel <b>Mondiale per Club </b>costituì il punto più basso della gestione <b>Benitez</b>, sull'orlo dell'esonero in più di una occasione ma sempre in sella nonostante niente sembrasse giustificare la sua presenza a <b>Stamford Bridge</b>.<br />
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Alla fine, con il terzo posto in Premier praticamente blindato e l'<b>Europa League</b> vinta al fotofinish, la stagione del Chelsea si chiude ancora una volta con un saldo positivo: Mourinho stavolta erediterà una squadra che in tre anni ha vinto una <b>Premier</b>, due <b>FA Cup</b>, una <b>Champions League</b> ed una <b>Europa League</b>. Cambiando cinque allenatori, ma in fondo quando si vince tutto questo non importa a nessuno.<br />
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Se generalmente il messaggio che si vuole far passare è che l'esonero di un tecnico raramente porta benefici nel medio-lungo periodo, <b>Abramovich</b> in questi anni ha di fatto costruito sugli avvicendamenti in corso d'opera una buona fetta dei successi recenti. Chiaro che questo <b>non possa costituire un paradigma gestionale</b>, ma al russo a quanto pare è andata sempre piuttosto bene e dubito ci penserà due volte a cambiare ancora qualora le cose dovessero mettersi male in futuro.<br />
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Volendo guardare la cosa dall'altro lato, la conclusione che si può trarre è che probabilmente, se le cose sono andate meglio (almeno in termini di risultati) "dopo", evidentemente le scelte estive sono quasi sempre state incompatibili con le esigenze di una rosa che non si è mai rinnovata totalmente e che<b> ha sistematicamente rigettato qualsiasi tecnico volesse apportare rivoluzioni tattiche o compiere scelte nette rispetto al passato</b>. <b>Villas Boas</b> voleva proporre un modello di calcio offensivo con una difesa altissima, pressing vertiginoso e possesso palla, tagliando fuori senatori come <b>Lampard</b> e <b>Drogba</b>: fu un suicidio.<br />
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L'improvvisazione ha vinto su tutta la linea, grazie anche ad un contributo considerevole di quella fortuna che era invece mancata in contesti differenti e più organizzati. Non saranno mai un modello da seguire, ma <b>Roman </b>per adesso se la gode: se spendi 58 milioni per Torres per l'opinione pubblica sei un pirla, ma se li spendi e vinci lo sarai molto, molto meno.<br />
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<b>Antonio Capone </b></i><i><b>(twitter - @tonycap83)</b></i>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-38217038426583105132013-05-06T13:58:00.000+02:002013-05-22T16:13:08.611+02:00Juventus, è tuo! E adesso?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjy6Mub1_XHlCIxYn-amNVhQ1ezKuaFAvfiCtVDRxCscs_azpKW-uJXT-JGTh3jeBk3twwzq2tgk3d5IVTBtoZqnTkjiWgJ_njNfLfonoI5N4098kgTvs-8AhIYoyrVTC2lj6YE0vNFoY/s1600/164851239-de033317-d31a-44e5-af26-7a3ecc927967.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="188" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjjy6Mub1_XHlCIxYn-amNVhQ1ezKuaFAvfiCtVDRxCscs_azpKW-uJXT-JGTh3jeBk3twwzq2tgk3d5IVTBtoZqnTkjiWgJ_njNfLfonoI5N4098kgTvs-8AhIYoyrVTC2lj6YE0vNFoY/s320/164851239-de033317-d31a-44e5-af26-7a3ecc927967.jpg" width="320" /></a></div>
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Quando nell'estate 2012 la dirigenza bianconera decise di affidare ad <b>Antonio Conte</b> le chiavi del progetto di ricostruzione dopo i due fallimenti consecutivi di <b>Ferrara</b> e <b>Delneri</b>, l'idea principale era quella di restituire competitività ad una squadra che era scivolata nell'anonimato ed iniziava ad assestarsi pericolosamente su <b>uno status quo in netta controtendenza rispetto a quello cui era storicamente abituata</b>.<br />
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Tornare a vincere? Era senz'altro nei piani futuri, ma prima c'era da rimettere in sesto un nobile paziente reduce da due settimi posti, campagne acquisti scellerate, traumatiche gestioni tecniche, e <b>un'ormai acclarata assuefazione all'insuccesso</b>. <b>Conte</b>, arrivato con la fama del tecnico integralista del 4-2-4 "no-matter-what", ha plasmato il suo gruppo, fatto le sue scelte (4-3-3 e 3-5-2 moduli di riferimento, via <b>Krasic</b> ed<b> Elia</b>), e infuso galloni di fiducia a calciatori usciti a pezzi da annate tribolate e psicologicamente frustranti.<br />
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E' arrivato al primo tentativo un titolo insperato (complice il suicidio sportivo di un Milan a fine corsa), ma indipendentemente da come sarebbe poi finito il campionato 2011-12, era opinione comune che la <b>Juventus avrebbe recitato un ruolo da favorita</b> nella stagione che si è conclusa di fatto ieri con la matematica certezza dello scudetto con tre giornate di anticipo. La crescita della squadra lungo il cammino tracciato con il tecnico leccese è stata costante, ed il tricolore vinto in volata l'anno scorso non ha fatto altro che accelerare un processo comunque già ben avviato.<br />
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In una serie A il cui livello è sotto gli occhi di tutti, <b>la Juventus non ha avuto avversari</b>. Ci aveva provato l'<b>Inter </b>prima di implodere dopo il sacco dello<i> Juventus Stadium</i>, abbozzò vari attacchi il <b>Napoli</b>, ma nessuna candidatura si è rivelata credibile sul lungo periodo anche perchè i bianconeri non hanno mai dato l'impressione di essere in affanno nel gestire un primato mai in discussione, ed una superiorità apparsa subito netta anche alla concorrenza.<br />
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Le festa e l'euforia per un successo che consacra la squadra di <b>Conte</b> come massima forza del calcio italiano hanno messo (e metteranno) in standby solo per qualche giorno alcune questioni che il tecnico ha neanche tanto velatamente sollevato, e che riguardano lo step successivo del progetto iniziato con la sua investitura a tecnico della prima squadra. Francamente dubito che la Juventus 2013-14 verrà guidata da un tecnico diverso da <b>Conte</b>, ma la dichiarazione <i>"l'uomo vuole restare alla Juve al 100%, il professionista deve valutare molte altre cose"</i> è un messaggio alla società bello forte per richiamare chi di dovere alle proprie responsabilità dopo l'ottimo lavoro svolto in questi due anni.<br />
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Il gap, almeno a livello tecnico, che separa la <b>Juventus </b>dagli altri top club europei è ancora importante, e se in Italia una rosa come quella bianconera è stata più che sufficiente per dominare la scena, in Europa serve sempre di più anche in considerazione degli ingenti investimenti che squadre come <b>Bayern</b>, <b>Barcellona</b>, e lo stesso <b>Chelsea</b> di Mourinho faranno quest'estate. Aspettarsi sforzi analoghi sarebbe irreale, ma è chiaro che un piano per alzare la famosa asticella non può non passare dall'acquisizione di elementi che possano spostare gli equilibri, anche in considerazione del fatto che gli anni passano e fuoriclasse come<b> Buffon</b> e <b>Pirlo</b> hanno già abbondantemente superato le trenta primavere.<br />
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Il solo <b>Llorente</b>, preso a zero a gennaio, è un bel colpo ma non ha la dimensione internazionale per poter essere l'upgrade che <b>Conte</b> richiede per il suo terzo anno di Juve. Vuole che la sua ottima macchina diventi una fuoriserie, per spingerla a tutta velocità senza la paura che il motore possa andare <i>kaputt</i>, e vedere l'effetto che fa.<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-42033377412854237772013-05-01T15:50:00.001+02:002013-05-22T16:13:23.120+02:00Il bicchiere (più che) mezzo vuoto di Josè Mourinho<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7YJqeig1MlX13P1fRCFePYtCCqJheHw1FRAcgN23hMTLmJXhM_LwaOBiZnH9TNiJ_BEoS9kkjneNQzoNDVtiIGysztsSoAIeNHjLeEqLwvqb0S__CrlXpdLr1oLZ5NARSU5CGHSj9wl0/s1600/CAL08FOTOQ_3556761F1_2287_20130415213622_HE10_20130416--473x264.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" height="178" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj7YJqeig1MlX13P1fRCFePYtCCqJheHw1FRAcgN23hMTLmJXhM_LwaOBiZnH9TNiJ_BEoS9kkjneNQzoNDVtiIGysztsSoAIeNHjLeEqLwvqb0S__CrlXpdLr1oLZ5NARSU5CGHSj9wl0/s320/CAL08FOTOQ_3556761F1_2287_20130415213622_HE10_20130416--473x264.jpg" width="320" /></a></div>
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Dopo il mortificante 4-1 della gara di andata, immaginare un <b>Real</b> in grado di ribaltare il pesante svantaggio maturato una settimana fa in Germania rappresentava più un'esercizio di fantasia che uno scenario effettivamente credibile. Tuttavia la storia del calcio è ricca di rimonte "impossibili", e se ce l'aveva fatta il <b>Deportivo</b> a sovvertire un passivo analogo contro un <b>Milan</b> all'epoca stellare, lasciare uno spiraglio aperto al passaggio del turno delle <i>merengues</i> era comunque lecito, per quanto improbabile.<br />
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Il <b>Real</b> non ce l'ha fatta a completare un capolavoro la cui costruzione è iniziata tardissimo, fermandosi ad una sola rete da quella finale di Wembley che il <b>Borussia</b> nel doppio confronto ha comunque ampiamente meritato. Tolto il folle finale, <b>la formazione di Klopp si è dimostrata superiore a quella di Mourinho</b> per intensità, organizzazione di gioco, idee: ha sprecato moltissimo anche al Bernabeu, mancando il colpo del ko in più occasioni, rischiando poi il suicidio sportivo solo quando in campo sono saltati tutti gli schemi e l'uno-due di <b>Benzema-Ramos</b> ha fatto il pieno di adrenalina ai padroni di casa.<br />
