"Cosa posso farci?", sembra dire Benitez |
Probabilmente lo spagnolo era al corrente che la sua avventura all'Inter fosse ormai al capolinea indipendentemente da quello che poi sarebbe successo ad Abu Dhabi, perchè credo che la persona sia sufficientemente intelligente per comprendere che in una sfida aperta alla società, chi tiene il coltello dalla parte del manico non è (quasi) mai l'allenatore. Specie se l'allenatore non è mai andato realmente a genio al suo datore di lavoro.
Rafa ormai era un uomo solo, scaricato dalla squadra e mai supportato realmente da una società che ha sposato un progetto senza essere realmente convinta del prodotto finale. Nessun giocatore, e sottolineo nessuno, ha mai difeso a spada tratta il tecnico nel momento di maggior difficoltà: ormai lo spogliatoio nerazzurro era una polveriera, che ha autonomamente deciso di "autogestirsi" per portare agevolmente a casa il titolo mondiale lasciando da parte le marette con un tecnico mai amato e forse inadatto a ricoprire il delicato ruolo di successore di Mourinho.
Credo sia sbagliato gettare la croce addosso a Benitez, il cui più grosso errore (in mezzo ad altri, certamente) è stato quello di non aver capito realmente di cosa aveva bisogno questa Inter per poter essere anche sotto la sua gestione una squadra competitiva su tutti i fronti. Non ha colto Rafa che la cosa fondamentale, al di là di difesa alta e lavoro in palestra piuttosto che col pallone, era dare continuità a quel lavoro psicologico grazie al quale il suo predecessore era riuscito a creare una macchina da guerra in cui tutti combattevano nella stessa direzione. E sia chiaro, non parlo delle continue lotte Mou-resto del mondo, quelle sono un'esclusiva del personaggio e non ci si aspettava certo di rivederle sotto la gestione-Benitez, ma di quella sua capacità di infondere al gruppo motivazioni sempre nuove: a questa Inter sono mancati soprattutto il carattere e la grinta necessari per tramutare un pari in una vittoria, una sconfitta in un risultato positivo.
Certo, lo spagnolo non è stato neanche fortunato: infortuni a ripetizione (con colpe attribuite a lui in modo forse ingeneroso) hanno minato la credibilità delle formazioni che andavano in campo da novembre in poi, e non parliamo di 2-3 defezioni, ma di vere e proprie morìe di titolari. Quando poi, per i motivi più disparati, lo spogliatoio si schiera contro di te, il destino del tecnico è compiuto nella totalità dei casi. E questo è quello che è successo anche a Rafa, che per me rimane un ottimo tecnico ma finito al posto sbagliato nel momento sbagliato.
E adesso? Adesso sembra che sia prossimo l'avvento di Leonardo, con cui le trattative sono avanzatissime (a quanto pare) e il cui annuncio è atteso per il 26. Occhio a Zenga però, che non darei fuori dai giochi almeno fino a quando non sarà ufficializzato davvero Leo: l'Uomo Ragno è stato esonerato dall'Al-Nars proprio oggi, e non è escluso che possa inserirsi nella volata alla panchina nerazzurra, forte del suo passato di bandiera del club.
Qualunque sia la scelta, certamente sarà un nome non altisonante e che porterà dietro di sè tantissimi perplessità, tutte giustificate. Certo è che leggere di un Galliani che si sentirebbe "tradito" da un eventuale approdo di Leonardo all'Inter fa quantomeno sorridere, per non dire sbellicarsi dalle risate: detto da uno che i è portato a casa negli anni Vieri, Ronaldo e Ibrahimovic e che è pronto a prendere Balotelli nel prossimo futuro, siamo di fronte al classico esempio del bue che dice cornuto all'asino. Siamo a Natale però, e non voglio infierire su un uomo che ha fatto del cabaret davanti ai microfoni una seconda ragione di vita.
Colgo l'occasione per fare gli auguri di buone feste a tutti i lettori di questo blog, nella speranza che siano un'occasione per ritrovare la pace e la serenità spesso messe in secondo piano dal solito tran tran della vita di tutti i giorni.