"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
29 maggio 2010
20 anni dalla tragedia dell'Heysel: per non dimenticare..
Anniversario triste, quello che cade oggi nel mondo del calcio: sono passati 25 anni esatti da quando si scrisse una delle pagine più drammatiche della storia di questo sport.
Stadio Heysel di Bruxelles, finale dell'allora Coppa dei Campioni: di fronte, la Juventus di Platini a caccia del suo primo trionfo nella massima competizione europea e il Liverpool, che si era già imposto 4 volte e che solo l'anno prima aveva inflitto alla Roma una tremenda sconfitta ai rigori nella finale dell'Olimpico.
La tragedia si consumò poco prima del fischio d'inizio: una carica degli hooligans inglesi fu alla base di quello che accadde poi, con muretti crollati sulla folla, gente schiacciata nella calca ed uno scenario apocalittico che ha reso lo stadio belga teatro di morte e disperazione. Il bilancio finale fu di 39 morti (di cui 32 italiani), ed oltre 600 feriti: follia pura.
La designazione dello stadio Heysel da parte dell'UEFA fu criticata da entrambi i club: la struttura era fatiscente, priva di adeguate uscite di sicurezza e di corridoi di soccorso. Il campo di gioco e le tribune erano mal curati, con assi di legno sparse per terra, e muretti divisori ormai vecchi e fragili da cui si staccavano pezzi di calcinacci.
Ai molti tifosi italiani, buona parte dei quali proveniva da club organizzati, fu assegnata la tribuna N, nella curva opposta a quella riservata ai tifosi inglesi; molti altri tifosi organizzatisi autonomamente, anche nell'acquisto dei biglietti, si trovavano invece nella tribuna Z, separata da due inadeguate reti metalliche dalla curva dei tifosi del Liverpool, a cui si unirono anche tifosi del Chelsea, noti per la loro violenza (si facevano chiamare headhunters).
Circa un'ora prima della partita, i tifosi inglesi cominciarono a spingersi verso il settore Z a ondate, cercando il take an end ("prendi la curva") e sfondando le reti divisorie: memori degli incidenti della finale di Roma di un anno prima, si aspettavano forse una reazione altrettanto violenta da parte dei tifosi juventini, reazione che non avrebbe mai potuto esserci, dato che la tifoseria organizzata bianconera era situata nella curva opposta.
Gli inglesi sostennero di aver caricato a scopo intimidatorio, ma i semplici spettatori, juventini e non, impauriti anche dal mancato intervento delle forze dell'ordine belga, furono costretti ad arretrare ammassandosi contro il muro opposto alla curva dei sostenitori del Liverpool.
Nella grande ressa che venne a crearsi, alcuni si lanciarono nel vuoto per evitare di rimanere schiacciati, altri cercarono di scavalcare ed entrare nel settore adiacente, altri si ferirono contro le recinzioni. Il muro crollò per il troppo peso, moltissime persone vennero travolte, schiacciate e calpestate nella corsa verso una via d'uscita, per molti rappresentata da un varco aperto verso il campo da gioco. Dall'altra parte dello stadio i tifosi juventini del settore N e tutti gli altri sportivi accorsi allo stadio sentirono le voci dello speaker e dei capitani delle due squadre che invitavano alla calma e in pochi si resero conto di quello che stava realmente accadendo. Un battaglione mobile della Polizia belga giunse dopo più di mezz'ora per ristabilire l'ordine, trovando per il campo e gli spalti frange inferocite di tifoseria bianconera.
La gara finì 1-0 per la Juventus, ma a quel punto il risultato del campo passava davvero in secondo piano. Di quella notte, si ricorderà soprattutto la vergogna di aver trasformato una semplice manifestazione sportiva in un vero e proprio massacro senza precedenti. Ed è per questo che oggi per chiunque ama il calcio, anche per chi non c'era o come me era molto piccolo, dovrebbe essere una sorta di piccola "giornata della memoria".
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Giornata terribile, ma pagina più nera della uefa.
RispondiEliminaQuel giorno mio padre era all'heysel e sono un colpo di fortuna (biglietti finiti) gli permise di non trovarsi nel settore Z. La disorganizzazione era palese, i poliziotti a cavallo sembravano venire da un altro pianeta e per vie d'accesso era ricoperte da cocci di bottiglie di birra... Nonostante non si sia trovato al centro degli scontri è stata l'ultima volta che ha messo piede in uno stadio prima di tornarci con me il '99, ma ricordo ancora che quel giorno allo stadio era spaventato come mai l'avevo visto.
Antonio, se ti interessa ti mando il link di un articolo che ci ha mandato per Juvenews un tifoso era in curva z quel giorno
RispondiEliminahttp://www.juvenews.net/r.php?id=12149
Immagino Sante, tuo padre è come i tanti miracolati delle stragi: anche se ne sei uscito sano e salvo, per anni ti porti dietro il trauma, come il nonno della mia ragazza che dopo la strage di piazza Loggia a Brescia ha avuto per anni difficoltà a stare nei luoghi aperti.
RispondiEliminaQuella sera fu una vergogna a livello umano, ma l'Uefa avrebbe potuto evitarla scegliendo uno stadio meno fatiscente.