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<b>Il terzo assalto consecutivo alla Decima si è rivelato ancora una volta infruttuoso</b>, e nel post-partita <b>Josè Mourinho</b> ha di fatto formalizzato il suo addio a fine stagione: la <b>Champions League</b> rappresentava di fatto l'ultimo anello di congiunzione tra l'uomo di Setubal e la panchina dei <i>blancos</i>, ma adesso all'orizzonte c'è il ritorno al <b>Chelsea</b> per una nuova, intrigante sfida là dove era stato amato, e allo stesso tempo conobbe l'amarezza dell'esonero da parte di quel bizzarro russo che adesso lo ha voluto a tutti i costi riportare a casa.<br />
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Questa volta però l'addio è diverso, molto diverso dai precedenti. Il <b>Mou</b> visto ieri non è quello scarico, ma tronfio che comunicò in modo se vogliamo anche un pò impopolare la sua decisione di salpare verso altri lidi subito dopo aver sollevato la Champions League con <b>Porto</b> prima, e <b>Inter</b> poi: è un Mou giù di corda, dimesso, forse cosciente del fatto che tante cose in questo triennio a Madrid non sono andate come si sarebbe aspettato e che <b>il suo modo di stare al mondo non è mai stato supportato da una società e soprattutto da un ambiente che lo ha prima tollerato, poi mal sopportato, e infine rigettato</b>.<br />
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<i>"Qui in Spagna c'è gente che mi odia, e molti sono in questa sala stampa. Io voglio stare dove la gente vuole che io stia. So che in Inghilterra mi vogliono i tifosi, che lì i media mi trattano nella maniera corretta e soprattutto so che mi vuole un club inglese". </i>Più chiaro di così, si muore: che quel club sia il Chelsea, poi, ormai è il segreto di Pulcinella.<br />
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I risultati ottenuti dallo <i>Special One</i> nella capitale iberica sono stati di tutto rispetto, ma là dove <b>Fabio Capello</b> fu cacciato dopo aver vinto uno scudetto senza dare spettacolo (andrebbe capito cosa intendono da quelle parti per 'spettacolo'), <b>vincere non è l'unica cosa che conta</b>. E poco importa se dopo sette anni di regolari eliminazioni agli ottavi di finale, il Real ha riacquistato sotto la guida del portoghese una dimensione europea da top club: tre sconfitte in semifinale, tutte più o meno legittime, costituiscono comunque un limite.<br />
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<b>Mourinho</b> a Madrid ereditò una squadra che con il bistrattato Pellegrini <b>aveva totalizzato 96 punti in campionato</b>, finendo a sole tre lunghezze dal Barça illegale, ed in due anni ha riportato la Liga nella capitale con lo score record di 100 punti. Ha dovuto convivere con il "demone" Guardiola, e con la sua creatura perfetta capace di macinare risultati e avversari, mietere consensi, guadagnarsi la luce dei riflettori: ne è rimasto inizialmente soggiogato, prima di iniziare pian piano a rialzare la testa lavorando ai fianchi un avversario che cominciava a dare segni di un lento declino. Dalla <a href="http://www.dailymotion.com/video/xgbm80_barcellona-real-madrid-5-0-commento-riccardo-trevisani_sport">'manita'</a> del 2010, il processo di avvicinamento delle due maggiori realtà del calcio spagnolo è stato graduale, ma <b>i risultati del gruppo catalano a fine ciclo sono stati comunque migliori, in questo triennio, rispetto a quelli di chi il ciclo avrebbe dovuto aprirlo, e non lo ha mai fatto</b>. E questo fa riflettere.<br />
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Il tecnico portoghese nella sua carriera è riuscito a creare vere e proprie macchine da guerra formando gruppi inossidabili, compatti, nei quali i calciatori sarebbero stati disposti a camminare sui tizzoni ardenti qualora lui lo avesse esplicitamente chiesto per il bene della squadra. <b>Eto'o</b>, attaccante fuori dal comune per doti tecniche, carisma e qualità realizzative, per contribuire al progetto <i>Triplete</i> si sacrificò in un ruolo a lui inusuale perchè Mou riteneva fosse quella la posizione adatta nel contesto tattico che prevedeva anche <b>Milito</b>, <b>Pandev</b> e <b>Sneijder</b>: con <b>Benitez</b>, il camerunense puntò subito i piedi dicendo chiaramente che l'esterno non l'avrebbe più fatto.<br />
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Nel triennio madrileno, <b>Mourinho</b> non solo non è riuscito a creare uno spogliatoio d'acciaio come quelli di Porto, Chelsea e Inter, ma ha addirittura dovuto fare i conti con vere e proprie spaccature al suo interno, sfociate nella recente epurazione di un totem sacro come <b>Casillas</b>, ritenuto uno dei responsabili delle continue fughe di notizie verso l'esterno (ipotesi non campata in aria, visto che la fidanzata del portiere è la giornalista Sara Carbonero). Non serve un indovino per prevedere che al Real nessuno si strapperà i capelli per il saluto del portoghese, che aveva invece lasciato un profondo vuoto in quei club con il quale era riuscito a stabilire una totale (e nel caso dell'Inter, direi quasi morbosa) empatia.<br />
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<b>Josè Mourinho a Madrid ha vinto</b>, perchè è questo che lui fa nella vita. Ma non è mai riuscito a "prendersi" la squadra, e questo è stato forse il suo più grande fallimento. Proverà a tornare <i>Special </i>là dove per la prima volta si autoincensò coniando questo nickname che lo ha poi accompagnato durante tutta la sua carriera, segnando di fatto un passaggio importante del suo percorso. Torna al passato, lui che ha sempre scelto nuove destinazioni per fare il pieno di stimoli; torna dove conosce, dove sa di essere apprezzato, perchè forse questa esperienza iberica non lo ha lasciato proprio benissimo.<br />
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La bacheca <i>blanca</i> è oggi un pò più ricca di quanto non lo fosse nell'estate 2010, ma il bicchiere della sua gestione è un paio di tacchette sotto il "mezzo vuoto" (o mezzo pieno, che poi è lo stesso). Buon futuro, Josè.<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-41150365833890810852013-04-27T20:18:00.002+02:002013-05-01T17:53:55.181+02:00L'esaltazione del modello Borussia, e la sua inapplicabilità al calcio italiano<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp8jgF0Vn6O9aRc7iU8DKnFLI4Th-qmMvthLUqFBeFVRioQ4RdiZM4QCe3U25OicWm3NUxLp4MHLhmQuMRd2-ifKjfdeawaOKa3jiQBYqDGmcJALPWftVKfCVebuDPWUV2gcm_XutkzRs/s1600/Borussia-Dortmund.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="borussia-dortmund-final" border="0" height="200" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjp8jgF0Vn6O9aRc7iU8DKnFLI4Th-qmMvthLUqFBeFVRioQ4RdiZM4QCe3U25OicWm3NUxLp4MHLhmQuMRd2-ifKjfdeawaOKa3jiQBYqDGmcJALPWftVKfCVebuDPWUV2gcm_XutkzRs/s320/Borussia-Dortmund.jpg" width="320" /></a></div>
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E' servito un poker di <b>Lewandowski</b>, assieme all'ennesima dimostrazione di calcio moderno, veloce e spettacolare, per rubare la scena a quel Bayern che solo 24 ore prima <a href="http://www.blognelpallone.com/2013/04/bayern-barca-4-0-la-caduta-dellimpero.html">aveva fatto del Barcellona carne da macello</a> guadagnandosi di fatto la prima poltrona per la finalissima di Wembley. Impossibile non ammirare il collettivo meraviglioso messo in piedi da <b>Jurgen Klopp</b>, due volte di fila campione di Germania (nonostante un <b>Bayern</b> superiore come individualità) e da quest'anno macchina da guerra anche in Europa dopo l'anno di "test" terminato con l'eliminazione alla prima fase, figlia soprattutto di un negativo inizio di stagione.<br />
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E' in atto una vera e propria esaltazione dell'ormai comunemente chiamato <b>"modello-Dortmund"</b>, saltato agli occhi di molti solo ora che il progetto ha assunto risonanza continentale raggiungendo il suo picco più alto, e spacciato distrattamente come panacea per risollevare grandi del nostro calcio in difficoltà come <b>Inter</b>, <b>Roma</b> e in parte lo stesso <b>Milan</b>. Basterebbe però qualche riflessione sul passato, il presente e il probabile futuro dei nostri club, ed una ricerca neanche troppo approfondita sull'evoluzione dei gialloneri, per arrivare alla conclusione che<b> un tale modello gestionale è pressochè inapplicabile ad un sistema calcio come quello italiano</b>.<br />
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Ma cominciamo guardando indietro al 2005, anno in cui la formazione tedesca (terza con più titoli in Germania) <b>rischia concretamente il fallimento</b> a causa di una gestione societaria poco sana e che come conseguenza più importante ha la messa in vendita dello storico e gigantesco impianto ospitante le gare casalinghe della squadra, il <b>Westfalenstadion</b> (ora <b>Signal Iduna Park</b>, dal nome della società che lo rilevò lo stesso anno). Le cessioni importanti diventano inevitabili per far cassa e tagliare stipendi pesanti dal libro paga, e nella stagione 2007-08 i gialloneri finiscono tredicesimi, dopo una stagione per certi versi drammatica con lo spettro costante della retrocessione in <b>Zweite Bundesliga</b>.<br />
