"Il senso del calcio è che vinca il migliore in campo, indipendentemente dalla storia, dal prestigio e dal budget" (Johann Cruijff)
12 aprile 2013
Juventus e Bayern, quegli 80 milioni non spiegano nulla
Che la realtà attuale dell'informazione italiana sia mortificante non lo scopriamo certo oggi. Vale a tutti i livelli, ma se spostiamo la lente d'ingrandimento (per ovvi motivi) sulla sfera calcistica lo scenario che si presenta agli occhi di chiunque sia intellettualmente normodotato è raccapricciante, forse inimmaginabile se riavvolgiamo il nastro della nostra memoria a 10-15 anni fa.
Nell'era di internet e del web 2.0, tutto è amplificato. Accanto a quotidiani sportivi ormai al collasso e in grado solo di offrire verità parziali e panzane all'ingrosso, non si contano più le nuove realtà online, sotto forma di blog tematici e testate giornalistiche, che se da un lato offrono a tutti (me compreso) la possibilità di esprimere la propria opinione (il che è un bene), dall'altro aumentano esponenzialmente il rischio di andare a sbattere contro articoli che qualcuno cataloga alla voce "editoriali", abusando di un termine forse poco calzante, ma che se non è altro è molto più elegante di quello che realmente andrebbe utilizzato.
Abbiamo seguito tutti il doppio confronto di Champions League tra Juventus e Bayern Monaco, che ha sottolineato con l'indelebile tutta la differenza attualmente esistente tra il calcio italiano e i massimi campionati europei (Bundesliga, Premier, la stessa Liga), senza dimenticare che il tanto bistrattato Portogallo porta sempre almeno una squadra in semifinale di Europa League da tre anni (con l'exploit delle tre semifinaliste nella stagione 2010-11). Al di là di quanto si voglia far credere, la squadra di Conte è stata eliminata con una facilità estrema dalla corazzata bavarese, che avrebbe potuto chiudere i conti già all'andata e non ha mai rischiato nulla neanche a Torino nonostante i proclami battaglieri e gli hashtag della vigilia.
Considerando che questa Juventus senza rivali in patria rappresenta oggi quanto di meglio il nostro calcio riesca a offrire, una tale manifestazione di inferiorità al cospetto di un avversario mostratosi due spanne superiore chiarifica non solo il concetto di distanza espresso più su, ma per qualcuno a quanto pare rappresenta una sorta di emblema del fallimento gestionale di Marotta & co. Già perchè a quanto pare, secondo questo articolo-inchiesta (neanche firmato peraltro), "qualcosa non torna" e la differenza tra Juventus e Bayern Monaco sta tutta nel modo in cui le rispettive dirigenze hanno speso in questi tre anni.
Francamente ho avuto qualche difficoltà a stare dietro a numeri così sterili, che non considerano la voce 'cessioni' e tengono in considerazione solo ed esclusivamente i costi dei cartellini dei calciatori coinvolti, vale a dire un terzo delle componenti di un bilancio. Accatastare cifre, senza considerare altre variabili in gioco fondamentali, e trarre conclusioni che dovrebbero in qualche modo spiegare la diversa dimensione dei due club può andare bene solo se come obiettivo hai catturare visite e aumentare le 'impressions', non se vuoi fare vera informazione.
"La differenza sta tutta nel come le due dirigenze hanno speso i soldi. In modo ottimale i tedeschi, da rivedere la gestione del club bianconero". Periodi attenzionati: le stagioni 2010-11, 2011-12, 2012-13. Vogliamo dare un'occhiata alle formazioni delle due squadre all'inizio di questo percorso? Cominciamo da quella del Bayern che nel maggio 2010 perse la finale di Champions League contro l'Inter di Mourinho:
Butt; Lahm, Van Buyten, Demichelis, Badstuber; Van Bommel, Schweinsteiger; Ribery, Robben Mueller; Olic (Gomez).
La struttura portante di quella squadra che sfiorò il personale Triplete (avendo già vinto Bundesliga e coppa nazionale) restò praticamente inalterata. Di anno in anno i bavaresi hanno svecchiato la rosa, inserendo elementi di spessore come il portiere Neuer, un centrocampista gigantesco come Toni Kroos, il terzino Alaba e quel Mandzukic che, come avvenne al connazionale Olic, ha superato nelle gerarchie un bomber senza macchia come Mario Gomez. Sei undicesimi di questa squadra (Kroos infortunato all'andata) erano a Madrid tre anni fa, e allo Juventus Stadium martedì sera.
Passiamo adesso alla Juventus, che a differenza dei tedeschi patì un'annata di delusioni e cocenti sconfitte nonostante un inizio di stagione benaugurante. Questo l'undici bianconero che chiuse l'annata 2009-10 al settimo posto, bissato poi dalla devastante gestione Delneri l'anno successivo:
Buffon; Grygera, Cannavaro, Chiellini, Grosso; Tiago (Camoranesi), Marchisio, Felipe Melo (Sissoko); Diego; Amauri (Trezeguet), Iaquinta (Del Piero).
