"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
10 gennaio 2012
Messi, e sono tre. Tutto il resto, è noia
Onestamente, da un anno fa ad oggi, nulla è cambiato. E quindi, la terza investitura iridata per Lionel Messi, vincitore del pallone d'oro 2011, viene accolta quasi con indifferenza, perchè in fondo questo risultato era arcinoto da tempo.
Si è provato nelle ultime settimane a buttarla lì, dicendo che chissà, forse Xavi stavolta ce l'avrebbe fatta, ma era chiaro a tutti che il premio sarebbe andato all'argentino, autore dell'ennesima annata monstre in un collettivo talmente eccezionale da portare ben 9 calciatori nei top 23. Tre come Platini (che ne vinse anche lui tre di fila), Van Basten, Cruijff, con la differenza che la Pulce ha ancora solo 24 anni e di questo passo rischierà di non sapere più dove metterli, tutti questi palloni dorati.
Sarebbe inutile, nonchè ripetitivo, tornare sulle modalità di assegnazione del premio e sul fatto che di questo passo, ragionando solo sui valori assoluti dei singoli, l'egemonia dell'argentino rischia di essere totale tanto superiore è rispetto agli altri calciatori del globo. Ho già espresso la mia opinione in maniera abbastanza chiara qui, e qui, e sul fatto che Messi sia immenso credo che non ci sia neanche bisogno di tornarci.
Ci sono dei parametri, e delle modalità di valutazione che andrebbero a mio parere riviste, non tanto per ostacolare nuovi trionfi del fuoriclasse blaugrana, quanto per far sì che non sia 'solo' il valore del calciatore a essere premiato, bensì la sua capacità di essere più decisivo degli altri nell'arco della stagione. Perchè quest'anno premiare Messi è assolutamente sacrosanto, ma nel 2010 quello che è successo ha lasciato davvero tutti con un palmo di naso.
Antonio Capone (twitter - @tonycap83)
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