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Nel frattempo c'è un signore di nome <b>Jurgen Klopp</b> che in quel di <b>Mainz</b> aveva mostrato cose egregie al primo anno in massima divisione, portando la squadra neopromossa in Europa tra lo stupore generale. L'anno successivo però la magia si esaurisce dopo un ottimo avvio, e arriva un'amara retrocessione a cui non segue la promozione nella stagione seguente. In Vestfalia però credono nel talento del giovane tecnico, e il <b>Borussia Dortmund</b> decide di puntare su di lui come sostituto di <b>Thomas Doll</b>.<br />
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Stagione 2008-09: sesto. Stagione 2009-10: quinto. Nessun titolo di rilievo portato in bacheca, qualificazione alla <b>Champions League</b> che sfuma sempre per una manciata di punti, ma la mano del tecnico sulla squadra è visibile e la crescita costante. E infatti, al terzo anno di gestione <b>Klopp</b>, arriva il titolo di campioni di Germania con due giornate di anticipo, con la squadra che agguanta la testa della classifica alla decima giornata senza lasciarla più fino al termine della stagione.<br />
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Il titolo viene bissato l'anno dopo, evidenziando la forza di una squadra e di un progetto veri, difficilmente influenzabili da una serie negativa di risultati. Il <b>Borussia Dortmund</b> futuro vincitore della Bundesliga con 8 punti di vantaggio sul Bayern Monaco, <b>dopo sei giornate è undicesimo ed in Champions naviga a vista</b>, ma appena ingrana la quinta non ce n'è più per nessuno almeno in patria. E adesso, al quinto anno di gestione dell'uomo di Mainz, la finale del massimo trofeo continentale è ad un passo.<br />
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Vogliamo dare un'occhiata al bilancio di questi cinque anni? Ecco qui (fonte <a href="http://www.transfermarkt.it/">transfermarkt.it</a>):<br />
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<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji4XIOQPvG7d8g8Pslyw-HvhQaOAykiOg_eiNty-Xors-K9ZUy1aOXY-K4SHCe9POcsIUXbFMOpR0UXXbb2FoZa1eS5xkoJSuyqZi8WBX2L-dOs7_Nd7OtBR92_p_-K7sPSNuGEd8iqd8/s1600/borussia+2008-09.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="348" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEji4XIOQPvG7d8g8Pslyw-HvhQaOAykiOg_eiNty-Xors-K9ZUy1aOXY-K4SHCe9POcsIUXbFMOpR0UXXbb2FoZa1eS5xkoJSuyqZi8WBX2L-dOs7_Nd7OtBR92_p_-K7sPSNuGEd8iqd8/s640/borussia+2008-09.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i>STAGIONE 2008-09</i></b></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVqsFdXu6MTbEoU-bk2q_ga7K1sARmJqP3mnWy2MkQHGH5ivcLGNmYLsXq90ZdLkzot6lTFbjIzpWS_AYA2SnaIRWaAoLubMn4CD0ceRiEjQJmaHtvfEEvjgBcvLa5uMhsgCfvEH-o4g/s1600/borussia+2009-10.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="298" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhiVqsFdXu6MTbEoU-bk2q_ga7K1sARmJqP3mnWy2MkQHGH5ivcLGNmYLsXq90ZdLkzot6lTFbjIzpWS_AYA2SnaIRWaAoLubMn4CD0ceRiEjQJmaHtvfEEvjgBcvLa5uMhsgCfvEH-o4g/s640/borussia+2009-10.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i>STAGIONE 2009-10</i></b></td></tr>
</tbody></table>
<table cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;" table=""><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrhj6bVIKR86EyFQBe64_QAir8_Pr_qvdX3YV6r7rpo_HI8ENmac9TQa5Ercu7gzxQ7GY0-Ktx1BmT6OHeaotnTtH2_2vHrRNfWwlGHeF3p3iysDsnhklfZeRKaS2HjqTkxfF7pzl6o8k/s1600/borussia+2010-11.png" imageanchor="1" style="clear: left; margin-bottom: 1em; margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="265" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrhj6bVIKR86EyFQBe64_QAir8_Pr_qvdX3YV6r7rpo_HI8ENmac9TQa5Ercu7gzxQ7GY0-Ktx1BmT6OHeaotnTtH2_2vHrRNfWwlGHeF3p3iysDsnhklfZeRKaS2HjqTkxfF7pzl6o8k/s640/borussia+2010-11.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i>STAGIONE 2010-11</i></b></td></tr>
</tbody></table>
<div style="text-align: center;">
<br /></div>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirRCv1w3S5JuYdMzjbcHwfx44-So9zobh8CiHbIIKblmj5ljKSU_Q3si9Lu9AjbgcVBNmMXpUrrvzgs1c5ffHTzzrr16yJ2KlscbCcPrHi81tx8-StjvhpH7S6HRMPHKY9LyD-Ko6CPcA/s1600/borussia+2011-12.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="264" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirRCv1w3S5JuYdMzjbcHwfx44-So9zobh8CiHbIIKblmj5ljKSU_Q3si9Lu9AjbgcVBNmMXpUrrvzgs1c5ffHTzzrr16yJ2KlscbCcPrHi81tx8-StjvhpH7S6HRMPHKY9LyD-Ko6CPcA/s640/borussia+2011-12.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i>STAGIONE 2011-12</i></b></td></tr>
</tbody></table>
<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihKGaJtRwSh-7AGjiRCXguZBorhh7aKwWJK9h1I3djb1usjvmviQ7ufubvnusIhyphenhyphenHfz6PMJ0T4OcIW8HBO3Hmk97EflJW1ZOXG1l5jEv6u2_DTRAW6Nhc4ggyQL9zSP6rz5HEkL2Daflw/s1600/borussia+2012-13.png" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="284" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEihKGaJtRwSh-7AGjiRCXguZBorhh7aKwWJK9h1I3djb1usjvmviQ7ufubvnusIhyphenhyphenHfz6PMJ0T4OcIW8HBO3Hmk97EflJW1ZOXG1l5jEv6u2_DTRAW6Nhc4ggyQL9zSP6rz5HEkL2Daflw/s640/borussia+2012-13.png" width="640" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;"><b><i>STAGIONE 2012-13</i></b></td></tr>
</tbody></table>
<br />
Spiccano gli acquisti di <b>Lewandowski </b>e <b>Hummels</b> alla cifra irrisoria (per il valore di mercato attuale) di 4 milioni, le cessioni profumate di <b>Lucas Barrios</b>, <b>Kagawa </b>e di <b>Nuri Sahin</b> (poi tornato alla base con un prestito biennale), i colpi a zero <b>Pisczek</b> (oggi uno dei migliori terzini destri in circolazione), <b>Grosskreutz</b> e quel <b>Götze</b> prodotto pregiato sfornato dalle giovanili. E spicca, soprattutto, il saldo acquisti-cessioni equilibratissimo e che non ha mai previsto voragini come quelle coi quali molti club dovranno prima o poi fare i conti.<br />
<br />
In cinque anni, il club è passato dall'anonimato in cui era sprofondato per via della crisi e il quasi-fallimento all'essere <b>una delle squadre più forti e spettacolari d'Europa</b>, potendo contare su un impianto di gioco collaudato e perfezionato negli anni. E' stato sposato un progetto con un tecnico di prospettiva capace di ottimizzare le risorse a disposizione e sfruttare appieno il potenziale dei suoi talenti, <b>lanciati in prima squadra senza troppe paranoie</b>. Tutto questo nella magnifica cornice di uno stadio sempre pieno, perchè <b>a Dortmund il Borussia è una cosa seria, anzi serissima</b>.<br />
<br />
Adesso, sinceramente, alzi la mano chi crede che in <b>Italia </b>qualcuno avrebbe davvero il coraggio di fare anche solo una delle tante cose che hanno portato i gialloneri al punto in cui sono adesso.<br />
<br />
Chi offrirebbe ad un tecnico con alle spalle due anni di massima divisione, il primo brillante ma il secondo culminato con la caduta in serie B (e che in B ci rimane anche l'anno successivo) le chiavi della ricostruzione?<br />
<br />
Chi avrebbe la forza di confermarlo per il terzo anno consecutivo nonostante un quinto e un sesto posto in una lega che comunque di davvero dominante all'epoca non aveva praticamente nessuno? <b>Stramaccioni</b>, che intendiamoci non è <b>Klopp</b>, nel marasma di un'Inter devastata dagli infortuni e in perenne transizione rischia di non essere confermato, così come <b>Allegri</b> che comunque sta portando un Milan profondamente rinnovato nell'Europa che conta.<br />
<br />
Tutto questo <b>mentre i bilanci affondano, gli stadi sono sempre più fatiscenti e i giovani talenti vengono considerati sempre troppo acerbi per essere lanciati sotto i riflettori del massimo campionato.</b> In una fase storica come quella attuale, senza la disponibilità economica di 10 anni fa, il modo di fare calcio dovrebbe necessariamente cambiare per riacquistare una competitività che si è andata via via perdendo e le recenti magre figure in campo europeo non hanno fatto che sottolineare ulteriormente.<br />
<br />
O si cambia, o il calcio italiano (già agonizzante) muore. Il <b>Borussia</b> è uscito dalla crisi con la forza delle idee e lavorando su una rinascita a tutto tondo: la domanda è se c'è qualcuno in Italia disposto a fare lo stesso, potenziando le strutture, gli impianti e puntando su progetti a lungo termine. Qualcosa si sta muovendo, ma siamo ancora lontani dall'obiettivo. <br />
<br />
Chiudo con un video: Klopp il talento dei suoi lo allena anche così.<br />
<br />
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<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="315" src="http://www.youtube.com/embed/WhAyX81zP2M" width="560"></iframe>
</div>
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<br /></div>
<br />
<br />
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-24742982949433893292013-04-24T13:57:00.003+02:002013-05-01T17:53:55.175+02:00Bayern-Barça 4-0: la caduta dell'impero<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGy21GvVp4BNWDRGJNHWSltOOIEgbL9VRilj3Ixgt4iuR5_-mc66eUmqw8eMm1r1HNfobtGScgUezLRqWnnzupC9NY4u97g0o3QW7gyzeUhJJAhNRf3PwdjZ5XyLEiKs5fPs_zeTclmM4/s1600/9117a1baa7c3e30d2f0f6a706700657b--300x145--300x145.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="bayern-muller" border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhGy21GvVp4BNWDRGJNHWSltOOIEgbL9VRilj3Ixgt4iuR5_-mc66eUmqw8eMm1r1HNfobtGScgUezLRqWnnzupC9NY4u97g0o3QW7gyzeUhJJAhNRf3PwdjZ5XyLEiKs5fPs_zeTclmM4/s1600/9117a1baa7c3e30d2f0f6a706700657b--300x145--300x145.jpg" /></a></div>
