"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
28 maggio 2010
Mourinho-Inter, tutto in una clausola
Se ne sono dette e sentite tante sull'argomento principale degli ultimi giorni, ovvero il braccio di ferro Mourinho-Inter per il via libera del portoghese verso Madrid: nodo della questione, la clausola liberatoria "bilaterale" inserita nell'accordo ritoccato un anno fa, la quale permette ad entrambe le parti di sciogliere il contratto dietro pagamento di una sorta di penale. Il problema è che questa penale, la quale prima mi risultava ammontasse a 4 milioni, a quanto pare era in realtà molto più corposa: quattro volte tanto, sedici milioncini, budget superiore a quello con cui moltissime società farebbero un'intera campagna acquisti.
E' notizia di pochi minuti fa che la fumata bianca è arrivata: Mourinho è libero di andare al Real Madrid, Perez se ne torna alla casa blanca con la soddisfazione della "missione compiuta". I dettagli della vicenda ancora non sono noti, ma lo saranno presto.
Il discorso fin dall'inizio sarebbe dovuto essere molto lineare, "trasparente", come lo stesso Mourinho affermava quando parlava del nuovo accordo stipulato con la società che di lì a poco avrebbe portato a vincere tutto: se l'Inter avesse deciso di esonerare Mourinho dopo una stagione senza tituli o in seguito a clamorosi fallimenti europei, avrebbe pagato al portoghese una barca di soldi cash, e ognuno per la propria strada; se viceversa, come sta accadendo, fosse Mou a voler cambiare aria, mani ai portafogli (il suo e quello del suo nuovo datore di lavoro) e via libera verso altri lidi.
Peccato che a quanto pare il tecnico non avesse nessuna intenzione di pagare la liberatoria, affidandosi su una parola che a quanto pare il suo presidente gli avrebbe dato in caso di tripletta. Sulla parola di Moratti, non v'è certezza, sulla presenza della clausola incriminata invece i dubbi sono ben pochi.
Ecco qualche battuta dei tre protagonisti della vicenda (Moratti, Mourinho e Perez), che inquadra perfettamente il tipo di situazione che si era andata a creare. Considerato che solo 6 giorni fa la squadra festeggiava un trionfo atteso 45 anni, devo dire che oggi il clima attorno ai due non è proprio quello gioioso e festante che ci si poteva aspettare.
MORATTI - "Vogliamo chiudere bene questa vicenda. Non ho nessuna scadenza per trovare un allenatore. Poi magari ci rimane Mourinho e quindi di uno nuovo non ce n'è bisogno. È giusto sostenere una trattativa che si basa onestamente e lealmente su un accordo tra una persona e una società, quindi io rimango su quel piano. Niente di forzato, ci possono essere delle condizioni, però io credo non sia una posizione antipatica o di voluta durezza, ma solo il fatto che noi saremmo andati volentieri avanti con Mourinho e nessuno brontolava. Mourinho con noi è stato spettacoloso, gli siamo assolutamente molto riconoscenti ma questo non toglie che esiste un rapporto fra la società e Mourinho e come tale è diverso dalla stima nei suoi confronti"
Tradotto: Josè, pagare per vedere cammello. In questo caso il cammello è, manco a dirlo, il Madrid.
FLORENTINO PEREZ - “Non so quando arriverà Mourinho ma sono certo che sarà il nostro allenatore. Devono risolvere la questione legata ad un’interpretazione distinta di una clausola del contratto, e sono sicuro che lo faranno. E se non ci riusciranno tra di loro lo faranno con l’intervento di una terza persona. Io? Diciamo che io posso certamente aiutare. Pagando? Ho detto aiutare, non pagare. Un aiuto è un aiuto. Alla fine si tratta di un equivoco e sono sicuro che troveranno un’intesa. Poi presenteremo Mourinho, diciamo che si può ipotizzare la cosa per la prossima settimana. Del resto non c’è fretta. Ora i giocatori o sono in vacanza o sono al Mondiale, questo per il club è un momento di tranquillità”
Tradotto: Uno sconticino su Sneijder, qualche agevolazione su qualche trattativa e amici come prima.
MOURINHO - “Presidente, non paghi i 16 milioni. Non sono disposto a vederla sborsare questa quantità di denaro. Vorrei che la gente capisse che è finito un ciclo, che fosse chiaro che il mio desiderio è quello di andare al Madrid. Penso che se ne siano resi conto. Io sono già nella storia dell’Inter e l’Inter è nella mia storia: loro sanno come sono e sanno che anche se mi offrissero un nuovo contratto con un salario più alto non cambierei idea. Sanno che non vale la pena lottare per me. Io non voglio uscire male dall’Inter, tutto il contrario. Però ho anche la certezza assoluta che sarò l’allenatore del Real Madrid. Con le buone o con le cattive”
Qui non c'è bisogno di tradurre, sembra fin troppo chiaro. Il punto è: se la stagione fosse di Mourinho fosse finita diversamente, e la società avesse deciso di cambiare guida tecnica, il portoghese avrebbe rifiutato i soldi della buonuscita sulla base di discorsi di tipo morale? Non credo proprio, ma è il solito discorso che si vede con i calciatori: contratti firmati a X euro, poi se la stagione va male rimane tutto com'è, e se va bene si batte cassa minacciando di andar via nel caso in cui non avvengano gli adeguamenti richiesti.
Tra uomini che si sono stimati e che hanno raggiunto insieme grandi risultati, sarebbe importante finirla bene e non metterla solo ed esclusivamente sul piano contrattuale, cercando di mediare e di trovare un accordo che faccia chiudere la questione in modo sereno e ottimale per ambo le parti, ma per come stanno evolvendo le cose non sembra che sia questa la strada intrapresa. E il precedente riguardante l'addio a Mancini ricorda per certi versi quello che sta diventando l'addio a Mourinho, e cioè un finale non all'altezza dell'intera storia.
Intanto, il dato inconfutabile è che il posto sulla panchina nerazzurra è vacante, ed inevitabilmente da riempire. I nomi che si sono alternati in questa settimana sono stati molteplici: Mihajlovic, Capello, Hiddink, Benitez, per un periodo persino Leonardo e Guardiola. Il serbo, inizialmente dato in pole position, a quanto pare si è accasato alla Fiorentina, ed oggi il favorito sembrerebbe Capello, anche se la strada per la nomina del successore del portoghese sembra ancora molto, molto lunga, e non sono esclusi clamorosi colpi di scena.
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