12 luglio 2010

Spagna, generazione di fenomeni

Foto Gazzetta.it
 
La Spagna è campione del mondo. E' questo il verdetto emesso nell'ultimo atto di Sudafrica 2010, che consegna alla storia la squadra di Del Bosque e rafforza l'immagine di un'Olanda incapace di trovare il guizzo giusto nell'atto finale della più importante manifestazione calcistica.

La netta differenza è che mentre i favolosi interpreti del "calcio totale" partivano nettamente favoriti sia in Germania che in Argentina (anche se lì ci sarebbe da fare un discorso a parte), stavolta i favori del pronostico erano tutti per gli spagnoli, superiori agli avversari praticamente in tutti i reparti.

In campo si è assistito al copione a cui gli iberici ci avevano sin qui abituati: possesso palla, fitte trame di passaggi, ma una difficoltà pazzesca a trovare varchi contro un avversario che faceva dell'ostruzionismo e delle randellate sistematiche a centrocampo le armi principali, grazie anche alla collaborazione di un Webb non all'altezza dell'impegno. Il direttore di gara nel primo tempo ha graziato Van Bommel prima e De Jong poi, sanzionando con un semplice giallo le entrate assassine dei due mediani olandesi: specialmente il secondo, con la tacchettata sul petto di Xabi Alonso, era rosso senza discussioni.

La gara degli orange era stata impostata così, sperando che poi le folate di Robben e Sneijder avrebbero fatto il resto, come del resto stava succedendo. Come dicevo però nel post di qualche giorno fa, il problema è che se imposti una gara lasciando l'iniziativa totalmente in mano ad una squadra di palleggiatori, il rischio è che oltre a non vedere palla, prima o poi il gol arrivi, e questo è quanto successo anche ieri sera al Soccer City.

Negli occhi dei tifosi orange rimarranno scolpiti i due clamorosi errori di Robben (in particolar modo il primo) a tu per tu con Casillas: da lì è passata probabilmente la storia di questa finale. Impossibile dirlo con certezza, ma la sensazione è che se l'ala del Bayern avesse messo dentro uno dei due palloni, a festeggiare alla fine dei 90' sarebbe stata l'Olanda, con buona pace del dominio iberico e della netta superiorità tecnica. Però non è successo, e alla luce di quanto visto mi sento di dire che la coppa è stata sollevata dalla squadra che lo ha meritato di più.

Certo, Del Bosque ha dovuto apportare dei correttivi in corsa, perchè l'undici iniziale con il doble pivote Busquets-Xabi Alonso e Pedrito accanto a Villa era tremendamente improduttivo, tanto che per gli olandesi stare sulle loro senza rischiare nulla di nulla era fin troppo semplice. Poi, la prima svolta: a inizio ripresa Navas rileva Pedro, piazzandosi come esterno destro alto, e la musica inizia a cambiare proprio grazie alle scorribande dell'ala del Siviglia. Nel finale di primo tempo arriva poi l'altro cambio che fornisce l'ulteriore dimostrazione dell'enorme arsenale a disposizione del ct spagnolo: fuori Xabi Alonso, anonimo, dentro Fabregas, che si piazza sulla trequarti in una sorta di 4-1-4-1 che moltiplica il coefficiente di pericolosità delle Furie Rosse. Proprio Cesc potrebbe consegnare la coppa ai suoi in pieno overtime, fallendo la più comoda delle palle gol, ma per sua fortuna Iniesta nel secondo tempo supplementare scaccia la paura dei calci di rigore e proietta questa generazione di fenomeni nella storia.

Dopo l'europeo, la Roja si prende il mondo con un gioco forse meno brillante di quello che 2 anni fa aveva incantato l'Europa, ma dimostrando di essere qualitativamente di un altro livello rispetto a tutte le altre. Si è visto nelle scelte di Del Bosque nel corso della manifestazione, e della stessa finale: centrocampo stellare, con Fabregas, Silva e Jesus Navas addirittura rincalzi pronti a subentrare, attacco con un Torres versione pachiderma ma gente come Pedrito "calda" per dare il cambio al Nino. Un'abbondanza quasi imbarazzante, figlia di una fase storica per il calcio spagnolo, mai così ricco di talenti come oggi.

Complimenti a loro, a noi resta l'amarezza di aver riconsegnato la coppa dopo la figuraccia più grande della storia, ma con la consapevolezza che non avremmo potuto lasciarla in mani migliori. Buena suerte, campeones.

2 commenti:

  1. I tantissimi successi delle selezioni giovanili spagnole alla fine ha portato i suoi frutti. Meritano tutto questo

    RispondiElimina
  2. Se lo sono meritati tutto...Iniesta è fortissimo, Il Barcellona quest'anno farà una grandissima stagione

    RispondiElimina