<br />
Il calcio, come tutti gli sport, è fatto di cicli. La legge del <i>rise and fall</i> è inesorabile, e neanche la più grande delle armate che hanno condizionato, e in qualche caso cambiato, la storia del calcio si è mai potuta sottrarre a questa legge universale.<br />
<br />
Ieri sera, all'Allianz Arena,<b> è andato in scena il più classico dei passaggi di consegne</b>: il <b>Barcellona</b> di Messi, dopo anni di dittatura nel calcio mondiale, si è inchinato alla superiorità quasi imbarazzante di un <b>Bayern Monaco</b>, in una parola, perfetto. <b>Il 4-0 finale spazza via ogni dubbio su chi sia la vera entità dominante in Europa</b>, e chiude il doppio confronto nella maniera più clamorosa e forse imprevedibile visti i rapporti di forza della vigilia: sbilanciati in favore dei più freschi e organizzati bavaresi, ma non al punto tale da immaginare una differenza così netta all'esame del campo.<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
Entrambe le squadre arrivavano all'appuntamento con il titolo nazionale già in tasca (matematico per i tedeschi, in arrivo per i catalani), ma non c'è mai stata storia: il confronto tra il calcio fisico, rapido e senza fronzoli dei campioni di Germania ha letteralmente travolto il <i>tiki-taka</i> blaugrana, depotenziato dal ritmo e dalla superiore freschezza atletica degli avversari. <b>Guardiola</b>, che raccoglierà l'eredità di <b>Heynckes</b> e che del Barça illegale è stato il magistrale artefice, avrà vissuto questi 90 minuti come <b>un ideale ponte tra quello che fu, e quello che sarà</b>. La sensazione è che a questa squadra, che ha già preso un gioiello autentico come <b>Mario Gotze</b> e ha le mani su <b>Lewandowski</b> (viene da chiedersi che ne sarà del Dortmund, in odore di rivoluzione), basterà un importante innesto in difesa per dominare la scena anche il prossimo anno.<br />
<br />
L'8 aprile 2009, al Camp Nou, il <b>Barcellona</b> gettava le basi del Triplete schiantando nei quarti di finale proprio il <b>Bayern Monaco</b> di <b>Klinsmann</b> con il medesimo punteggio: un 4-0 bruciante, che chiuse un capitolo non felicissimo della storia del club bavarese, e diede il via alla rifondazione. <b>Tre finali di Champions League in quattro edizioni</b> sono un risultato straordinario, la prospettiva di crescita di una squadra già oggi fortissima lascia intendere che molto probabilmente siamo solo all'inizio di un ciclo importante e duraturo.<br />
<br />
Qualunque sia l'avversario del <b>Bayern</b> a <b>Wembley</b>, i favori del pronostico saranno tutti per la squadra di Heynckes, ma ciò non toglie che la coppa vada comunque vinta per fare la storia e rendere leggendaria una stagione sin qui eccezionale. Un anno fa solo uno strano sortilegio strappò ai tedeschi (padroni di casa) quel trofeo che avrebbero meritato, ma che gli dei del calcio avevano già assegnato al <b>Chelsea</b> di Di Matteo: adesso è arrivato il momento di vincerla davvero.<br />
<br />
Cedere il passo a quel <b>Dortmund</b> che per due anni di fila ha sollevato il <i>Meisterschale</i> dando dispiaceri ai più ricchi rivali, o a quel <b>Josè Mourinho</b> che già nel 2010 festeggiò (a Madrid) lo storico Triplete con l'<b>Inter</b> proprio contro l'undici guidato all'epoca da <b>Van Gaal</b>, sarebbe davvero troppo.<br />
<br />
E il <b>Barcellona</b>? Stiamo parlando di una squadra che dal 2009 ad oggi ha vinto 4 volte la <b>Liga </b>(2009, 2010, 2011, 2013 in arrivo), 2 <b>Champions League</b> (2009, 2011) fermandosi tre volte in semifinale, 2 <b>Coppe del Re </b>(2009, 2012), 2 <b>Supercoppe Europee</b> (2009, 2011) e due <b>Mondiali per Club</b>, portando una nuova idea di calcio che ha segnato un'epoca come avvenne, per fare un esempio, con il "calcio totale" esportato dall'<b>Ajax</b> negli anni '70. I catalani hanno fatto la storia, ma era inevitabile che prima o poi anche per loro sarebbe arrivato il momento di passare lo scettro di regina del calcio mondiale al nuovo che avanza.<br />
<br />
In un'annata condizionata dalla malattia di <b>Vilanova</b> e dalla conseguente instabilità della guida tecnica, le crepe nei meccanismi già intraviste nella scorsa stagione si sono acuite, dando l'impressione piuttosto netta di essere di fronte a un declino lento (la cifra tecnica è ancora ineguagliabile), ma inesorabile di un gruppo che inizia a sentire il peso di mille battaglie.<br />
<i><br /></i>
<i>Rise and fall</i>, succede anche ai marziani. Forse è vero che l'impero sta cadendo, ma quanto ci siamo divertiti in questi anni?<br />
<br />
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-37250924719148677432013-04-19T00:06:00.001+02:002013-05-01T15:56:52.109+02:00La deriva di Stramaccioni, e l'ennesimo anno zero nerazzurro<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZnO1Bn8SwBTzZXHRhnO3dBtKwsGyB09BU0rDaF3LXXDZZgNj2UGZSjpO4wuGl6qKnGCb30w_bqGmenfU_JlMnGBGO8OaLafwyy8jsTLjMwVdvA54D2AMEFZ5laffiE5N41mVLYWfAIW0/s1600/stramaccioni-inter-e1354041149223.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="inter-stramaccioni" border="0" height="221" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiZnO1Bn8SwBTzZXHRhnO3dBtKwsGyB09BU0rDaF3LXXDZZgNj2UGZSjpO4wuGl6qKnGCb30w_bqGmenfU_JlMnGBGO8OaLafwyy8jsTLjMwVdvA54D2AMEFZ5laffiE5N41mVLYWfAIW0/s320/stramaccioni-inter-e1354041149223.jpg" width="320" /></a></div>
<br />
La sconfitta interna subita ieri sera contro la Roma, ha non solo estromesso l'Inter da una finale di coppa Italia che avrebbe se non altro potuto dare un briciolo di senso all'ultimo mese di calcio giocato, ma ha probabilmente anche fatto calare il sipario <b>sull'avventura di Andrea Stramaccioni alla guida della prima squadra</b>.<br />
<br />
Intendiamoci, legare la riconferma del tecnico romano ad un eventuale passaggio del turno sarebbe profondamente sbagliato, perchè il giudizio sul suo operato dovrà necessariamente tenere conto non solo di una sconfitta come quella maturata e per certi versi prevedibile di ieri, ma anche di una serie di fattori <b>che comunque allo stato attuale delle cose non possono che indirizzare verso una scelta obbligata</b>.<br />
<br />
<a name='more'></a>La premessa fondamentale è che se il giovane tecnico si è trovato in questa grottesca situazione di non ritorno, una grossa fetta di responsabilità è ascrivibile a quella società il cui progetto era sembrato già poco chiaro prima,<b> fino a diventare pressochè invisibile adesso che la Champions League è stata mancata per la seconda stagione di fila</b> con tutto quello che ciò implica in termini di introiti e raggio d'azione sul mercato.<br />
<br />
<b>Stramaccioni ha dovuto lavorare nelle peggiori condizioni possibili,</b> e quando si lavora in situazioni estreme, con poca esperienza, una rosa male assortita, infortuni a catena ed un mercato di gennaio da reparto psichiatrico, la possibilità di sbagliare e perdere il controllo del marchingegno è decisamente più elevata. Attenuanti che reggono, ma fino a un certo punto perchè <b>qui si sta parlando di guidare una squadra che si chiama Inter, </b>che non può permettersi di arrivare<b> al 18 aprile con 16 sconfitte stagionali sul groppone e senza una identità tecnico-tattica</b> definita.<br />
<br />
Dallo <b>Juventus Stadium</b> in poi, <b>la curva di crescita di squadra e tecnico (sin lì sorprendenti) si è fermata</b>. Risultati dapprima altalenanti, poi il crack. Dopo <b>Siena</b>, forse, il Moratti a cui eravamo stati abituati in passato avrebbe staccato la spina esonerando un tecnico che aveva iniziato a dare pesanti segni di cedimento, ma non è successo nè allora, nè dopo l'umiliazione di <b>Firenze</b>, nè dopo la sconfitta interna contro il <b>Bologna</b> imbarazzante non tanto nel punteggio quanto nell'atteggiamento in campo di una squadra mentalmente alla deriva. Tutto questo in un roteare di moduli, interpreti, alla ricerca del sacro Graal chiamato quadratura.<br />
<br />
Per quella che è la situazione ad oggi, con 15 infortunati più o meno lungodegenti (tra ieri e oggi si sono aggiunti Cambiasso e Guarìn) di cui diversi titolari e praticamente tutto il reparto offensivo, <b>l'aprile di Stramaccioni è difficilmente giudicabile</b>. Il problema è che le troppe sconfitte, le troppe imbarcate, e la confusione tattica imperante non sono cose figlie dell'oggi, ma ben radicate in un'annata iniziata discretamente, proseguita in calando e che sta terminando in picchiata.<br />
<b><br /></b>La mia personale considerazione è che <b>se non sei pronto a gestire i fortunali, non vuol dire che sei scarso, ma semplicemente che sei al momento inadeguato.</b> E per guidare questa <b>Inter</b>, con una società che continua a mietere errori di valutazione clamorosi senza la disponibilità economica di una volta, non può bastare un allenatore a cui far fare esperienza perchè "si crede nelle sue qualità" salvo poi lasciarlo abbandonato a sè stesso anche contro stampa e media. <b>Serve uno che cammini sulle acque</b>.<br />
<br />
<b>Stramaccioni</b> per ovvi motivi non possiede ancora le caratteristiche adatte per essere quell'allenatore, per quanto abbia lasciato intravedere doti che sicuramente sarebbero emerse in modo ancora più netto in un contesto maggiormente organizzato, e magari dopo qualche anno di gavetta su piazze meno ambiziose ma non per questo meno complicate.<br />
