Roboante la vittoria all'esordio della Spagna di Del Bosque, che infligge un pesante 5-0 alla Nuova Zelanda, che aveva ben figurato nell'amichevole contro gli azzurri pochi giorni prima: alla tripletta di Torres sono seguiti i gol di Fabregas e Villa. Le furie rosse, campioni d'Europa in carica, sembrano essersi scrollate di dosso la fastidiosa etichetta di belli e perdenti, che ne aveva contraddistinto le partecipazioni alle principali rassegne continentali e intercontinentali.
Gli iberici adesso hanno acquisito consapevolezza dei propri mezzi, e soprattutto hanno trovato un mix di qualità assoluta che li rende probabilmente la nazionale più completa al mondo. Nessuna nazionale ha un centrocampo completo come quello composto da Xavi, Fabregas, Iniesta e Silva, in pochi hanno davanti due bocche da fuoco come Torres e Villa. Tra un anno potranno puntare al bersaglio grosso, nel frattempo il primo posto nel girone (molto facile, va detto) è pressochè certo. A contendersi il secondo saranno, oltre ai neozelandesi, i padroni di casa e l'Iraq, che nella gara d'esordio hanno pareggiato 0-0.
Nel girone B, al comando Brasile e Italia, che hanno avuto ragione rispettivamente di Egitto e Stati Uniti, pur con qualche patema di troppo.
I verdeoro di Dunga si impongono solo allo scadere sull'Egitto, capace di rimontare la seleçao sul 3-3, per poi arrendersi ad un discusso rigore di Kakà. Il neo-madridista aveva aperto le marcature con un numero da giocoliere, e sembrava spalancare le porte a una facile vittoria. Brilla però la stella dell'egiziano Zidan, attaccante interessantissimo del Borussia Dortmund, che di testa infila un incolpevole Julio Cesar. Il Brasile reagisce, e si porta sul 3-1 prima del riposo, coi gol di Luis Fabiano e Juan, entrambi su azione di corner. Nella ripresa i sudamericani provano ad amministrare il risultato, ma la loro difesa è davvero inguardabile: Shawky al 53' riapre improvvisamente la gara, Zidan poi segna un gol splendido regalando il pareggio ai faraoni. Il rigore di Kakà al 90' toglie dall'impaccio Dunga, che però avrà di che riflettere, specie sulla fase difensiva.
L'Italia di Lippi, dopo un primo tempo da galleria degli orrori, risorge nella ripresa e grazie all'innesto di Giuseppe Rossi ribalta il vantaggio statunitense di Donovan (rigore per un ingenuo fallo di Chiellini su Altidore). Il ct presenta una formazione senza nè capo nè coda: Camoranesi, impresentabile, non ne azzecca una come esterno del tridente offensivo, Gattuso, lontano da una forma accettabile, non ringhia, Iaquinta pesta i piedi a Gilardino. E gli USA più volte potrebbero impallinarci, nonostante l'espulsione di Clark li lasci in dieci già al 32' del primo tempo. Nella ripresa la musica cambia: Rossi e Montolivo rilevano proprio Camoranesi e Gattuso, e portano elettricità alla manovra. Il campioncino lasciato colpevolmente emigrare in Spagna si inventa un sinistro imparabile da 25 metri, De Rossi sigla il sorpasso, e in chiusura Pirlo si esibisce in un numero da circo servendo a Rossi il pallone del definitivo 3-1. Scampato pericolo, per oggi. Questa nazionale deve però ripartire da volti nuovi: nell'undici titolare, c'erano ben nove reduci da Berlino, e gli anni passano.
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