09 novembre 2010

Cassano via? Una sconfitta per tutti..

Cassano e Garrone, c'eravamo tanto amati..

La beffa e il danno (materiale). Tempi grami per Antonio Cassano, il contemporaneo barese più famoso d’Italia. Il motivo è presto detto: la guerra con Riccardo Garrone, presidente della Sampdoria, comincia ad assumere connotati persino grotteschi. L’ultima della serie? Dopo il celebre litigio in cui Cassano ha mandato al diavolo il suo datore di lavoro, dopo il perdono urbi et orbi richiesto dal calciatore e la sua difesa accorata fatta persino da Gigi D’Alessio, ecco arrivare dalla Erg — sponsor della Samp e società petrolifera di proprietà della famiglia Garrone — una richiesta di risarcimento per danni d’immagine.

La minaccia legale si somma ad un mobbing degenerato in due iniziative quantomeno singolari: la cancellazione del calciatore dal sito ufficiale del club blucerchiato e la rimozione, nel Sampdoria Point di Genova, delle maglie e di altri gadget dove vengono riportati nome e volto di Cassano.


La situazione sembrava andare schiarendosi, con all'orizzonte addirittura il possibile reintegro in rosa dell'attaccante barese, ma a leggere su sembra che stia per succedere l'esatto contrario, con la rottura totale tra le parti, senza possibilità di appello.

Cassano sicuramente l'ha combinata grossa, e non serve aggiungere che la sua reazione spropositata verso Garrone sia da censurare, condannare e punire nei modi che la società ritiene opportuni. In qualunque ambiente lavorativo se mandi a cagare il tuo datore di lavoro dandogli del "vecchio di merda", tempo 40 secondi ti ritrovi licenziato in tronco. Qui si parla di una situazione ancora più paradossale, perchè Cassano non è un normale impiegato, bensì l'uomo simbolo del mondo Samp, e pareva che questo ruolo potesse ormai recitarlo tranquillamente, senza incappare nuovamente in quelle idiozie che gli hanno rallentato pesantemente la carriera.

E invece, in un giorno come tanti, è scoppiato il bubbone. Ancora una volta, si è innescato il raptus di follia, di cui sono più che certo si sia pentito mezzo minuto dopo. Per Garrone, come per Cesare nelle famose idi di marzo, dev'essere stata una pugnalata troppo forte, un colpo al cuore. E così siamo arrivati al capolinea, salvo colpi di scena nei prossimi giorni.

In una situazione del genere, manco a dirlo, non ci sono vincitori, ma solo sconfitti. Ci si può schierare con Cassano o col presidente Garrone, poco importa: la frattura che si è creata lede entrambe le parti, senza distinzioni.

Senza Cassano, la Sampdoria ha segnato un gol a Cesena a tempo scaduto, zero ieri contro il Catania a Marassi. Discorso gol fatti a parte, è chiaro come il genio del barese a questa squadra serva come il pane, e i pur bravi Pozzi e Marilungo non possono colmare una lacuna come quella creatasi dopo l'allontanamento. Per una Sampdoria da Europa, non si può prescindere dal talento di Cassano, che tra l'altro con questa sua bravata si è precluso anche la possibilità di giocare con la Nazionale.

D'altro canto, c'è un discorso morale mica da poco. Cassano è un calciatore fondamentale per questa Sampdoria, ma questo non conferisce nessun beneficio dal punto di vista comportamentale. Anzi, visto il rapporto "speciale" col presidente e il suo ruolo di leader in campo, una sparata del genere non può passare in cavalleria, vista oltretutto la recidività del barese, che un anno fa fu messo fuori da Delneri a gennaio e poi reintegrato dopo diverse gare.

Garrone non sembra intenzionato a calare il capo, e come biasimarlo? Certo è che portare avanti questa lotta e farla magari culminare con la rescissione unilaterale del contratto vorrebbe dire perdere il miglior calciatore della rosa a costo 0, dandolo in pasto ai diversi pescecani che si aggirano famelici aspettando che la cosa accada sul serio. Così come è altrettanto certo che qualora le due parti riuscissero a riavvicinarsi, e al calciatore venisse data un'altra possibilità, la scelta premierebbe senz'altro la Sampdoria.

La sensazione tuttavia è che si vada verso la separazione, che chiuderebbe una storia bellissima nel peggiore dei modi e rovinerebbe il futuro prossimo di entrambe le parti coinvolte nella vicenda. Una sconfitta su tutta la linea, insomma: non credete?

5 commenti:

  1. Cassano non è mai cambiato (che che ne dica la stampa, improvvisamente, sua amica) e mai cambierà.
    Non era cambiato con Mazzarri, non era cambiato con Delneri e non è cambiato con Garrone. Chi vuole Cassano deve sapere ad ogni partita di correre il rischio di assistere ad una sceneggiata. Il punto è: accettare o meno questo rischio? A quanto pare Garrone ha fatto la sua scelta. Che poi è la stessa che fece Lippi a giungo, quando per poco non veniva mandato in esilio...
    Ora mi sento Volpi a 90° "non vorrei ritrovarmi a dire che Lippi aveva ragione". ahahahaha

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  2. Io penso che Cassano abbia fatto una puttanata, ma più che pensarlo è un dato oggettivo. Detto questo, strumentalizzare questo suo gesto per dire che Lippi aveva ragione, non mi pare del tutto corretto.

    Lippi ha scelto arbitrariamente di escludere un Cassano che ci sarebbe servito come il pane. Sì, un minimo si rischiava magari, ma visto che un mondiale dura un mese e non 10 mesi come una stagione di serie A penso che il gioco valesse la candela.

    I giornalisti, bè, si sa come sono fatti..per molti di loro è sempre importante essere sul carro giusto, anche passando per ridicoli. Io e te diciamo la nostra senza che nessuno ci paghi, e quantomeno siamo piantati sulle nostre idee, giuste o sbagliate che siano :D

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  3. www.pianetasamp.blogspot.com

    Non mi risulta che Cassano sia stato cancellato dal sito ufficiale, così come è stata smentita la notizia che la ERG abbia chiesto un risarcimento per danni morali...
    Si attenderà la decisione del Collegio Arbitrale e poi spero che questa triste storia abbia una fine, in un senso o nell'altro...

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  4. Andrea, magari la notizia che ho riportato è una bufala, non ti so dire. Certo è che a Genova di sicuro siete meglio informati sull'evolversi della vicenda..io, anche per ragioni fantacalcistiche, spero in un reintegro, anche se continuo a chiedermi come si possa, a 28 anni, incappare sempre negli stessi errori..

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  5. Antonio. hai ragione di quello che dici sui giornalisti :)

    Su Lippi-Cassano: è vero che il mondiale dura un mese, ma chi ci dice che in quel mese non avrebbe fatto qualche cavolata?
    Cassano ne faceva tante anche l'anno scorso, solo che Marotta era stato bravo a non farle trapelare tutte. E sicuramente Lippi era a conoscenza di questo...

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