"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
15 aprile 2011
Inter, un'eliminazione inevitabile. E chi si rivede? Le vedove di Benitez..
Nessuno si aspettava davvero l'impresa impossibile, ma era giusto dirlo quantomeno per non gettare la spugna riducendo la gara di Gelsenkirchen a poco più di una gitarella sulla Ruhr. Il problema è che una cosa è il dire, un'altra il fare, e personalmente alle reali possibilità di questa Inter di segnare quattro reti in Germania senza subirne neanche una non ci ho mai creduto.
Sognare nel calcio è giusto, quasi sempre. Il Deportivo che schiantò il Milan più forte degli ultimi 15 anni al Riazor con un 4-0 storico è un esempio di come tutto sia possibile, a patto di giocare 90' ben oltre la perfezione, nei quali deve riuscire tutto e non c'è il minimo margine di errore. Il problema però è che la squadra nerazzurra, al di là dei propositi battaglieri della vigilia, ha sfoderato una prestazione perfettamente in linea con quelle recenti, e la sconfitta per 2-1 consegna agli archivi un umiliante 7-3 complessivo in favore di quella che doveva essere una vittima sacrificale al pari di Tottenham e Shakthar.
Il discorso è molto semplice: la squadra è arrivata a questa fase della stagione cotta e stracotta. I nerazzurri praticamente non stanno in piedi, stremati a livello psicofisico da una rimonta in campionato che è partita da lontano e si è andata dissolvendo, di colpo, nel derby. Le problematiche di natura tecnica poi sono sempre quelle trite e ritrite, già discusse la settimana scorsa ma che non possono da sole giustificare un crollo così netto di una squadra che è scoppiata proprio nel momento in cui avrebbe potuto dare un'indirizzo importante alla stagione.
Il Deportivo schiantò il Milan giocando a ritmi forsennati per novanta minuti, sostenuto da una condizione fisica straripante, l'Inter ha letteralmente passeggiato sul verde prato della Veltins-Arena: ecco perchè la rimonta nerazzurra era assolutamente impossibile, mancando il requisito base che doveva sostenere uno sforzo così importante dopo il disastro dell'andata. Serviva l'intensità, la reazione isterica, serviva schiacciare un avversario inferiore nella sua metà campo e soprattutto serviva creare palle gol: nulla di questo però è stato, e quindi è giusto che cali il sipario su una formazione regredita al livello di mediocrità in cui annaspava nel novembre-dicembre scorso.
Voglio chiudere parlando di coloro che hanno addirittura tirato fuori dal cilindro niente meno che Benitez, che poi sono gli stessi che lo volevano impalato a novembre e che saltarono sul carro quando Leonardo iniziò a vincere partite in serie. Benitez aveva uno spogliatoio intero contro, e pur essendo un ottimo tecnico non c'era davvero nulla di diverso da fare se non allontanarlo, scelta peraltro pienamente supportata dai risultati successivi: però quando le cose sono precipitate, chiaramente è tornato comodo anche lui.
Dico solo che un pò le invidio queste persone, stupide come capre ma che stanno sempre dalla parte giusta al momento giusto: io purtroppo non ci riesco, ma è un limite di cui vado molto fiero.
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Non ho mai creduto alla possibilità di rimonta dell'inter e mi sono fatta un sacco di risate a sentire i giornalisti che per una settimana davano per possibile la "folle impresa della pazza inter". Comunque credo che per tutti, orbi inclusi, siano bastati 2 minuti d'orologio per capire come sarebbe finira. Anzi no! perchè sulla rai al gol dell'1-1 hanno avuto il barbaro coraggio di dire "ora ne mancano 4" ahahaha
RispondiEliminaComincio da Benitez: dare torto alle sue giustificazioni mi sembra poco corretto. In fin dei conti lo spagnolo disse cose scomode, usando toni pacati: "Nessuno voleva sacrificarsi, molti erano convinti di essere diventati santi, altri semplicemente avevano smarrito il concetto di lavoro". Traduzione libera. In più mettete che non ha avuto mercato: zero partenze (tipo uno Snejder mai veramente vicino al pallone d'oro, non scherziamo, o Maicon o chi volete voi!
