Partirei intanto da questo video che risale al giorno dopo la sconfitta in Sicilia, in cui Federico Buffa analizza in modo a mio parere molto interessante le prestazioni dei rossoneri dell'ultimo periodo (derby escluso, ovviamente) e più in generale le problematiche di natura tattica legate al tipo di gioco del Milan di Allegri.
Il particolare chiave su cui è girato il derby è rinchiuso nella frase di Buffa, semplice ma quanto mai azzeccata: "Una cosa è dare a Pato 3 metri, un'altra è dargliene 10-15", sottolineando come le difese delle recenti avversarie del Milan abbiano fatto un figurone, seppur di fronte ad attaccanti di livello mondiale, proprio soffocando gli spazi di cui si nutrono elementi come il brasiliano. Sembra quasi una banalità, ma a quanto pare non lo è nemmeno tanto, visto che Leonardo ha impostato una gara suicida volta ad esaltare proprio le caratteristiche di velocista non solo del Papero, ma anche di Robinho. I due verdeoro (uno in veste di cecchino, l'altro di sciagurato divoratore di palle gol) hanno beneficiato sin dal 1' di autentiche praterie, nelle quali poi sono stati affondati i colpi mortali che hanno deciso la stracittadina.
Francamente le dichiarazioni di Leonardo mi hanno deluso parecchio: se da un lato è vero che prendere gol dopo 45 secondi è pesante e sposta l'inerzia della gara, dall'altro è anche vero che non è possibile addossare tutte le colpe di un autentico harakiri tattico ad un episodio che comunque è stato figlio di un pessimo approccio alla gara dell'anno.
Paradossalmente, l'assenza di Ibrahimovic ha reso ancora più imprevedibile il gioco d'attacco rossonero, non più fossilizzato su un unico schema (tra l'altro limitante per Pato) e letale al cospetto di una difesa come quella nerazzurra che, oltre a non prenderla mai, veniva supportata poco e male sia dai due mediani (Cambiasso in particolare, nullo o poco più) che dal "quartetto fantasia". Di fronte a tanta grazia, un Milan solido, grintoso e nettamente più in palla di avversari mai così farfalloni come sabato è andato praticamente a nozze, gestendo benissimo una gara mai in discussione e colpendo sempre al momento giusto. La palla gol divorate da Eto'o nel finale del primo tempo avrebbe potuto scrivere un'altra storia, ma rimane comunque il fatto che a vincere è stata la squadra che meglio ha intepretato la gara sotto ogni punto di vista, e che a livello tattico ha letteralmente surclassato un avversario disposto in campo senza lo straccio di un'idea che fosse una.
Una considerazione importante l'ha fatta Boban a fine partita, quando ha fatto notare come il calcio inteso da Leonardo sia assolutamente inadatto ad affrontare gare in cui avere equilibri non solo è importante, ma strettamente necessario per non uscire dal campo con le ossa rotte. Sono del tutto d'accordo con Zvone: i derby persi con la media di tre reti a partita, la doppia disfatta di Manchester nella scorsa Champions, la sconfitta di Torino sono segnali importanti che dovrebbero indurre il tecnico brasiliano a rivedere alcune cose nel modo di preparare tatticamente certe gare. L'impresa con il Bayern, in questo senso, non deve diventare uno specchietto per allodole: senza i regali bavaresi, sarebbe potuta tranquillamente finire 5-1, e questo è un particolare che non andrebbe tralasciato.
Il derby insomma ha dichiarato la vittoria netta di un Allegri che dopo Palermo sembrava sul punto di essere crocifisso in sala mensa, ma che nella gara clou ha azzeccato tutte le mosse, comprese quella di rispolverare Zambrotta e di scegliere Seedorf come mezzala sinistra nel centrocampo a 3. Non starei però qui a parlare di capolavoro tattico, bensì della vittoria dell'ordine sul caos: e visto che per molti era un sorpasso annunciato, una svolta del genere è una bella stoccata a chi in due settimane si era divertito a smontare il lavoro di un'annata intera vissuta in cima alla classifica.