<br />
Ritrovarsi al primo mandato a dover gestire situazioni come quella di <b>Sneijder</b>, messo al centro del progetto in estate e poi accantonato per via delle ben note questioni contrattuali, ad avallare operazioni farneticanti come quella che portato all'arrivo di <b>Schelotto</b> in cambio di una metà di <b>Livaja</b>, e a doverci mettere sempre la faccia in prima persona vista l'assenza praticamente totale della componente mediatica nella politica societaria, è francamente troppo.<br />
<br />
Le scelte tattiche spesso poco convincenti, coi primi tempi spesso regalati all'avversario di turno e quel dispositivo difensivo troppo fragile sia che lo schieramento fosse a 3 o a 4, hanno poi contribuito a disegnare quello che è un quadro oggettivamente imbarazzante. <b>E che sarà probabilmente messo nel conto da pagare a maggio</b>, quando la scelta da compiere sarà definitiva e non sarà più possibile tornare indietro.<br />
<br />
I presupposti della vigilia, e l'incoraggiante inizio di stagione dopo un calciomercato che ha profondamente modificato l'ossatura della squadra, sembravano delineare l'anno zero della rifondazione nerazzurra, dopo la tribolata annata precedente. Adesso, più che di anno zero, parlerei di un nuovo "anno meno uno": quest'estate sarà ancora rivoluzione, e il probabile cambio di allenatore spezzerà quella continuità che non può comunque prescindere dai risultati e da quanto visto in campo.<br />
<br />
Se la transizione nerazzurra è questa, le cose sono due: <b>o sta andando troppo piano, o non sta andando proprio</b>. Io la mia idea ce l'ho, voi?<br />
<br />
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com3tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-64196131261011894932013-04-12T14:49:00.001+02:002013-04-25T10:55:33.994+02:00Juventus e Bayern, quegli 80 milioni non spiegano nulla<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4g0EngcC4OTNDEI2qztTqEr1cglykaqoJxxNPQXbG0Uo0T1ZAnGauQMaJxJmfxmgxfJOkll-ptxllFVKrSEBDwHuMJNJ8DBVfFXp8HfAjfok799h-Ai3T5TDJVCsKjipmaOtq4guvGM8/s1600/foto.calciomercato.com.mandzukic.juventus.bayern.champions.2012.2013.356x237.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img alt="Mandzukic affonda la Juventus" border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh4g0EngcC4OTNDEI2qztTqEr1cglykaqoJxxNPQXbG0Uo0T1ZAnGauQMaJxJmfxmgxfJOkll-ptxllFVKrSEBDwHuMJNJ8DBVfFXp8HfAjfok799h-Ai3T5TDJVCsKjipmaOtq4guvGM8/s320/foto.calciomercato.com.mandzukic.juventus.bayern.champions.2012.2013.356x237.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
Che la realtà attuale dell'informazione italiana sia mortificante non lo scopriamo certo oggi. Vale a tutti i livelli, ma se spostiamo la lente d'ingrandimento (per ovvi motivi) sulla sfera calcistica lo scenario che si presenta agli occhi di chiunque sia intellettualmente normodotato è raccapricciante, forse inimmaginabile se riavvolgiamo il nastro della nostra memoria a 10-15 anni fa.<br />
<br />
<a name='more'></a><br /><br />
<b>Nell'era di internet e del web 2.0, tutto è amplificato.</b> Accanto a quotidiani sportivi ormai al collasso e in grado solo di offrire verità parziali e panzane all'ingrosso, non si contano più le nuove realtà online, sotto forma di blog tematici e testate giornalistiche, che se da un lato offrono a tutti (me compreso) la possibilità di esprimere la propria opinione (il che è un bene), dall'altro aumentano esponenzialmente il rischio di andare a sbattere contro articoli che qualcuno cataloga alla voce "editoriali", abusando di un termine forse poco calzante, ma che se non è altro è molto più elegante di quello che realmente andrebbe utilizzato.<br />
<br />
Abbiamo seguito tutti il doppio confronto di <b>Champions League</b> tra <b>Juventus</b> e <b>Bayern Monaco</b>, che ha sottolineato con l'indelebile tutta la differenza attualmente esistente tra il calcio italiano e i massimi campionati europei (Bundesliga, Premier, la stessa Liga), senza dimenticare che <b>il tanto bistrattato Portogallo porta sempre almeno una squadra in semifinale di Europa League da tre anni</b> (con l'exploit delle tre semifinaliste nella stagione 2010-11). Al di là di quanto si voglia far credere, la squadra di Conte è stata eliminata con una facilità estrema dalla corazzata bavarese, che avrebbe potuto chiudere i conti già all'andata e non ha mai rischiato nulla neanche a Torino<b> nonostante i proclami battaglieri e gli hashtag della vigilia</b>.<br />
<br />
Considerando che questa <b>Juventus</b> senza rivali in patria rappresenta oggi quanto di meglio il nostro calcio riesca a offrire, una tale manifestazione di inferiorità al cospetto di un avversario mostratosi due spanne superiore chiarifica non solo il concetto di distanza espresso più su, ma per qualcuno a quanto pare rappresenta <b>una sorta di emblema del fallimento gestionale di Marotta & co.</b> Già perchè a quanto pare, <a href="http://www.calciomercato.com/altre-notizie/juventus-bayern-monaco-ma-quale-diversa-potenza-economica-la-juv-264238" rel="nofollow">secondo questo articolo<b>-</b>inchiesta</a> (neanche firmato peraltro), "qualcosa non torna" e la differenza tra Juventus e Bayern Monaco sta tutta nel modo in cui le rispettive dirigenze hanno speso in questi tre anni.<br />
<br />
Francamente ho avuto qualche difficoltà a stare dietro a numeri così sterili, che non considerano la voce 'cessioni' e tengono in considerazione solo ed esclusivamente i costi dei cartellini dei calciatori coinvolti, <b>vale a dire un terzo delle componenti di un bilancio.</b> Accatastare cifre, senza considerare altre variabili in gioco fondamentali, e trarre conclusioni che dovrebbero in qualche modo spiegare la diversa dimensione dei due club <b>può andare bene solo se come obiettivo hai catturare visite e aumentare le 'impressions', non se vuoi fare vera informazione</b>.<br />
<br />
<i>"La differenza sta tutta nel come le due dirigenze hanno speso i soldi. In modo ottimale i tedeschi, da rivedere la gestione del club bianconero"</i>. Periodi attenzionati: le stagioni 2010-11, 2011-12, 2012-13. Vogliamo dare un'occhiata alle formazioni delle due squadre all'inizio di questo percorso? Cominciamo da quella del <b>Bayern</b> che nel maggio 2010 perse la finale di <b>Champions League </b>contro l'Inter di Mourinho:<br />
<br />
<b>Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Van Bommel, Schweinsteiger; Ribery, Robben Mueller; Olic (Gomez).</b><br />
<br />
La struttura portante di quella squadra che sfiorò il personale Triplete (avendo già vinto Bundesliga e coppa nazionale) restò praticamente inalterata. Di anno in anno i bavaresi hanno svecchiato la rosa, inserendo elementi di spessore come il portiere Neuer, un centrocampista gigantesco come Toni Kroos, il terzino Alaba e quel Mandzukic che, come avvenne al connazionale Olic, ha superato nelle gerarchie un bomber senza macchia come Mario Gomez. <b>Sei undicesimi di questa squadra</b> (Kroos infortunato all'andata)<b> erano a Madrid tre anni fa, e allo Juventus Stadium martedì sera.</b><br />
<br />
Passiamo adesso alla Juventus, che a differenza dei tedeschi patì un'annata di delusioni e cocenti sconfitte nonostante un inizio di stagione benaugurante. Questo l'undici bianconero che chiuse l'annata 2009-10 al settimo posto, bissato poi dalla devastante gestione Delneri l'anno successivo:<br />
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<b>Buffon; Grygera, Cannavaro, Chiellini, Grosso; Tiago (Camoranesi), Marchisio, Felipe Melo (Sissoko); Diego; Amauri (Trezeguet), Iaquinta (Del Piero).</b><br />
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Oltre all'età media già altissima di quella squadra, balza all'occhio come di titolari nella formazione di oggi ve ne siano soltanto tre. Tutto questo al netto di operazioni di mercato certamente folli (vedi Martinez, Diego&Melo), guide tecniche sballate, ma da inquadrare nell'ottica di una ricostruzione partita da lontanissimo e che ha dovuto richiedere giocoforza un ingente dispendio di risorse economiche e non solo.<br />
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Insomma, le due squadre non partivano proprio dalla stessa posizione: da un lato una certezza del calcio europeo, fresca di vittorie e con un progetto basato su un'intelaiatura già solida, dall'altro una squadra che aveva smarrito la sua identità dopo il terremoto del 2006 ed era caduta nella spirale della mediocrità smarrendo il sapore della vittoria e della competitività ad alti livelli. <br />
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Senza dimenticare il fattore <i>"appeal"</i>, che da sempre costituisce una discriminante importantissima nelle scelte professionali di un calciatore (salvo casi alla Eto'o, ma lì il discorso è un tantino diverso). Dico questo perchè quando leggo<i> "se Matri è costato più di Mandzukic e non rende come quest'ultimo, vuol dire che qualcosa non ha funzionato"</i>, le considerazioni che faccio sono essenzialmente due.<br />
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La prima è che probabilmente chi ha scritto l'articolo l'estate scorsa non sapeva neanche chi fosse l'attaccante croato, se non per averlo visto magari di sfuggita a Euro2012. Parlare dopo è sempre facile, ignorare le dinamiche del mercato ancora di più.<br />
<br />