RispondiEliminaDi contro, è stupefacente sentire e leggere un cartello del genere: "Leonardo tornatene al Milan!". Ma come, e qui sottoscrivo ogni parola di @Antonio, e il miracolo, e il gioco spettacolare (quale?), e la corazzata?
Di coerente, in questa triste Italia, c'è la non-coerenza dei tifosi, pure quella dei cronisti aggrappati al padroncino di turno.
Che Leonardo fosse un mediocre allenatore, con tanto cuore e intelligenza, l'avevano scoperto a Milano proprio un anno fa, altrimenti Berlusconi e Galliani se lo tenevano stretto. Che poi il campionato italiano si sia livellato verso il basso e che questo abbia permesso alla squadra nerazzurra di rimontare... beh non deve essere confuso con nulla se non il normali ruolino della squadra più forte d'Italia, visto come siamo messi.
Non capisco perciò le problematiche di natura fisica: Del Neri fin qui ha contato così tante defezioni che la formazione la faceva il medico 2 ore prima della partita. Discorso analogo, per certi versi, a quello di Gasperini (succube-vittima di un Presidente spendaccione e solo questo). O tali problematiche valgono per tutti o non valgono per nessuno.
Lo Schalke è 10° nel proprio campionato. Campionato nel quale il Bayern sta facendo una gran fatica per tenere il passo di squadre ben organizzate e con tanto coraggio. Il coraggio della tattica (quella vera e non quella di Sacchi, vuota di concetti e ricca di locuzioni verbali e aggettivi del dizionario) e della forza dei giovani (vedi B.Dortmund che adesso sta pagando un po' di inesperienza).
Bene, questo Schalke, praticamente la miglior avversaria che ti potesse capitare quest'anno, non ha sconfitto la squadra milanese, ma l'ha distrutta, annientata e ridicolarizzata. Soprattutto nella partita d'andata, a San Siro. Soprattutto perché piena zeppa, loro sì, di assenze che in una formazione mediocre pesano di più che in una grande corazzata.
Leonardo si è presentato ai 4 appuntamenti da non fallire con l'unidici sbagliato, senza le dovute motivazioni e senza idee. Matri gli ha inflitto il KO, Pato ha potuto festeggiare la sua Barbara e le tre pere saranno il canto (da qui a un anno) dei cugini rossoneri, mentre il 7-3 in Champions è clamoroso e goffo. Non capisco i tentativi di difesa della Gazzetta (o meglio, li capisco, ma non c'entra niente col calcio e con l'intelligenza)!
@Juve90
RispondiElimina2 minuti? Anche uno e mezzo, direi :D
@IoJuventino
Reputo Benitez un tecnico capace e preparato, ma a Milano è stato chiaramente fatto fuori. E'
arrivato, ha impostato il suo lavoro, poi si è trovato un gruppo contro e lì è saltato tutto il progetto. Se poi sia stato lui una delle concause degli infortuni, o no, è a questo punto come interrogarsi sul sesso degli angeli..il problema è che con Lecce e Brescia, anche con Coutinho e Biabiany, i 3 punti devi portarli a casa.
Gli infortuni non sono un alibi, nè per la Juve, nè per l'Inter, nè per il Milan. E infatti il mio discorso sull'attuale Inter è legato solo al fatto che la squadra non sta in piedi: chiunque, anche il mediocre Schalke, corre il triplo.
Credo che questa Inter non avrebbe potuto comunque ambire al bersaglio grosso, perchè obiettivamente Manchester e le spagnole sono di ben altro spessore. Come ho detto spesso in passato, la vittoria di Monaco è stata sopravvalutata in modo eccessivo.
Ciao ragazzi!