25 ottobre 2013

Discriminazione territoriale e curve chiuse con 'sospensiva': un compromesso all'italiana


Che l'Italia fosse un Paese nel quale il termine "tolleranza zero" non significa assolutamente nulla era già ampiamente noto, ma è bello vedere che non si perde mai l'occasione per sottolineare ulteriormente questa condizione patologica. Se il nostro sistema calcio è lo specchio di una nazione alla deriva ormai da anni, non dobbiamo farci sorprendere dall'ennesima manovra cervellotica della Figc atta ad accomodare una situazione che, se affrontata col metro prestabilito, avrebbe portato alla chiusura delle curve di Inter, Milan, Roma e Torino per la recidività dei cori razzisti delle ultime settimane.



LA DIRETTIVA DELL'UEFA. La manovra per combattere gli episodi di razzismo negli stadi di tutta Europa nasce direttamente dal congresso dell'Uefa del maggio scorso, nel quale vennero stabilite delle linee guida che poi le singole federazioni avrebbero dovuto adattare al proprio sistema. L’articolo 14 delle Regole disciplinari dell’Uefa parla di "chi insulta la dignità umana di una persona o di un gruppo di persone in qualsiasi modo, inclusi il colore della pelle, la razza, la religione o l’etnia", e la Figc ha di conseguenza modificato il codice di giustizia sportiva (punto 11, comma 1) che adesso afferma:
"Costituisce comportamento discriminatorio, sanzionabile quale illecito disciplinare, ogni condotta che, direttamente o indirettamente, comporti offesa, denigrazione o insulto per motivi di razza, colore, religione, lingua, sesso, nazionalità, origine territoriale e/o etnica, ovvero configuri propaganda ideologica vietata dalla legge o comunque inneggiante a comportamenti discriminatori"
Da qui, l'estensione del concetto di discriminazione razziale e l'introduzione del concetto di "discriminazione territoriale" che ha aperto una polemica infinita essendo adesso colpiti anche i cori offensivi e sfottò verso altre città e tifoserie. In sostanza anche il semplice campanilismo, se esasperato, può far scattare sanzioni e i cori contro la città di Napoli sono stati un pò il pomo della discordia in tal senso.



I FATTI RECENTI. Durante Milan-Napoli del 22 settembre (consiglio questo link per reperire i biglietti per tutte le partite del Milan), i poco simpatici cori dei tifosi rossoneri verso la città partenopea e i suoi abitanti (definiti 'colerosi', 'puzzolenti', e via discorrendo) hanno portato il giudice Tosel a infliggere la prima batosta, chiudendo la curva per la gara successiva contro la Sampdoria. Cori simili, sempre allo stesso indirizzo, si sono ripetuti anche nella gara tra Juventus e Milan dello Juventus Stadium da parte dei tifosi milanisti: anche qui, la decisione è stata la medesima, ovvero la chiusura della curva per la gara Milan-Udinese del 19 ottobre, "previa revisione della decisione da parte della giustizia sportiva".

Questo ennesimo provvedimento ha scatenato la reazione della società di Via Turati, che ha alzato la voce ritenendo "priva di fondamento" la sanzione e promettendo di fare ricordo in tutte le sedi possibili per annullare la squalifica giudicata. L'accusa mossa da Galliani si poggia sull'inconsistenza del reato di "discriminazione territoriale", facilmente equivocabile e altrettanto facilmente infrangibile, senza contare il fatto che un provvedimento del genere rischia di rendere le società di calcio ostaggio di pochi stupidi.

LA RISPOSTA DELLA FIGC. Incassate le ragioni del Milan (e non solo) riguardo la questione, la Figc ha aperto alla possibilità di modifica di una regola eccessivamente ferrea, pur confermando la posizione originale: ovvero, "la discriminazione territoriale è contemplata delle Norme federali da tempo", e che l’Uefa racchiude anche questa eccezione nelle parole "qualsiasi modo". Fino a maturare la solita decisione che salva capre e cavoli, introducendo una sorta di "condizionale" che costituisce un passo indietro rispetto al pugno duro richiesto dall'Uefa e inizialmente introdotto di buon grado.

In parole povere, le società le cui tifoserie si macchieranno del 'reato' di discriminazione razziale e/o territoriale verranno inizialmente "ammonite", e la pena resterà sospesa per un anno solare, nel quale la situazione verrà monitorata costantemente (dobbiamo crederci?) e la sospensione potrà decadere qualora nuovi fatti dovessero verificarsi sugli spalti. La squalifica di un settore o dell'intero stadio non scatterà in modo automatico in caso di recidiva, ma sarà applicata solo al termine del periodo attenzionato e con modalità che dipenderanno dal comportamento delle tifoserie durante l'arco temporale: una sorta di compromesso tutto italiano, che farà felici sicuramente i vari Lotito e Galliani, ma risulta l'ennesima manifestazione di incapacità degli organi esecutivi di fronteggiare un problema e applicare alla lettera una regola che inizialmente prevedeva un modo di operare differente.

PRIME 'SOSPENSIVE'. Il 21 ottobre sono arrivate le prime pene 'sospensive', con la chiusura delle curve di Roma, Torino, Inter e Milan (a tal proposito, sono in vendita i biglietti per Inter-Milan del prossimo 22 dicembre) e  per cori di tipo razzista. Pena ovviamente comminata, ma sospesa per un anno "con l'avvertenza che, nel caso di recidività nell'ambito di tale periodo, la sospensione verrà revocata e la sanzione si aggiungerà a quella deliberata per la nuova violazione". Se non è un finale a tarallucci e vino poco ci manca, perché c'è da scommettere che in mancanza di un metro di giudizio per misurare i reati di 'discriminazione territoriale' ne vedremo e sentiremo delle belle. Secondo quale principio dire "Juventino/Interista/Milanista pezzo di merda" sarebbe più o meno grave di dire "Napoletano puzzi e hai il colera"?

In Germania un tipico coro anti-Werder recita pressappoco così: "Was ist grün und stinkt nach Fisch? Werder Breeeeeeeeeeeeee-mè-n" (cos'è verde e puzza di pesce? Werder Breeeema)Cosa è verde e puzza di pesce? Il Werder Bremen). Su queste basi, ogni curva della Bundesliga sarebbe passibile di chiusura, ma anche lì vai a capire come reputare un tipo di coro del genere: accettabile, non accettabile?

Sugli arbitri italiani, già parecchio in difficoltà, una nuova responsabilità pesante. Senza strumenti in mano, valutare le situazioni sarà difficilissimo ed è praticamente certo che assisteremo a nuove, pesanti polemiche. Come se non ne avessimo già abbastanza..

Antonio Capone
(twitter @tonycap83) 

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