La seconda è che la <b>Juventus</b>, nell'estate 2012, <b>non aveva un progetto vincente in Europa come il Bayern</b>, essendo ancora un club relativamente 'acerbo' per il grande salto. Un dettaglio non proprio trascurabile, che accoppiato ad una disponibilità economica relativamente limitata rappresenta una delle ragioni per cui il tanto agognato top player è rimasto una fantasia di agosto, mentre<b> in Baviera hanno già gettato le basi per un presente vincente ed un'avvenire sfavillante con Guardiola</b>.<br />
<br />
In definitiva, di che stiamo parlando? Che il confronto fosse impari era noto già al momento del sorteggio, il campo non ha fatto altro che confermare questo fatto, evidenziando le dimensioni differenti delle due squadre. Tentare di spiegare con tabelle incomplete e calcoli da terza elementare una situazione decisamente più complicata, oltre ad essere poco interessante, è tutto fuorchè giornalismo. Fermateli.<br />
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<i><b>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</b></i>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com6tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-81528287622284517882012-10-14T17:43:00.000+02:002013-02-19T18:14:37.054+01:00Pallone d'oro, Mou dice CR7. E se invece vincesse ancora lui?<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj5bWzh5OnTFyeWkizIofgEA_PO1dXQ6EjJdrSSSC2D-56squ1oOlJ_Rqk3Qf9Lob1a8l_sfHOPldDE49N5QnXFJWXUPsJ4UijYat3Pa-IWO7MsIJpSnCGbfONvznk3yBzjnKKiip37SMY/s1600/0MBJI0AP--300x145.jpg" /></div>
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<span style="font-family: inherit;"><i>"Sarebbe un crimine, se Cristiano Ronaldo non vincesse il pallone d'oro"</i> </span></div>
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<span style="font-family: inherit;">Ecco, magari un crimine proprio no, ma di certo l'idea che ha <b>Josè Mourinho</b> riguardo la candidatura del suo calciatore nonchè connazionale all'ambito premio più chiara di così non potrebbe essere. Peccato che questa resta appunto una sua idea, ed in quanto tale ha solo il valore di un'opinione e non sposterà di una virgola le dinamiche che porteranno all'assegnazione del pallone d'oro 2013.</span></div>
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<a name='more'></a><span style="font-family: inherit;"><br /></span></div>
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<span style="font-family: inherit;"><b>Cristiano Ronaldo</b>, lamentele recenti a parte, sta disputando l'ennesimo anno solare fuori dagli schemi, con una media gol stratosferica ed un "double" Liga-Supercopa che ha spezzato la dittatura catalana, colpita a morte all'impresa del <b>Camp Nou</b> decisa peraltro proprio da un suo gol (vedi video). Ad Euro 2012, il suo <b>Portogallo</b> si è fermato solo ai calci di rigore contro una Spagna lontana parente di quella poi vista in finale, ed anche lì CR7 si è distinto con tre reti all'attivo dopo un balbettante inizio in un girone comunque infernale. Insomma, pronosticarlo possibile pallone d'oro non sarebbe un'eresia, tutt'altro.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Premesso questo, credo siano diverse le ragioni valide per cui credere che alla fine il prestigioso premio individuale lo solleverà qualcun altro. E quel qualcun altro, con tutta probabilità dovrebbe essere il suo antagonista principale, quel <b>Lionel Messi</b> che ha letteralmente stordito l'<b>Uruguay</b> con una prestazione "illegale", ed in barba a chi lo accusa di essere poco decisivo con la maglia dell'<i>Albiceleste</i> si è portato a quota 30 reti, quattro in meno di una divinità come Diego <b>Maradona</b>.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sui criteri di assegnazione del premio da quando nel 2010 è diventato una sorta di fusione del vecchio <b>Fifa World Player</b> e del Pallone d'oro assegnato da <b>France Football</b>, <a href="http://blognelpallone.blogspot.it/search/label/pallone%20d%27oro" rel="nofollow">mi sono espresso in passato</a> e credo che semplicemente non vi siano più i criteri rigidi che portavano automaticamente alla vittoria di chi nell'anno solare in questione ha vinto la Champions League o l'Europeo/Mondiale. O forse, se esistono ancora, sono stati semplicemente spazzati via dai numeri fuori scala della Pulce, che quest'anno pur senza sollevare alcun trofeo registrava al 17 settembre 2012 la bellezza di 61 reti segnate, dopo aver chiuso il 2010 con 60 e il 2011 con 59. Stiamo parlando in buona sostanza di uno che non c'entra niente, uno che sposta ogni giudizio figlio del palmares su un piano differente, quello del valore assoluto del calciatore.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Ecco, senza voler essere ripetitivo oltremodo, io continuo a credere che in tutto questo ci sia qualcosa di sbagliato. Un riconoscimento a cadenza annuale dovrebbe in qualche modo tenere conto dell'andamento dell'annata anche in termini di risultati, risultati che dicono che <b>Messi</b> ha sollevato solo la <b>Copa del Rey</b>, mentre <b>Ronaldo</b> ha portato a casa da protagonista due trofei con la <i>camiseta blanca</i>, ed è arrivato a un soffio dalla finalissima in un Europeo nel quale i lusitani partivano nettamente dietro ad almeno 5-6 squadre.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Sempre i risultati dicono che il professor <b>Xavi</b> e il genio <b>Iniesta</b>, pur inghiottendo bocconi amari nella Liga ed in Champions League, il 1° luglio hanno scritto la storia portando a casa il titolo di campioni d'Europa con la <b>Spagna</b>, completando un irripetibile ciclo aperto con la vittoria ad <b>Euro2008</b> e proseguito al mondiale Sudafricano. Davvero tutto questo non conta nulla?</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Un <b>pallone d'oro FIFA</b> consegnato per la quarta volta di fila a <b>Messi</b> non sarebbe uno scandalo nè un crimine, ma sarebbe semplicemente l'ulteriore dimostrazione di una interpretazione differente del concetto di meritocrazia. Una volta vinceva chi si distingueva nell'anno solare risultando decisivo per il proprio club/nazionale nel portare a casa titoli, adesso vince "semplicemente" il più forte giocatore del pianeta. E pertanto, qualora le cose stessero davvero in questi termini, rinnoverei il consiglio di consegnare già adesso 5-6 copie del premio all'argentino, cambiando solo l'anno inciso sulla targa.</span><br />
<span style="font-family: inherit;"><br /></span>
<span style="font-family: inherit;">Leo è ancora giovane, non smetterà tanto presto. Tanto vale risparmiare tempo, no?</span><br />
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</div>
<span style="font-family: inherit;"><iframe frameborder="0" height="270" src="http://www.dailymotion.com/embed/video/xqawhz" width="480"></iframe><br /></span>
<span style="font-family: inherit;"><i><b><br /></b></i>
<i><b>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</b></i></span><br />
<br />Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-17034280303180713252012-10-08T16:41:00.002+02:002013-04-25T10:56:01.107+02:00Milan-Inter, un derby che sa di ridimensionamento<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKDicIRjT9wLe8EdnPyKDjjE2SBmdf6WClA95nlgVgIz81XrIhHA0OjyZ5vc_zleC-WVtmSSaqgggTOpr-1L_KsB_eqRyu1Ud76z-1q0Pwxk1I8ecgyRGPULcrLuvGdg3apk3e8Njgs-c/s1600/nuovo.archivio.foto.serie.a.2012.13.milan.inter.samuel.356x237.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="213" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgKDicIRjT9wLe8EdnPyKDjjE2SBmdf6WClA95nlgVgIz81XrIhHA0OjyZ5vc_zleC-WVtmSSaqgggTOpr-1L_KsB_eqRyu1Ud76z-1q0Pwxk1I8ecgyRGPULcrLuvGdg3apk3e8Njgs-c/s320/nuovo.archivio.foto.serie.a.2012.13.milan.inter.samuel.356x237.jpeg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Il colpo di testa di Samuel che decide il derby di Milano</td></tr>
</tbody></table>
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Un derby non lo vinci o perdi per caso. Ci può essere senz'altro una forte componente di aleatorietà ad incidere sulla gara, ma generalmente quanto accade sul terreno di gioco è figlio del modo di stare in campo delle due squadre, preparate psicologicamente ad affrontare quella che non è e non sarà mai una partita come tutte le altre.<br />
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<a name='more'></a>La stracittadina milanese ha visto l'<b>Inter</b> di Stramaccioni imporsi di misura sul <b>Milan</b> di Allegri, al termine di novanta minuti di tensione nelle quali le due squadre si sono date battaglia offrendo molto poco allo spettacolo, ma tantissimo dal punto di vista emozionale per chi da tifoso ha vissuto un'ora e mezza di passione incollato alla sedia o sugli spalti di San Siro. Un derby che è girato dopo soli 4', con la rete di Samuel che su uno spiovente di <b>Cambiasso</b> ha approfittato di una uscita indecente di <b>Abbiati</b>, e che poteva essere chiuso a doppia mandata aprendo scenari da film horror (per i rossoneri) quando il portiere ha servito erroneamente un <b>Milito</b> incapace di segnare il più facile dei suoi gol nel derby, tardando clamorosamente la battuta a rete (forse inebetito da tanta grazia) e mandano alle ortiche il match-ball.<br />
<br />
