13 novembre 2010

Milan, finalmente Allegri?


Mancano meno di 48 ore al derby di Milano, e il Milan di Allegri ci arriva da capolista solitaria, con la possibilità di dare un colpo forse mortale all'irriconoscibile Inter vista nell'ultimo periodo. Viste le condizioni psico-fisiche in cui versa la squadra di Benitez, difficilmente i rossoneri potrebbero trovare un contesto migliore per tornare a vincere una stracittadina: ma si sa, il derby è il derby, e qualsiasi pronostico lascia decisamente il tempo che trova.

Una cosa però si può senz'altro dire: Allegri forse è riuscito a capire, dopo aver ingoiato bocconi amari come Cesena e Madrid, come far giocare questo Milan ancora troppo ancorato ai vecchi concetti ancelottiani del possesso palla, del Pirlo e Seedorf sempre in campo, degli alberi di Natale. Tutte cose che, dati alla mano, hanno portato in casa rossonera tante vittorie, ma un solo scudetto, quello del primo anno di Kakà in Italia (stagione 2003/04).

Insomma, mentre oltre confine la qualità del complesso rossonero pagava, dentro i confini nostrani questo accadeva in misura decisamente minore. E questo soprattutto perchè in un campionato come quello italiano, contro squadre che si chiudono a riccio e che non sempre (grandi a parte) ti affrontano a viso aperto, opporre un possesso palla reiterato, con un centrocampo poco disposto al sacrificio per caratteristiche dei suoi interpreti, diventava una scelta che in campo poi trasformava le partite con le piccole in interminabili sequenze di tocchi e tocchetti, costando spesso punti pesanti che alla lunga facevano perdere contatto dal vertice della classifica.

Con gli anni che passano, elementi che già in passato non erano certo conosciuti per la loro capacità di interdizione e la facilità di corsa diventano, se schierati tutti assieme, un problema. Ed infatti, l'obbrobrio di Madrid nacque da una differenza spaventosa di velocità delle due squadre: i blancos correvano come furie indemoniate, e al loro cospetto il centrocampo di cartapesta eretto da Allegri (Pirlo-Seedorf-Gattuso, con Ronaldinho più avanzato) è stato sbriciolato senza pietà.

Il tecnico livornese avrà probabilmente colto, nel tempo, questi segnali che provenivano dal campo, ovvero i segnali di un centrocampo agonizzante incapace di sostenere un trequartista assolutamente avulso da compiti di copertura come Ronaldinho, e due punte. Ed ha pian piano cambiato i connotati alla squadra, che nelle ultime due uscite con Bari e Palermo (senza Pirlo) ha riscoperto il significato della parola pressing.

I mastini come il rispolverato Flamini, Ambrosini al rientro, Gattuso e Boateng sono tornati ad essere merce preziosa, mentre pian piano si sta sempre più capendo come Ronaldinho sia assolutamente un lusso per questa squadra. Se la velocità della gara si alza a livelli medio-alti, tanti saluti al numero 80. Ed è così da tre anni.

Con un centrocampo muscolare, senza la geometria e i lanci di un Pirlo in evidente carenza di ossigeno (ma che per il derby dovrebbe esserci) ma con tanta più corsa e copertura, anche l'indecoroso Seedorf degli ultimi tempi può fare la sua figura in posizione di trequartista dietro le due punte. E visti gli infortuni di Pato (tornerà a gennaio) e di Inzaghi (stagione finita), è probabile che con l'avanzamento di Robinho a spalla di Ibra l'olandese finisca davvero per ricoprire questo ruolo per buona parte della stagione.

Non è dato sapere se questa soluzione sia quella definitiva, comunque. Pirlo ha riposato contro il Bari ed è rimasto fuori per un lieve infortunio contro i rosanero, ma è davvero ipotizzabile che rimanga fuori dall'11 base? Difficile.
Non sono completamente d'accordo neanche con quelli che lo vedono come possibile trequartista, sinceramente: andrebbe visto, ma così su due piedi la cosa non mi convince affatto.

Insomma, sembra che i rossoneri stiano trovando il loro equilibrio, che passa per una maggiore solidità a spese di un pò di quella fantasia che, come Galliani stesso ha detto, "costa troppo". Certo, per Allegri chissà quanto sarà difficile spiegare a Berlusconi che "il miglior giocatore di tutti i tempi" (cit.) è in realtà una palla al piede, e che sarebbe meglio se a gennaio lo mandano a fare la foca negli States prendendo un attaccante utile alla causa.

È questa adesso la vera sfida: riuscirà il tecnico a continuare sulla propria strada, anche quando magari le cose andranno meno bene di adesso, senza incappare nella solita follia del suo datore di lavoro? Se ci riuscirà, avremo di fronte un uomo (come fu Leonardo), oltre che la conferma di un ottimo allenatore. Intanto i segnali sono quelli giusti.

Oltretutto è tornato anche l'amore, quello che un anno fa portò i rossoneri oltre l'ostacolo della mediocrità. Col Palermo in campo si è visto un buon Milan, e tanto, tanto amore. E con quell'amore lì, se trovi anche la quadratura in campo, si va molto, molto lontano..

5 commenti:

  1. www.pianetasamp.blogspot.com

    Sbaglio o chiudi il post con malcelata ironia?:-))
    A me questo Milan non convince mai, è grande con le piccole ma con le squadre del suo livello mi sembra che stenti sempre...ciao!

    RispondiElimina
  2. Malcelata? No Andrea, è proprio voluta :D

    Comunque, amore a parte, secondo me è una squadra che può anche ambire allo scudetto, facendo leva sulla mediocrità del campionato..con un'Inter che pare in smobilitazione, e Roma e Juve ancora un gradino sotto, per i rossoneri è "ora o mai più". Staremo a vedere se il derby di domani decreterà la fine della tirannia nerazzurra, o se riaprirà del tutto i giochi.

    Intanto voi sbrigatevi a reintegrare Cassano, che mi serve per il fantacalcio!!! :D

    RispondiElimina
  3. www.pianetasamp.blogspot.com

    Ce l'ho anch'io nel fantacalcio Antonio ma mi sa che ci dobbiamo rassegnare almeno fino a gennaio...ciao!

    RispondiElimina
  4. Peccato, perchè per come era partito, segnando e distribuendo assist, sarebbe stato uno da 15 gol e tanti punti bonus..vedremo un pò come finirà questa storia..buona domenica!

    RispondiElimina
  5. Allegri aveva iniziato male, sembrava succube dei giocatori e dei dettami di chi possiede il milan. Sembrava la stessa storia dell'ultimo Ancelotti e di Leonardo, ora invece ha finalmente cambiato uno stile di gioco che il milan usava da 10 anni e che ormai era stato capito da cani e porci. Bastava mettere un uomo su Pirlo e il gioco era fatto. Inoltre giocare con Seedorf, Pirlo e Ronaldinho insieme voleva dire avere 3 uomini in meno in fase di non possesso. La svolta è stata il centrocampo muscolare e affidarsi anima e corpo a Ibra. Ibra che quando vede il gioco concentrato su di se, da il suo meglio.

    Gli allenatori italiani stanno dado una bella lezione a quelli stranieri strapagati come Benitez. Ad Oggi Delneri e Allegri, che messi insieme guadagnano la metà dello spagnolo, sono nettamente migliori. A dimostrazione che, in quanto a tattica, a noi italiani non ci batte nessuno.
    Benitez in questo momento, non sono per via della nazionalità e della pancia, ricorda molto da vicino il sergente garcia dei film di zorro.

    RispondiElimina