"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
24 febbraio 2011
Il triplete sbagliato..
Triplete. Parola che si sente da un paio d'anni ormai, dopo che il Barcellona di Guardiola prima e l'Inter di Mourinho poi sconfessarono quel teorema secondo il quale vincere tutte le competizioni a cui si prende parte è assolutamente (e anche statisticamente) impossibile.
Le nostre formazioni impegnate in Champions League stanno per completare quello che è un triplete molto meno nobile di quelli già citati, gettando le basi per quella che sarebbe una Caporetto per tutta la sfera pallonara italiana: tre eliminazioni su tre già agli ottavi di finale, contro avversari che sono arrivati nei nostri stadi, hanno sbancato e se ne sono tornati nei rispettivi Paesi con tre quarti di qualificazione in saccoccia.
Tempo fa scrissi dell'importanza di arrivare primi nel girone di qualificazione, per garantirsi un sorteggio più morbido ed evitare le corazzate già a febbraio: gli exploit di Shaktar e Tottenham tuttavia regalarono un sorteggio certamente benevolo a Roma e Milan, mentre l'Inter trovò un Bayern che sicuramente è squadra tosta, ma non certamente al livello delle spagnole e delle inglesi. Nonostante un'urna tutto sommato favorevole, siamo comunque qui a parlare di tre sconfitte interne pesantissime, che rendono le gare di ritorno durissime, forse proibitive.
L'ottimismo diffuso per le gare di ritorno è qualcosa che francamente non condivido appieno, perchè se da un lato è lecito sperare nelle rimonte, dall'altro credo sia doveroso confrontarsi col fatto che i miracoli nel calcio accadono, ma pur sempre di miracoli si tratta. Inter, Milan e Roma, sono "dead men walking", per diverse ragioni che vanno oltre il discorso puramente numerico.
Prendiamo l'Inter. I nerazzurri, in una gara in cui si sarebbero dovute gettare le basi per un ritorno in discesa, creano parecchio, subendo altrettanto, e dimostrano per l'ennesima volta che se non fanno 2 o 3 reti la partita difficilmente la portano a casa. Ecco, questo in Champions League è assolutamente fatale, ed è in totale contrapposizione con la base sulla quale Mourinho costruì la vittoria della scorsa edizione. Certo, se poi il giovane portiere Kraft risulta tra i migliori in campo, e il miglior portiere del mondo fa harakiri al 90' si può anche parlare di sfortuna, ma questo non sposta di una virgola il concetto che sta a monte: non è possibile, in casa propria, concedere 4-5 palle gol ad un avversario, per quanto forte esso sia. E se Leonardo imposterà una gara d'attacco scriteriata come quella dell'Old Trafford di un anno fa, c'è il serio rischio che la notte dell'Allianz possa trasformarsi in una debacle. Servirà equilibrio, ma questa Inter pare ancora non averne.
Il Milan andrà a Londra nella tana degli Hotspurs, con lo stesso obiettivo dei cugini: segnare almeno due reti, prenderne una al massimo, ed evitare che Bale faccia sconquassi come già fece contro l'Inter. Come livello complessivo credo che gli inglesi abbiano qualcosa in meno degli eurorivali dei nerazzurri, ma hanno dei giocatori chiave in alcune zone del campo che il Milan credo soffrirà tremendamente. Lennon e Bale viaggiano a velocità troppo superiori a quelle dei dirimpettai rossoneri, e con una torre come Crouch là in mezzo, farli imperversare consegnerebbe le chiavi della qualificazione nelle mani degli uomini di Redknapp, che al White Hart Lane sono formazione ben più temibile che in trasferta. Certo, se Ibra decidesse di fare il fenomeno anche in Europa, le possibilità rossonere aumenterebbero, anche se è necessario un salto di qualità di tutta la squadra, troppo dipendente dalle invenzioni dello svedese e priva a centrocampo di quel fosforo che solo l'infortunato Pirlo è in grado di dare (e che in molti solo adesso rivalutano come pedina fondamentale dello scacchiere rossonero). Ah, e se poi Allegri togliesse davvero di mezzo Seedorf, magari sarebbe un ulteriore salto di qualità.
Rimane la Roma, che nonostante avesse di fronte la formazione meno temibile dell'intero lotto è riuscita comunque ad incassare un 3-2 interno pesantissimo e assolutamente inaspettato. Tra una filastrocca e l'altra, Ranieri ha fallito anche un'impresa a portata di mano come quella di superare gli ucraini di Lucescu (che di ucraino hanno poco o nulla, vista la colonia brasiliana presente), tradito dalla caduta fantozziana di Riise e da una squadra complessivamente allo sbando. Ai microfoni dirà "non mi dimetto", salvo poi rimangiarsi tutto lasciando dopo il tracollo di Genova: ci avesse pensato 2 mesi fa, i giallorossi sarebbero sicuramente in una situazione meno catastrofica, visto che la bussola il testaccino l'aveva persa da un bel pò. Il margine di rimonta per il ritorno è strettissimo, ma la caratura dell'avversario giustifica il sogno: quanto poi sia realizzabile, si vedrà.
Per non scomparire completamente dall'Europa che conta, chiudendo così anche la sfida ormai impossibile per il terzo posto nel ranking Uefa, ci vorranno tre imprese storiche. Serviranno tre gare perfette, epiche, irripetibili. Altrimenti, sarà triplete: il triplete sbagliato.
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Sono 3-4 stagioni che facciamo questi discorsi. Due anni fa 3 squadre su tre furono eliminate agli ottavi,lo scorso anno 2 su 3 non arrivarono ai quarti (e per fortuna la terza vinse il trofeo).
RispondiEliminaPurtroppo si fanno solo parole ma di rimedi finora ne ho visti ben pochi.
Probabilmente perchè non si sa nemmeno da dove iniziare...
Ciao Entius..io non penso sinceramente che esista una "soluzione" valida per tutte. Semplicemente, non riusciamo a far valere il nostro peso neanche quando il pronostico pende dalla nostra parte..in Champions partite facili non ce ne sono, ma evidentemente nel nostro campionato si gioca in un modo che poi quando si varca il confine non paga mai.
RispondiEliminaMeritiamo il sorpasso della Germania, forse adesso che il danno è fatto le nostre eviteranno di snobbare l'Europa League e di fare figure barbine in Champions. O forse no.
Che la nostra decadenza in Europa sia cominciata con Calciopoli... nessuno lo fa notare?!
RispondiEliminaIn Italia siamo tutti campioni, poi becchiamo mazzate contro le mediocri formazioni europee.
Io ho ricostruito il ruolino di marcia limitatamente al periodo 94/2005!
IoJuventino, succedeva anche quando la Juve di Capello macinava avversari in Italia (meritatamente, sottolineo), e poi in Europa non passava gli ottavi. E non mi pare, oltretutto, che storicamente la Juve abbia messo in bacheca Champions League come se piovesse..quindi il problema è molto più generale, anche se Calciopoli ha senza dubbio aver contribuito all'impoverimento del calcio italiano.
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