L'articolo che mi hai linkato è agghiacciante, davvero non ci sono parole, ti ringrazio.
Che brutto giorno, che brutti istanti.
RispondiEliminaDove arrivano cattiveria e ignoranza umana?
RispondiEliminaChe quella gara dovevasi giocare fu esclusiva decisione dell'UEFA.
Ma non è questo il problema.
L’ottanta per cento dei tifosi italiani odia la Juve: cioè quel club da cui si attinge per vincere i Mondiali.
Ma non è questo il problema.
Quel che disgusta è la strumentalizzazione, l’utilizzo di 39 vittime per deridere, schernire, gabellare come sciacalli.
Sono trascorsi 25 anni da quella terribile notte e mai (dico: mai) ho conosciuto un tifoso bianconero gloriarsi di quella coppa.
Anzi: in loro ho sempre notato l’esatto contrario.
Ma purtroppo (interisti, napoletani, romanisti, fiorentini ecc.) non fanno altro che ricordarla solo e soltanto per i loro beceri e protervi scopi denigratori.
Gentaglia. Sciacalli. Persone idegne: sciorirano striscioni del tipo: “gobbi, 100, 1000 Heysel”.
Non sanno, non comprendono l’atroce sofferenza che portiamo dentro. Sono di una cattiveria inaudita.
Per questo, in attesa e in ossequioso silenzio per quella tragedia, la mia gioia esplode il 26 novembre 1996: allorché il grande Alex Del Piero alza al cielo di Tokyo la vera Coppa Intercontinentale e la Juve storicamente risulta l’unica squadra italiana ad aver conquistato, senza aiuti arbitrali, TUTTI I VERI TROFEI EUROMONDIALI.
E perché: VERI?
Semplice: perché vinti nel momento giusto.
Mi spiego: quando alla Coppacampioni partecipa solo chi detiene lo Scudetto, alla Coppa Uefa accedono le seconde ed altre (non le seste e le settime), alla Supercoppa d’Europa solo i detentori della Coppacampioni e della Coppacoppe (sogno eternamente irrealizzabile per gli interisti soprattutto: i quali hanno pure giocato una finale di sabato con annessi e connesi evidenti aiuti arbitrali).
Sia ben chiaro: lungi da me un commento per gli stessi scopi.
No. Assolutamente: no.
Il mio commento altro non è che una semplice risposta “provocatoria” alla cattiveria umana che riscontro da 25 anni e non ha nulla a che vedere con la tragedia immane del settore Z.
Quella coppa non ci appartiene: non esiste.
Ma: grazie, Juve.
Hai donato onore e gloria: primieramente alle vittime e poi a noi che davvero abbiamo sofferto per loro.
Dove arrivano cattiveria e ignoranza umana?
RispondiEliminaChe quella gara dovevasi ufficialmente giocare fu esclusiva decisione dell'UEFA.
Ma non è questo il problema.
L’ottanta per cento dei tifosi italiani odia la Juve: cioè quel club da cui si attinge per vincere i Mondiali.
Ma non è questo il problema.
Quel che disgusta è la strumentalizzazione, l’utilizzo di 39 vittime per deridere, schernire, gabellare come sciacalli.
Sono trascorsi 25 anni da quella terribile notte e mai (dico: mai) ho conosciuto un tifoso bianconero gloriarsi di quella coppa.
Anzi: in loro ho sempre notato l’esatto contrario.
Ma purtroppo (interisti,napoletani,romanisti, fiorentini ecc.) non fanno altro che ricordarla solo e soltanto per i loro beceri e protervi scopi denigratori.Gentaglia.Sciacalli, Persone idegne: sciorirano striscioni del tipo: “gobbi, 100, 1000 Heysel”.
Non sanno, non comprendonol’atroce sofferenza che portiamo dentro. Sono di una cattiveria inaudita.
Per questo, in attesa e in ossequioso silenzio per quella tragedia, la mia gioia esplode il 26 novembre 1996: allorché il grande Alex Del Piero alza al cielo di Tokyo la vera Coppa Intercontinentale e la Juve storicamente risulta l’unica squadra italiana ad aver conquistato, senza aiuti arbitrali, TUTTI I VERI TROFEI EUROMONDIALI.
E perché: VERI? Semplice: perché vinti nel momento giusto.
Mi spiego: quando alla Coppacampioni partecipa solo chi detiene lo Scudetto, alla Coppa Uefa accedono le seconde ed altre (non le seste e le settime), alla Supercoppa d’Europa solo i detentori della Coppacampioni e della Coppacoppe (sogno eternamenteirrealizzabile per gli interisti soprattutto: i quali hanno pure giocato una finale di sabato con annessi e connesi evidenti aiuti arbitrali).
Sia ben chiaro: lungi da me un commento per gli stessi scopi.
No. Assolutamente: no.
Il mio commento altro non è che una semplice risposta “provocatoria” alla cattiveria umana che riscontro da 25 anni e non ha nulla a che vedere con la tragedia immane del settore Z.
Quella coppa non ci appartiene: non esiste.
Ma: grazie, Juve.
Hai donato onore e gloria: primieramente alle vittime e poi a noi che davvero abbiamo sofferto per loro.