Oltre all'età media già altissima di quella squadra, balza all'occhio come di titolari nella formazione di oggi ve ne siano soltanto tre. Tutto questo al netto di operazioni di mercato certamente folli (vedi Martinez, Diego&Melo), guide tecniche sballate, ma da inquadrare nell'ottica di una ricostruzione partita da lontanissimo e che ha dovuto richiedere giocoforza un ingente dispendio di risorse economiche e non solo.
Insomma, le due squadre non partivano proprio dalla stessa posizione: da un lato una certezza del calcio europeo, fresca di vittorie e con un progetto basato su un'intelaiatura già solida, dall'altro una squadra che aveva smarrito la sua identità dopo il terremoto del 2006 ed era caduta nella spirale della mediocrità smarrendo il sapore della vittoria e della competitività ad alti livelli.
Senza dimenticare il fattore "appeal", che da sempre costituisce una discriminante importantissima nelle scelte professionali di un calciatore (salvo casi alla Eto'o, ma lì il discorso è un tantino diverso). Dico questo perchè quando leggo "se Matri è costato più di Mandzukic e non rende come quest'ultimo, vuol dire che qualcosa non ha funzionato", le considerazioni che faccio sono essenzialmente due.
La prima è che probabilmente chi ha scritto l'articolo l'estate scorsa non sapeva neanche chi fosse l'attaccante croato, se non per averlo visto magari di sfuggita a Euro2012. Parlare dopo è sempre facile, ignorare le dinamiche del mercato ancora di più.
La seconda è che la Juventus, nell'estate 2012, non aveva un progetto vincente in Europa come il Bayern, essendo ancora un club relativamente 'acerbo' per il grande salto. Un dettaglio non proprio trascurabile, che accoppiato ad una disponibilità economica relativamente limitata rappresenta una delle ragioni per cui il tanto agognato top player è rimasto una fantasia di agosto, mentre in Baviera hanno già gettato le basi per un presente vincente ed un'avvenire sfavillante con Guardiola.
In definitiva, di che stiamo parlando? Che il confronto fosse impari era noto già al momento del sorteggio, il campo non ha fatto altro che confermare questo fatto, evidenziando le dimensioni differenti delle due squadre. Tentare di spiegare con tabelle incomplete e calcoli da terza elementare una situazione decisamente più complicata, oltre ad essere poco interessante, è tutto fuorchè giornalismo. Fermateli.
Antonio Capone (twitter - @tonycap83)
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Antonio il tuo è un bellissimo articolo che meriterebbe palcoscenici che invece hanno quelli obbrobri scritti da Oreggia su tuttosport e altri agghiaccianti pezzi letti su altri quotidiani anche non prettamente sportivi.
RispondiEliminaPurtroppo devo dire che la tua lucida analisi non sono in grado di farla neppure tanti compagni di tifo che si limitano alle apparenze e ai titoli dei giornali.
C'è un dato in particolare che rende bene l'idea del DISASTRO trovato da Marotta all'inizio della sua gestione:
nella ROSA, e dico ROSA (non titolari) della Juve scudettata nel 2012 (e probabilmente 2013) non c'è neppure un elemento acquistato IN 5 ANNI DALLA PRECEDENTE GESTIONE SOCIETARIA! Un qualcosa di sconcertante.
Pensate che la triade al suo arrivo a Torino vinse si al primo anno, ma ereditò una squadra che aveva chiuso al secondo posto e con l'ossatura già bella pronta che Moggi puntellò con gli innesti (per carità indovinatissimi) di Paulo Sousa, Ferrara e Deschamps.
L'ossatura della Juve eredita da Agnelli e Marotta era Cannavaro (37enne), Felipe Melo e Amauri. Non so se mi spiego... Una squadra che aveva chiuso a 55 punti subendo 53 reti.
E si badi bene che Marotta per ricostruire la rosa si è trovato un budget non certo eccezionale e che al termine del corrente esercizio la Juventus chiuderà il bilancio in sostanziale pareggio. Cosa, quest'ultima, che magari non farà fare esaltare le folle ma è di cruciale importanza per il futuro a medio-lungo termine.
Per concludere il mio commento mi unisco all'appello "Fermateli". Oggi tuttosport in prima pagina ha mandato sul patibolo Marotta per aver detto che era impensabile vedere una Juve al livello del Bayern in soli 3 anni ma allo stesso tempo non ha menzionato Conte che pure è stato ancora più duro di Marotta.Iinsomma, un giornalisti da battaglia forte con i deboli e debole con i forti...
Ma forse Oreggia ha voluto solo ammonire il DG di non ripetere in futuro certe affermazioni. Altrimenti poi chi crede ai fanta-titoloni di mercato?
SANTE TRICARICO (JUVE90)
Ciao Sante, e innanzitutto grazie per i complimenti, sempre graditi e motivanti.