La reazione rossonera allo scampato pericolo di imbarcata è stata importante in termini di voglia e intensità, ma ha se possibile messo a nudo tutte le problematiche di una formazione che può senz'altro recriminare per qualche episodio dubbio, ma non può essere giustificata in alcun modo per gli zero tiri in porta effettuati durante l'assedio al fortino interista ridotto in dieci dall'espulsione ingenua di <b>Nagatomo</b>. Schiacciare nella propria metà campo un avversario che ha ormai rinunciato ad attaccare, senza mai chiamare <b>Handanovic</b> in causa se non su tiri da fuori di <b>Montolivo</b> e nell'occasione della goffa caduta di <b>Bojan</b> a tu per tu col portiere nerazzurro, è francamente un pò poco, fermo restando che un pari avrebbe rispecchiato meglio l'andamento del match.<br />
<br />
L'Inter, disposta ancora una volta con il 3-4-1-2 e <b>Guarìn</b> inizialmente in panchina per dar spazio a <b>Coutinho</b> sulla trequarti come contro la Fiorentina, ha colpito a freddo, ma dopo il clamoroso errore del possibile 0-2 ha colpevolmente lasciato l'iniziativa ai rossoneri, traditi ancora una volta da un <b>Boateng</b> lontano parente della macchina da guerra ammirata nei primi due anni a <b>Milano</b>, e che forse ha risentito più di ogni altro del ridimensionamento operato questa estate da Galliani. Per il ghanese solo tiri sbilenchi, uno scarso contributo alla manovra offensiva, ed una maglia numero dieci che al momento pesa quintali. La domanda è se la sua testa è ancora a Milano o altrove, ma la risposta ovviamente è difficile da reperire in tempi brevi.<br />
<br />
Non è stata la serata delle punte, dei fantasisti, degli uomini che generalmente hanno l'onore e l'onere di decidere le partite finalizzando una manovra corale o inventando la giocata che spacca la partita. Tra i nerazzurri male <b>Cassano</b>, sommerso di fischi dai suoi ex-tifosi a cui ha risposto chiamando l'urlo della "sua" parte di San Siro, male <b>Coutinho</b>, di fatto mai incisivo e sostituito nell'intervallo da <b>Guarìn</b>, malissimo Milito, lontano parente del killer da derby e sceso in campo nella sua versione più goffa. Poca roba anche dall'altra parte, dove (detto di Boateng) <b>El Shaarawy</b> non ha praticamente mai acceso la luce come nelle recenti uscite, e <b>Bojan</b> francamente ha fatto anche un pò tenerezza quando al 70' è scivolato al momento di calciare in porta da ottima posizione, con la possibilità di scrivere un'altra storia per questa stracittadina. <b>Robinho</b> e <b>Pazzini </b>hanno portato freschezza ed esperienza là davanti, e partire con loro più il Faraone è una opzione che Allegri potrebbe e a mio parere dovrebbe considerare per il futuro.<br />
<br />
La classifica dopo il fischio finale dell'inadeguato <b>Valeri</b> recita impietosa: <b>Inter</b> a quota 15, terza assieme alla Lazio e a -4 dalla coppia di testa formata da <b>Juventus</b> e <b>Napoli</b>, <b>Milan</b> undicesimo a 7 punti con già ben quattro sconfitte sul groppone e una distanza già importante dal gruppo di testa. I numeri non possono dire proprio tutto, ma hanno il loro bel peso: il messaggio che comunque passa dal derby visto ieri sera è che entrambe le squadre (già divise da un solco di 8 punti) non dispongono allo stato attuale delle cose dei mezzi necessari per insidiare la dittatura imposta dalla <b>Juventus</b> sulla serie A 2012/13, con il <b>Napoli</b> che punta con forza a detronizzare una squadra oggi superiore.<br />
<br />
La differenza è che i nerazzurri sembrano credere maggiormente nella strada intrapresa quest'estate, voltando pagina e rinnovando in modo sensibile il proprio parco giocatori, mentre in casa rossonera dopo l'addio di <b>Ibrahimovic</b>, <b>Thiago Silva</b> e di tutta la vecchia sembra regnare sovrana la sfiducia in un non-progetto del quale si fatica a vedere l'idea, e il timoniere è costantemente sulla graticola come tradizione italiana vuole.<br />
<br />
In quello che per entrambe le squadre è una sorta di <i>Anno Zero</i>, l'<b>Inter</b> sembra più avanti coi lavori, ma è difficile ipotizzare che possa portare a casa qualcosa di tangibile a maggio. Il brusco risveglio rossonero è però ben più traumatico: dal perdere uno scudetto già vinto solo pochi mesi fa a ritrovarsi appaiati al Pescara a -2 dal terzultimo posto, ci passa tutta la differenza del mondo..<br />
<b><i><br /></i></b>
<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-38735064423009674382012-09-18T12:18:00.002+02:002013-02-19T17:25:05.579+01:00Juve, sei la più forte. Ma il fattore-Champions..<table align="center" cellpadding="0" cellspacing="0" class="tr-caption-container" style="margin-left: auto; margin-right: auto; text-align: center;"><tbody>
<tr><td style="text-align: center;"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsxIsP2-1s58-H8sPpgO5kuimp9LxSCncuXoi-4BOMpWBS5scPjFrv8DtHBbh0Ut4MDrHLyLECfaNiyJWRCAaCgWpOzcl93F9By39vmyVpe3Rcp-mVbT-JfKe0XkBuKyRVXi3Wv036cmc/s1600/juventus-genoa-asamoh.jpg" imageanchor="1" style="margin-left: auto; margin-right: auto;"><img border="0" height="258" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhsxIsP2-1s58-H8sPpgO5kuimp9LxSCncuXoi-4BOMpWBS5scPjFrv8DtHBbh0Ut4MDrHLyLECfaNiyJWRCAaCgWpOzcl93F9By39vmyVpe3Rcp-mVbT-JfKe0XkBuKyRVXi3Wv036cmc/s320/juventus-genoa-asamoh.jpg" width="320" /></a></td></tr>
<tr><td class="tr-caption" style="text-align: center;">Asamoah esulta dopo il gol che chiude la partita.</td></tr>
</tbody></table>
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Un carrarmato. La <b>Juventus</b> di Conte/Carrera non si è fermata neanche a Genova, nonostante le basi per interrompere la striscia di imbattibilità fossero tanto solide quanto lo erano state nella notte di Napoli nella quale la <a href="http://blognelpallone.blogspot.it/2011/11/napoli-juventus-3-3-appunti-e.html">rimonta firmata Estigarribia-Pepe</a> inserì nuova fiducia nel motore della squadra che di lì a poco si sarebbe laureata campione d'Italia.<br />
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<a name='more'></a><br /><br />
A Marassi per 45' si è vista una copia sbiadita della squadra bianconera, troppo spesso presa d'infilata dall'undici di <b>De Canio</b> e incapace di offrire una reazione adeguata dopo lo 0-1 firmato da Immobile. Nella ripresa, con l'inserimento quasi immediato di Vucinic e Asamoah, <b>la reazione è stata impressionante</b>: il Genoa, che poco prima del pareggio di Giaccherini aveva rischiato più volte di andare sul 2-0 con Sampirisi, l'ex Borriello (solo traversa a Buffon battuto), e soprattutto Bertolacci (clamoroso errore che innesca la ripartenza dell'1-1), è stato travolto forse al di là dei suoi demeriti, ma l'impatto dei due 'titolari' (entrerà anche Lichtsteiner nel finale) sulla gara è stato totale.<br />
<br />
E qui andiamo al punto centrale di questo articolo: la Juventus, in valore assoluto, è probabilmente la formazione più quadrata e completa del campionato, oltre ad essere quella che gioca il calcio migliore. Va però considerato il peso che inevitabilmente la <b>variabile Champions</b> avrà sulla stagione dei bianconeri, che almeno fino a dicembre saranno giocoforza costretti a utilizzare quel turnover che un anno fa era pressochè inutile per via dell'assenza dalle competizioni europee. Insomma, quel <i>'plus'</i> (si fa per dire, è ovvio) offerto dal mancato impegno infrasettimanale in termini di freschezza psico-fisica, quest'anno non ci sarà, e la variabile-Europa rivestirà un peso importante sugli equilibri di un campionato che viceversa sarebbe agonizzante già alla 10-12ima giornata.<br />
<br />
Genova ha offerto uno spaccato importante su quella che è una oggettiva differenza tra i 'titolari' e le 'riserve' di Conte: se togli dal motore contemporaneamente Lichtsteiner, Asamoah, Vidal e Vucinic, inserendo Caceres, De Ceglie e un Matri sempre più indietro nelle gerarchie dell'attacco bianconero, la musica cambia e contro un Genoa assatanato per quasi un'ora sarebbe bastato un diverso andamento di qualche episodio (ovviamente non parlo del rigore, nettissimo) forse la prima sconfitta in campionato si sarebbe materializzata già alla terza giornata.<br />
<br />
La vera sfida per Conte sarà proprio<b> la gestione delicatissima delle forze a sua disposizione</b>, in un campionato nel quale avversarie come Napoli ed Inter avranno impegni europei meno probanti e probabilmente decideranno di mettere il torneo di casa in cima alla "wishlist" 2012/13. Perchè se c'è una cosa che la stagione scorsa ci ha insegnato, è che essere i più forti è importante, ma non basta in una marcia lunga 38 giornate..<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-88231519713583963822012-07-15T16:27:00.003+02:002013-10-26T13:15:42.630+02:00Ibra+Thiago, un 'capolavoro' che ha nome e cognome<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlBgL7VmxeHF99XgpOoNy9xT3JVKO_nRN_XEa2R8tUC0gtEOGok4z_chW-FMUYvdEWNvgBCwwCV9cc7I_2XVKIsGFx5So2yj6w5EGjK1Nq1kTMBMT47IlpVb6b8Bkqsjw80IRakJ2PzV8/s1600/ee063b1bb532bc074c2f382099be4baf-58126.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em; text-align: center;"><img border="0" height="180" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhlBgL7VmxeHF99XgpOoNy9xT3JVKO_nRN_XEa2R8tUC0gtEOGok4z_chW-FMUYvdEWNvgBCwwCV9cc7I_2XVKIsGFx5So2yj6w5EGjK1Nq1kTMBMT47IlpVb6b8Bkqsjw80IRakJ2PzV8/s320/ee063b1bb532bc074c2f382099be4baf-58126.jpeg" width="320" /></a></div>
<br />
<b>14 giugno 2012:</b> <i>"Dicendo no ai 50 milioni offerti dal Psg per Thiago Silva, il presidente Silvio Berlusconi ha compiuto un autentico atto di eroismo" (Adriano Galliani)</i><br />
