Agghiacciante. Ingiusto. E le parole scarseggiano, di fronte a tragedie del genere. A Coverciano, dove l'Espanyol si trovava in ritiro in vista dell'amichevole in programma a Rimini contro il Bologna, il centrocampista Daniel Jarque, 26 anni e capitano della squadra, è deceduto per un attacco cardiaco o per aneurisma, mentre parlava al telefono con la fidanzata.
Ad un certo punto, Jarque ha smesso di parlare. La donna ha subito chiamato i dirigenti del club catalano, che sono accorsi nella stanza del ragazzo, trovandolo però privo di sensi. Inutile la corsa in ospedale. Jarque, 26 anni compiuti il 1° gennaio, non ce l'ha fatta, e la Spagna piange un altro giovane calciatore a due anni dalla scomparsa di Antonio Puerta, che crollò in campo colto da infarto durante un Siviglia-Getafe.
Io mi chiedo come sia possibile perdere la vita in questo modo, a 26 anni. E non trovo una risposta, perchè risposta non può esserci. Un ragazzo della mia età ha perso la vita in pochi secondi, senza rendersene conto. E no, non riesco a capacitarmi di come possa essere possibile che ciò accada. Non ci sono disegni, non ci sono leggi che governano un bel niente. C'è solo il caos, che in questa vita rende tutto così imprevedibile e sfuggente.
Riposa in pace, giovane capitano.
Questa è la vita! E' in grado di cancellare tutto in un secondo, per questo va vissuta pienamente giorno dopo giono, finchè un giorno ci sarà! ciao
RispondiEliminaSergio
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