Ultimo particolare, non da poco: la gestione "diplomatica" delle convocazioni in nazionale. Anche qui vittoria rossonera su tutta la linea, a dimostrazione che un derby si vince non solo nei 90' di gioco, ma anche muovendosi in maniera giusta per evitare di ritrovarsi poi dei cadaveri che passeggiano nella gara che può assegnare lo scudetto. Evidentemente i nerazzurri pensavano che il più fosse già fatto, e da tanti "piccoli" errori è nata questa serata che potrebbe aver scucito da quelle maglie un titolo che sembrava poterci rimanere attaccato per almeno un altro anno ancora.
Il vero bivio della stagione sarà comunque la prossima giornata: se il Milan uscirà da Firenze con i 3 punti, allora il sipario sul campionato potrà davvero calare. Un eventuale passo falso in Toscana porterebbe con ogni probabilità la situazione nella stessa incertezza che regnava fino a sabato pomeriggio, e con 6 gare al termine tutto sarebbe ancora in discussione. Non ci resta che aspettare: il campo, come sempre, parlerà..
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RispondiEliminaAnalisi che condivido in pieno, anche se non ho ben capito il tuo riferimento alle gestioni diplomatiche delle convocazioni in Nazionale...ciao!
Ciao Andrea, non c'era nessuna ironia, il Milan si è semplicemente mosso benissimo per evitare di avere mezza rosa a disposizione due giorni prima del derby: diversi giocatori sono stati risparmiati dalle nazionali nelle amichevoli, credo su precisa richiesta (almeno così ho sentito).
RispondiEliminaCambiasso invece (tanto per dirne uno) si è sparato la partita "importantissima" con l'Argentina tornando di fatto giovedì o venerdì, e facendo poi il figurone fatto nel derby.
Le nazionali hanno il loro peso, ma non esiste che un folto gruppo torni abile e arruolato pochissimo tempo prima di una partitissima del genere..per questo, dico bravo al Milan per aver gestito bene anche il "pre".
Ciao! ;)
Daccordo su tutto. Dalla pessima lettura della gara di Leonardo, al fatto che molti davano per molto probabile il sorpasso, alla gestione delle convocazioni.
RispondiEliminaIl Milan ha vinto con merito. Ma il campionato è ancora tutto da scrivere...
Prima o poi le cose devono tornare al loro posto, e i due derby su due vinti dal milan sono il primo segnale che i vecchi tempi stanno tornando.
RispondiEliminaMah Sante, credo più ad un discorso legato alle dinamiche di qualsiasi aspetto della vita: tutto inizia, tutto finisce, è sempre così e sempre lo sarà.
RispondiEliminaI cicli finiscono, l'Inter aveva la possibilità di compiere un miracolo ma l'ha sprecata malamente..semplice.
Non penso che quando la Juve di Lippi finì la sua epopea di successi con le dimissioni dello stesso tecnico, fu un segnale di fine corsa per la squadra bianconera. E' solo che si era esaurito un ciclo, e per aprirne un altro ci è voluto del tempo (neanche troppo) "fisiologico".
ve lo dicevo che la sfintere era tornata
RispondiEliminaBeh Antonio... Lippi si dimise con la squadra ai quarti di champions e che venne eliminata in semifinale da un manchester stellare dopo un rocambolesco 2-0 2-3...
Il fatto è che il ciclo dell'inter è stato "drogato" dalla mancanza di avversari per via un golpe clamoroso e ormai definitivamente smascherato, è bastato che il milan decidesse di tornare ad esser eil milan per sgonfiare il pallone
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RispondiEliminaScusa Antonio fammi capire: il Milan avrebbe quindi fatto pressioni alle varie federazioni per non far giocare ai propri atleti inutili amichevoli, ma è permessa una cosa del genere?
E se si perchè allora anche l'Inter non ha fatto altrettanto?
Ciao!
Andrea, non credo che si debba parlare di pressioni, semplicemente sarà stata discussa la cosa con le federazioni. Agli argentini invece guai a toccargli la nazionale, sarebbe un peccato mortale!
RispondiEliminaSante, parlare adesso è molto facile, quando un ciclo è praticamente finito e la squadra è alla frutta. Il Milan non sta facendo il Milan, sta semplicemente tenendo una media punti tale da avere il Napoli a soli 3 punti e la stessa Inter a 5..il campionato scarso lo era prima, lo continua ad essere adesso, non è cambiato nulla.
Di stasera scriverò tra poco comunque, uno scempio del genere merita di essere discusso a parte..