Altro che mercato di riparazione: negli ultimi giorni se ne sono viste davvero di tutti i colori, con novantadue colpi messi a segno. Squadre rivoluzionate, calciatori che una domenica segnano contro una squadra e la domenica dopo giocano proprio in quella squadra (vedi Castillo), cavalli di ritorno nel nostro campionato (Jimenez), prestiti tra squadre in piena guerra fredda (Mancini), e chi più ne ha più ne metta.
Proprio il passaggio di Amantino al Milan è probabilmente il colpo meno atteso e con la maggiore risonanza di questo frenetico rush finale delle ultime giornate di mercato, riaprendo un dialogo tra due squadre i cui rapporti sembravano ormai difficili (se non impossibili) da ricucire. Sulla carta, un colpetto per il Milan, che così inserisce una punta esterna che possa dare il cambio ai soliti Dinho-Pato-Beckham, e una perdita da poco per l'Inter, che si libera di un giocatore mai incisivo e ormai ai margini delle scelte di Mourinho.
L'operazione però riapre inevitabilmente capitoli passati, che hanno visto i rossoneri più volte sghignazzare per i folli scambi andati in porto coi cugini nerazzurri, sui quali la squadra allora di Ancelotti ha costruiti cicli e successi in serie, lasciando calciatori mediocri o bolsi ai tanti allenatori che in quel periodo occupavano la panchina che adesso è di Mourinho. Roba da internare Moratti e tutto il suo entourage, con tanto di applicazione di camicie di forza.
Un giovane e promettente Pirlo scambiato con un Guly qualsiasi, per non parlare dell'integro e maturo Seedorf approdato sulla sponda rossonera in cambio del terzino più infortunato della storia, Francesco Coco. C'erano anche discorsi particolari di plusvalenze tra i due club, ma sta di fatto che in quegli anni i nerazzurri dilapidarono un capitale tecnico notevole, servendo su un piatto d'argento ai rivali di sempre l'opportunità di mettere su una delle squadre più vincenti degli ultimi dieci anni. E non dimentichiamo lo scambio Carini-Cannavaro con la Juventus: inutile aggiungere chi ci andò a guadagnare, nell'operazione.
Scongiuri nerazzurri a parte, obiettivamente è difficile pensare che Mancini in rossonero possa ripetere le gesta dei suoi predecessori: certo è che di questo calciatore in Italia se ne sono viste due versioni, quella spumeggiante degli anni romani con Capello e Spalletti e quella abulica e inconcludente dell'ultimo anno nella capitale e del biennio interista. Una parabola discendente che non ha avuto soluzioni di continuità, e che pertanto lo rende almeno per il momento un caso differente da quelli di Pirlo e Seedorf. Nel calcio però non si sa mai, e dopo le tante fregature prese in passato forse sarebbe stato meglio cederlo all'estero (anche se il brasiliano sembrava restio a trasferirsi in Francia), per evitare nuove scottature, anche se a quanto pare il "regalo" è servito a sotterrare l'ascia di guerra tra i due club.
L'Inter nel frattempo si era consolata con Mariga, giovane centrocampista keniota del Parma, oltre che con il già assestato colpo a costo zero Pandev: piazzati Vieira al City di Mancini, Suazo al Genoa, la squadra di Mourinho sta pian piano cambiando pelle, spuntando la rosa negli elementi superflui e quasi tutti appartenenti al vecchio ciclo manciniano. E' fallito nuovamente il tentativo di sbolognare Quaresma, ma probabilmente se ne riparlerà in estate.
E la Juve? La Juve anche a gennaio ha deciso di perseverare su una logica in linea con la sua dirigenza strampalata: tralasciando i discorsi sugli errori estivi, argomento ormai inflazionato, i bianconeri hanno richiamato in fretta e furia Paolucci per fargli giocare in definitiva solo contro il Chievo, preso Candreva senza che ce ne fosse l'impellente necessità, anzichè lasciarlo maturare a Livorno e in tutto questo, chiude il saldo delle operazioni di mercato per la stagione 2009/10 ampiamente sotto i trenta milioni di euro. E a Firenze c'è sempre quel Corvino che si frega le mani per i milioncini sonanti incassati per Melo..
Dirigente straordinario, il salentino. Scoppia la grana Mutu, e per poco non strappa Cassano alla Sampdoria, scontrandosi solo con il dietro-front improvviso del barese. Come se non bastasse, ha preso Keirrison che può essere la vera sorpresa del girone di ritorno, attaccante per il quale il Barcellona ha sborsato 18 milioni di euro. Fenomeno.
Berlusconi boccia Mancini. Ma dai? ci voleva Berlusca per sottolineare la bravura di Mancini. ciao
RispondiEliminaBè, Berlusconi è pure quello che ha detto che lo scorso scudetto il Milan lo ha perso per colpa di Ancelotti, dopo che il tecnico gli ha portato coppe e trionfi in serie..
RispondiEliminaMancini è un pacco incredibile che abbiamo rifilato al milan, altro che pirlo e seedorf. La viola ha fatto il colpaccio prendendo quel baby fenomeno di Keirison!!!!
RispondiEliminaUn saluto, Vincenzo.
Sai Vincenzo, io credo che di pacco non si possa parlare, perchè comunque al Milan è costato zero, se replica le partite disputate in nerazzurro si siederà in panca accanto a Leonardo e a fine stagione non verrà riscattato..insomma, non è un calciatore che il Milan DEVE far giocare necessariamente, è più una scommessa a costo zero.
RispondiEliminaRiguardo Keirrison, spero esploda visto che al fantacalcio ho Mutu e devo toglierlo necessariamente :)