EliminaIo credo che sia inaccettabile leggere una roba come quella lì, pompata oltretutto su Twitter da Jacobelli manco fosse lo scoop del secolo (che l'abbia scritto lui? mistero..), e sai benissimo che non sono di fede bianconera. E' un insulto all'intelligenza umana, oltre che un lavoro privo della benchè minima argomentazione, senza tornare sulle motivazioni che ho già scritto nell'articolo.
Io credo che Marotta il primo anno l'abbia toppato in pieno o quasi, ma nel secondo non ha sbagliato praticamente nulla piazzando colpi importantissimi (Vidal a poco più di 10 milioni, Pirlo a 0, Barzagli a soli 500mila euro) e affidando a un tecnico capace la guida della squadra. Con un parallelismo un pò forzato, è un pò la stessa situazione che ha trovato Stramaccioni all'Inter: quando devi lavorare in condizioni di difficoltà estrema, anche se di tuo sei bravo, qualche errore finisci col commetterlo perchè le condizioni generali in cui lavori sono particolari e non rendono agevole il tuo operato.
La Juventus vincerà il secondo scudetto di fila, in patria non ha rivali (anche per colpa dei rivali stessi, ma è un altro discorso), e in Europa la concorrenza è troppo forte. Non lo scopriamo certo adesso, ci sono almeno 5 squadre che attualmente sono fuori portata per tutte..e questo va accettato, cercando di migliorare il prodotto calcio offerto dalle nostre squadre in questi anni.
Il problema del giornalismo attuale è comunque altrettanto grosso, e fuori controllo. Tempo fa nella seconda pagina della Gazzetta dello sport, in un articolo che parlava dei sorteggi, giuro di aver letto nello stesso articolo per ben due volte "La squadra X HA PIGLIATO Y", o roba del genere.
E' un mondo al collasso..
Marotta io credo sia un ottimo dirigente e un dirigente piuttosto sottovalutato. Ogni tanto sarebbe utile andarsi a dare un'occhiata ai risultati della Samp precedenti e successivi a Marotta.
RispondiEliminaquali dirigenti in Italia ci sono migliori e più preparati di Marotta? Tranne Gallini (uomo milan in tutto e per tutto) io non ci vedo nessuno. L'unico che si avvicina è Pradè che anche a Roma fece miracoli con quattro spicci.
Solo che molte volte anzichè ammettere che il livello della serie A è sceso in maniera spaventosa viene più facile trovare un capro espiatorio e nel caso della Juve è stato individuato Marotta: il bersaglio più comodo.
Se uno scendesse da parte e leggesse quella'articolo di calciomercato.com penserebbe che la rovina dell'Italia sia Marotta. Peccato che nei 7 anni successivi a calciopoli l'italia abbia collezionato la miseria di 2 semifinali tra champions ed europa league. Un ecatombe per un campionato che negli anni 90 era la NBA del calcio.
SANTE TRICARICO (JUVE90)
www.pianetasamp.blogspot.com
RispondiEliminaCiao Antonio, benritrovato!
Concordo con le tue analisi,sparare a zero sulla Juve e in particolare su Marotta è assurdo!
Marotta, e da doriano posso dire di conoscerlo bene è un grandissimo, forse il migliore nel panorama nazionale, ancora adesso stiamo raccogliendo i frutti della sua semina ( una buona parte dell'attuale organico è composto da giocatori da lui scoperti ), andatosene qui è crollato tutto coi devastanti effetti che tutti conosciamo e da allora non abbiamo più trovato pace...
Ma tornando alla Juve e a Marotta anche il primo anno pur negativo è stato a mio parere ingigantito: ricordo che fino al pareggio contro il Chievo che i veneti raggiunsero a tempo scaduto i bianconeri erano secondi in classifica e indicati da tutti come l'anti Milan poi col nuovo anno arrivarono le batoste contro Parma e Napoli in tre giorni che unite all'infortunio di Quagliarella furono l'inizio della fine...
Arrivare in fondo in Champions non è facile, è una competizione che si gioca anche molto sugli episodi e sulle circostanze favorevoli ( vedi Chelsea l'anno scorso ), è probabile che alla Juve serva del tempo per poter competere con i top club ma pensando dove i bianconeri si trovavano solo due anni fa direi che i passi da gigante fatti sono stati parecchi...ciao!
Ciao Andrea, io credo che la Juve di Delneri non sarebbe potuta andare molto lontano anche senza l'infortunio di Quagliarella, ma ad ogni modo condivido le tue considerazioni su Marotta. Il lavoro d'insieme da due anni a questa parte paga, poi è ovvio che se speri di competere con club che da anni sono ai vertici del calcio europeo si sbaglia completamente strada :)
EliminaMi fa piacere che quello che ho detto sul lavoro fatto alla Samp da Marotta trovi conferma da un blogger doriano ;)
RispondiEliminaSANTE TRICARICO (JUVE90)