Applausi per Leonardo e i giocatori, contestazione aspra verso la dirigenza. Questo il quadro disegnato a Milanello nel giorno del raduno del Milan, che riparte senza Ancelotti, Maldini e soprattutto Kakà.
La cessione del brasiliano al Real Madrid e la mancanza di rinforzi importanti per colmare il vuoto lasciato dall'ex pallone d'oro hanno mandato su tutte le furie una fetta della tifoseria, che non vede vincente il nuovo progetto della società.
"Vergogna, vergogna!" gridano i tifosi rossoneri già alle 11 del mattino, davanti al cancello del centro sportivo di Milanello. Eloquente lo striscione esposto, che recita "Noi ci mettiamo il cuore, voi ci prendete per il culo!".
I contestatori, ed i tifosi rossoneri in generale, si sentono presi in giro dalle dichiarazioni del presidente Berlusconi, il quale aveva dichiarato che "la rosa del Milan non è inferiore a quella dell'Inter, è formidabile e lotterà per vincere tutto". Lasciarsi andare a frasi del genere, dopo che è stato venduto Kakà e non è stato ancora preso nessuno (eccetto l'ottimo Thiago Silva), è stato come buttare benzina sul fuoco.
Al premier, come sempre, fa eco Galliani: "senza gli infortuni che abbiamo avuto, il Milan sarebbe stato al livello dell'Inter anche nella scorsa stagione, e quindi lo è pure adesso. L'obiettivo è entrare nelle prime tre in campionato e andare avanti il più possibile in Champions League. Il Milan prosegue nella sua marcia e lo può fare senza Kakà. Ricky è un fuoriclasse, ma nessuno da solo può fare la differenza. L'unico fuoriclasse di cui il Milan non può fare a meno è Berlusconi". Frasi da lacchè, e che oltre a denotare una scarsa obiettività allargano (se possibile) la falla: insomma, le frasi alle quali Galliani negli anni ci ha abituato.
Dopo due anni in cui il Milan non ha vinto nulla, non è il massimo della vita sentirsi dire che nella prossima stagione l'obiettivo sarà "uno dei primi tre posti, e far strada in Champions". Tradotto: se arriviamo terzi in campionato e nei quarti ci sbatte fuori il Barcellona, sarà stata comunque una stagione positiva. Capitolo Kakà: il brasiliano ha vinto praticamente da solo una Champions League, e senza il suo apporto il Milan di Ancelotti avrebbe certamente vinto qualcosina di importante in meno. Andava ceduto, probabilmente, per ripianare il bilancio, ma certamente Kakà è uno che la differenza da solo la fa eccome. E questo i tifosi rossoneri lo sanno, e rincarano la dose: "Grazie per questi anni di vittorie e di gloria, ora vendi il Milan e chiudiamo questa storia".
Lascia molto perplessi la "spiegazione" data alla nuova politica societaria. Salvaguardia del bilancio (il che è sacrosanto), e LARGO AI GIOVANI. Dunque, il Milan oggi giocherebbe così: Dida (35 anni), Zambrotta (32), Nesta (33), Thiago Silva (25), Jankulovski (32), Pirlo (30), Ambrosini (32), Gattuso (31), Pato (19), Ronaldinho (29), Inzaghi (36). E' stato rinnovato il contratto a Favalli, tra i potenzialmente titolari c'è Seedorf che i 30 li ha già superati. I giovani, a parte Thiago Silva e Pato, dove sono?
Servirà del tempo, certamente. I risultati potranno comunque dare ragione al nuovo corso rossonero, perchè nel calcio due più due non fa sempre quattro e non è detto che se al Milan togli Kakà e all'Inter lasci Ibra e Maicon, automaticamente i punti di vantaggio dei nerazzurri sui rossoneri diventeranno da dieci, venti. Lo sport non è mai una scienza esatta, e se Leonardo troverà la giusta alchimia per far quadrare il cerchio, con un Pato più maturo, e magari ritrovando lo splendido Ronaldinho di qualche anno fa, il Milan potrà certamente competere su tutti i fronti. Anche perchè, non dimentichiamolo, rimangono ancora due mesi di mercato, e una punta di alto livello i rossoneri la acquisteranno di sicuro. A Leonardo piace Luis Fabiano, dal supermarket Real potrebbe arrivare Huntelaar: entrambi sono centravanti forti tecnicamente e potrebbero ricoprire il ruolo di punta centrale nel 4-3-3, con Pato e Dinho ai lati (un tridente mica male). I dubbi, per il momento però restano.
Il Milan parte in background, insomma, tra la contestazione dei tifosi ma con la fiducia degli addetti ai lavori. La bontà del lavoro di Leonardo si vedrà tra qualche mese, magari con qualche rinforzo che giustifichi le frasi dei suoi massimi dirigenti.
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