<i><br /></i>
Un eroe dei giorni nostri, Silvio. Una grande famiglia, questo <b>Milan</b> in cui tutti si amano, tutti si vogliono bene e i calciatori importanti, no, non vanno via neanche a cannonate. Il tutto ovviamente fino a prova contraria, perchè può capitare (dico, può capitare) che un mese dopo colui che si è fatto uomo per noi, scendendo sulla terra anni e anni orsono, sconfessi quell'atto eroico spedendo a Parigi in pacco dono non solo <b>Thiago</b>, ma anche quello Zlatan <b>Ibrahimovic</b> che a quanto pare si era pure calato nelle difficoltà economiche del suo AMATISSIMO club chiedendo con umiltà se fosse possibile contribuire con un assegno.<br />
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<a name='more'></a><br />
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Non si può sputare, in tempi di austerity, su 150 milioni di euro. Sono le modalità che portano a questa doppia cessione a far imbestialire tifosi che giustamente si sentono presi per i fondelli da una società che già con Kakà aveva toccato picchi importanti di ridicolo, con la sceneggiata del gennaio 2009 dopo il gran rifiuto al City resa vana dalla successiva cessione al Real in estate.<br />
<br />
Credo che qualunque tifoso meriti chiarezza, perchè indorare la pillola (che in questo caso è una supposta, a dirla tutta) non serve a renderla meno sgradevole, bensì solo a far montare la rabbia di chi si sente sbeffeggiato senza soluzione di continuità. L'Inter ha ceduto prima Ibra, poi Eto'o, la Juventus ha ceduto a suo tempo Zidane, il Manchester ha accettato anni fa una vagonata di milioni per Cristiano Ronaldo: ma nessuna di queste squadre, e dico nessuna, ha mai montato un teatrino così infantile per giustificare mosse di mercato dolorose, ma necessarie. Ed è questo che è davvero imperdonabile, ben al di là del danno tecnico che la squadra subirà dopo l'addio ai suoi due uomini migliori.<br />
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Piccola nota a margine: per qualche scribacchino prezzolato che tra l'altro vive nella convinzione di capire di calcio, improvvisamente la cessione di Ibrahimovic è un bene per il Milan, perchè 'dopo di lui le vecchie squadre hanno vinto tutto', e soprattutto per il 'senso di rivalsa' che lascia nelle compagini da cui va via. Ora, sicuramente avrete capito di chi si parla: se qualcuno di voi, con un commento, vuole spiegarmi in che modo privarsi di un centravanti da 35 gol a stagione può essere un bene in senso assoluto, sarò contento di leggere le varie opinioni in merito. Io, francamente, non riesco ad andare oltre una risata di compassione..<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com2tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-86499123174224052952012-01-19T11:27:00.002+01:002013-04-12T16:22:36.054+02:00Re Cecconi, una tragedia lontana 35 anni..<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjs0FC1HO5VTLQAssFr8-goLrUg7zOagYhKNpnGiVEGwAKVHXja58_zIGbPZlyaTtkB0vykCuCYAKFXcpbW6hEPkAJEllRp2C-CT_Lz_lOmonZfYVZU3NnJLPooN2_ZUYJd90Xuqa6GsDU/s1600/Re_Cecconi.jpg" /></div>
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<i>"Era uno scherzo, era solo uno scherzo"</i>, mormorava <b>Luciano Re Cecconi</b> mentre si accasciava al suolo, colpito in pieno petto da un colpo di pistola che ne stroncò non solo la brillante carriera, ma anche la vita.<br />
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Era la sera del 18 gennaio 1977, ed il biondo centrocampista della <b>Lazio</b> è fuori in compagnia dei compagni di squadra <b>Pietro Ghedin</b> e <b>Renzo Rossi</b>. Il gruppetto incontra l'ala <b>Garlaschelli</b>, che però non si unisce a loro, e poco dopo anche Rossi va via. <b>Re Cecconi</b> e <b>Ghedin</b> vanno così da un amico profumiere, tale <b>Giorgio Fraticcioli</b>, che li invita ad accompagnarlo da un cliente a cui deve consegnare dei flaconi in una gioielleria di via <b>Nitti</b> a<b> Roma</b>, nel quartiere <b>Flaminio</b>.
I tre entrano nel negozio poco prima dell'orario di chiusura, intorno alle 19.30, e a <b>Re Cecconi</b> viene la malsana idea di fingersi un rapinatore, armato e pericoloso. <br />
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<i>"Fermi tutti, questa è una rapina!"</i>, intimò il calciatore al gioielliere <b>Bruno Tabocchini</b>, con il bavero alzato e la mano nella tasca del cappotto a simulare una pistola. Uno scherzo, doveva essere solo un dannato scherzo, ma purtroppo non fu così. Il gioielliere non era un appassionato di calcio (quindi non aveva riconosciuto i calciatori), e le due recenti rapine subite lo avevano convinto a piazzare una pistola sotto la cassa: la reazione all'esclamazione del finto rapinatore è istintiva, violentissima, e nel giro di pochi secondi tutto si trasforma in tragedia.<br />
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Parte un colpo, per <b>Re Cecconi</b> è la fine. Morirà mezz'ora dopo, a soli 28 anni, lasciando la moglie Cesarina ed il figlio Stefano di due anni, con Francesca che nascerà dopo pochi mesi. Al processo, <b>Tabocchini</b> venne arrestato ed accusato per <i>"eccesso colposo di legittima difesa"</i>. Processato per direttissima 18 giorni dopo, venne assolto per <i>"aver sparato per legittima difesa putativa"</i>. <br />
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Come spesso accade, sulla faccenda non è mai stata fatta completamente chiarezza e le versioni, i dubbi e le zone d'ombra sono molteplici. Nel libro <i>Lui era mio papà (2008)</i>, scritto dal figlio <b>Stefano</b>, viene posta in risalto la riservatezza abituale del padre con gli estranei, e sottolineato il fatto che prima dell'omicidio il gioielliere aveva già ferito due rapinatori sempre con la stessa arma da fuoco. Nel libro-inchiesta dello scrittore <b>Maurizio Martucci</b> <i>"Non scherzo, Re Cecconi 1977, la verità calpestata" (2012)</i> viene attaccata la versione ufficiale sulla dinamica che ha portato alla morte del calciatore, sostenendo che il calciatore fu di fatto ucciso senza dire una parola.<br />
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Qualunque sia la verità, la portata del dramma rimane inalterata. Da 35 anni, Luciano Re Cecconi, centrocampista della Lazio scudettata di Maestrelli, non c'è più, e questa è l'unica realtà che non è possibile cambiare in alcun modo.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com4tag:blogger.com,1999:blog-4218121812555787027.post-57213014571203958592012-01-10T17:44:00.000+01:002013-04-12T16:23:17.273+02:00Messi, e sono tre. Tutto il resto, è noia<div class="separator" style="clear: both; text-align: center;">
<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvmFnUzIo4AS7cwh41zPXsGJxfmM9cplDmXBB-GNzMlehWpTL5fiMj-cg7gnvAFqXm5j8mLXoMOesEoCH6FkhVbRcP9y1wnVVON-MtqQW3_z5dspKz9hOqernstWH0ZkPfOGaOTRXMNwc/s1600/messi-e-sono-tre-tutto-il-resto-e-noia-L-E0yfBB.jpeg" imageanchor="1" style="margin-left: 1em; margin-right: 1em;"><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgvmFnUzIo4AS7cwh41zPXsGJxfmM9cplDmXBB-GNzMlehWpTL5fiMj-cg7gnvAFqXm5j8mLXoMOesEoCH6FkhVbRcP9y1wnVVON-MtqQW3_z5dspKz9hOqernstWH0ZkPfOGaOTRXMNwc/s1600/messi-e-sono-tre-tutto-il-resto-e-noia-L-E0yfBB.jpeg" /></a></div>
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Onestamente, da un anno fa ad oggi, nulla è cambiato. E quindi, la terza investitura iridata per <b>Lionel Messi</b>, vincitore del pallone d'oro 2011, viene accolta quasi con indifferenza, perchè in fondo questo risultato era arcinoto da tempo.<br />
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Si è provato nelle ultime settimane a buttarla lì, dicendo che chissà, forse <b>Xavi</b> stavolta ce l'avrebbe fatta, ma era chiaro a tutti che il premio sarebbe andato all'argentino, autore dell'ennesima annata monstre in un collettivo talmente eccezionale da portare ben 9 calciatori nei top 23.
Tre come <b>Platini </b>(che ne vinse anche lui tre di fila), Van Basten, Cruijff, con la differenza che la Pulce ha ancora solo 24 anni e di questo passo rischierà di non sapere più dove metterli, tutti questi palloni dorati.<br />
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Sarebbe inutile, nonchè ripetitivo, tornare sulle modalità di assegnazione del premio e sul fatto che di questo passo, ragionando solo sui valori assoluti dei singoli, l'egemonia dell'argentino rischia di essere totale tanto superiore è rispetto agli altri calciatori del globo. Ho già espresso la mia opinione in maniera abbastanza chiara qui, e qui, e sul fatto che <b>Messi</b> sia immenso credo che non ci sia neanche bisogno di tornarci.<br />
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Ci sono dei parametri, e delle modalità di valutazione che andrebbero a mio parere riviste, non tanto per ostacolare nuovi trionfi del fuoriclasse blaugrana, quanto per far sì che non sia 'solo' il valore del calciatore a essere premiato, bensì la sua capacità di essere più decisivo degli altri nell'arco della stagione. Perchè quest'anno premiare <b>Messi</b> è assolutamente sacrosanto, ma nel 2010 quello che è successo ha lasciato davvero tutti con un palmo di naso.<br />
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<b><i>Antonio Capone (twitter - @tonycap83)</i></b>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/13844987189140469338noreply@blogger.com0