Leggendo qua e là, ho appreso che secondo svariate fonti la panchina di
Leonardo avrebbe ripreso a traballare. Vari spifferi, ma interessanti.
La versione di
Tuttosport:
"Potrebbe andar via a fine stagione, Leonardo. L'attuale tecnico del Milan, secondo la radio iberica Cadena Ser, sarebbe a rischio esonero alla fine della stagione in corso. La causa della rottura con il club sarebbero gli ultimi altalenanti risultati. Si parla dello spagnolo Juande Ramos, ex tecnico di Real Madrid, Tottenham e Siviglia come probabile successore"
Leonardo esonerato a fine stagione per far posto a
Juande Ramos? Poco convincente, ben di più lo è la versione comparsa su diversi altri siti web secondo la quale sulla panchina rossonera stia iniziando ad aleggiare lo spettro di
Rafa Benitez, il cui arrivo alla
Juventus dato per certo fino a poco tempo fa adesso è sempre meno probabile.
Alla base potrebbe non esserci nulla di vero, ma se così dovesse andare sarebbe davvero clamoroso. Il successore di
Ancelotti, l'uomo voluto dal
presidente del consiglio-proprietario di Mediaset-presidente del Milan che ha raccolto il nuovo
Milan sparagnino, cacciato a giugno su due piedi perchè..perchè? E' forse diventato, per l'uomo dal conflitto di interessi facile, un altro "sarto che non sa cucire la stoffa"?
Facciamo un salto indietro: estate 2009, il nuovo
Milan non convince per nulla. Perde amichevoli su amichevoli, perde
Kakà che vola a
Madrid, perde abbonati e credibilità.
Leonardo, sfruttando la sua grande intelligenza ed il suo proverbiale equilibrio, prova a fare da pompiere sugli infuocati tifosi rossoneri, chiedendo tempo e fiducia. E soprattutto, chiede alla società RINFORZI.
Fa presente alla dirigenza che il suo progetto tattico ha bisogno di terzini offensivi, e per tutta risposta gli prendono
Cissokho per poi rispedirlo al mittente con la ridicola diagnosi di un
"problema ai denti che altera la postura del calciatore" (sarebbe a dire, ci siamo fatti due conti e abbiamo concluso che 15 milioni sono troppi) che non gli sta impedendo di fare un grande campionato al
Lione. Vuole
Dzeko per l'attacco, ma il
Wolfsburg chiede troppo. Chiede allora
Luis Fabiano, che costa meno, ma
Galliani dice che non va oltre i 15 milioni e così salta tutto. Pensa ad
Hernanes per il centrocampo, e il
San Paolo risponde che il
Milan per il calciatore ha offerto "una cassa di banane". A fine mercato, per disperazione, arriva
Huntelaar alla modica cifra di 15 milioncini 15, fruttati finora 3 punti a
Catania. Aziendalista o no, a qualunque tecnico al mondo sarebbero girate le balle.
Comunque sia,
Leo si è rimboccato le maniche e ha inventato
Abate terzino, lanciato
Antonini e varato il modulo iperoffensivo che fino allo sciagurato derby sembrava essere l'alba di un nuovo
Milan bello e vincente. Nel mercato di gennaio, quando qualcosa era possibile fare (per esempio, un nome buttato lì,
Dossena) sono arrivati
Beckham (della serie, meglio di niente), il giovane
Adiyah (ancora un oggetto misterioso), ed il tanto deprezzato
Mancini.
Con
Amantino arriva anche il primo scricchiolio sempre con quell'uomo dal conflitto di interessi facile (che non nomino per questioni di stomaco) a cui facevo riferimento prima: mentre l'allenatore ritiene l'arrivo del brasiliano utile alla causa, il presidente di questo quello e quell'altro dall'alto invece si lasciava andare ad un eloquente
"non ho capito proprio perché l’abbiamo preso, è un altro trequartista quando a noi magari serve qualcuno che finalizza il gioco". Certo, magari con
Borriello-Inzaghi-Huntelaar a crearlo, il gioco. E soprattutto, visto che non era d'accordo, perchè consentirne l'acquisto? Non li caccia forse lui, i money? O forse è come quando ha
perso lo scudetto per colpa di Ancelotti? Ma sorvoliamo.
Leonardo, con il materiale umano a disposizione e considerata l'età media della squadra, sta letteralmente cavando il sangue dalle rape, altro che sarto. Facendo anche lui degli errori, per carità, ma creando comunque qualcosa lì dove il terreno era arido. La flessione dell'ultimo periodo, con conseguente sorpasso della
Roma al secondo posto, ha smontato in modo fin troppo eccessivo tutto quello che di buono ha fatto questa squadra per trovarsi lì a lottare per le prime posizioni della classifica, e soprattutto si sta dimenticando l'importanza dell'uomo che sta mancando al
Milan, cioè
Pato, che con la sua ormai prolungata assenza sta privando
Leonardo di soluzioni offensive importanti, da giocare anche a partita in corso.
E come se non bastasse, a rendere addirittura nervoso e poco propenso al dialogo
Leo ci sono le questioni legate a
Ronaldinho e
Seedorf, entrambi difesi oltre il difendibile dal tecnico. Dunque, l'olandese va da
Kofi Annan con un permesso della società (che a quanto leggo è stato mal digerito da alcuni giocatori), torna, VIENE SCHIERATO TITOLARE, passeggia per il campo a
Bologna e poi ha anche la sfacciataggine di reagire stizzito alla sostituzione, mentre il brasiliano a dispetto di quanto dica il suo allenatore sembra che continui a non disdegnare le disco milanesi e le suite. Ci fosse ancora
Adriano all'Inter, sarebbe davvero un bel derby.
Il problema non è
Leonardo, il quale sono del parere che facendo tesoro di questa annata di transizione potrebbe (con una squadra SUA) fare molto bene l'anno prossimo. Il problema è che nel
Milan i senatori continuano a contare troppo, e il rinnovamento auspicato dal tecnico non c'è mai stato. Andrebbe fatta piazza pulita di gente ormai logora e che in campo cammina, serve aria fresca e non la solita puzza di chiuso. Basta coi
Seedorf, coi
Pirlo, gli
Inzaghi e i
Gattuso, giocatori che tra l'altro se venissero proposti ad
Ancelotti magari se li prenderebbe anche al
Chelsea (assieme a
Crespo, magari) ora che hanno rimosso il blocco del mercato.
Per fortuna c'è
Galliani, che in qualsiasi caso il jolly del "SIAMO LA SQUADRA PIU' TITOLATA AL MONDO" se lo gioca sempre..